" è tratto dal primo volume ed è dedicato agli arpeggi divisi a due mani. Il forte richiamo a
Debussy (uno degli autori preferiti da Bud Powell) è evidente, in particolare nell'uso delle armonie, semplici ma con collegamenti piuttosto bruschi.
Prima di suonarlo è importante fare un'analisi armonica dettagliata, per incontrare meno difficoltà nell'esecuzione e nella memorizzazione.
Troverete le sigle degli accordi nella partitura, potrete così analizzare le armonie nella disposizione a due mani.
L'esecuzione deve essere fluida, senza esitazioni e quindi sarà importante uno studio approfondito a velocità lenta, curando l'articolazione delle dita e la pulizia del suono.
Spesso gli arpeggi vengono suonati tenendo premute involontariamente alcune note che li formano, a volte rimane il pollice, a volte il quarto dito, l'esecuzione risulta così "sporca" e la fluidità compromessa. Per questo motivo vi consiglierò alcuni esercizi preparatori che riguardano l'articolazione degli arpeggi di questo piccolo "studio", ma che potrete applicare in generale per migliorare vostra tecnica.
L'esercizio 1 va suonato lentamente (il quarto = 60), scandendo bene le note e tenendole per la loro durata. Attenzione a non tenere il quinto dito della mano sinistra o il pollice della mano destra. Concentratevi sul suono e ascoltate con molta attenzione. Ripeti l'esercizio su tutto lo studio.
Anche l'esercizio 2 va studiato lentamente, partendo anche da 100 (= ottavo) e curando la simultaneità dei bicordi e la durata delle note. E' utile iniziare a mani separate per controllare meglio l' insieme delle due note, articolando bene le dita che devono suonare contemporaneamente. La mano rimane ferma, come pure il polso mentre le dita articolano con movimento deciso, a scatto.
Ripeti l'esercizio su ogni accordo dello studio.
L'esercizio 3 analizza il collegamento da misura 7, dove la mano sinistra si allarga nell'articolazione dei bicordi tra il quinto e il secondo dito con il terzo ed il primo. Seguono una serie di intervalli di settima minore o di ottava da suonarsi con le stesse dita e per chi ha la mano piccola è praticamente impossibile tenere le note, si può fare solo arpeggiando velocemente. Chi "arriva" a fatica deve sforzarsi cercando di allargare la mano il più possibile, esercitandosi a lungo i muscoli si dilatano leggermente e lo spazio tra le dita si allarga, consentendo la presa delle due note. Attenzione a non irrigidire la mano o si rischia una bella tendinite, al minimo fastidio interrompete immediatamente e riprendete solo quando la mano è completamente rilassata. L'esercizio 1
è una sorta di preparatorio per il numero 2.
L'esercizio 4 (l'esempio è da misura 9) alterna le note esterne delle armonie (quinto dito delle due mani) con la parte centrale che diventa triade.
Si esercita così un movimento tipo "rag time" che vi aiuta a prendere le "misure" delle distanze fra note esterne e accordo, per allargare lo spazio fra quarto e quinto dito delle due mani e per rinforzare i mignoli. Suonate questo esercizio partendo da 80/100 = ottavo e se riuscite salite pure di velocità.
Il collegamento tra mignolo e triade dev'essere fatto di slancio, la mano deve cadere direttamente sull' accordo, senza cercarlo. Il movimento è a forma di semicerchio, come se doveste accarezzare due sfere o due palloni da rugby, a seconda della distanza. Il movimento va eseguito con scioltezza e senza pestare sui tasti, quindi controllate sempre il suono e che le note degli accordi siano suonate simultaneamente, compatte.
L'esecuzione corretta dello studio è a 160 di metronomo, raggiungete gradatamente la velocità curando il suono. Provate a registrarvi e ad ascoltare se si sentono bene tutte le note, se non è così è necessario approfondire lo studio ad una velocità lenta.
Buon lavoro!