Ultra Sound, US-CD015/S
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Riccardo Bianchi
Just In Time
1. Beluga
2. Just In Time
3. Lele Doesn't Sleep
4. Rich Ear
5. D.D.
6. Pizza Pazza
7. Incoffeecated
8. A Genyle Man
Riccardo Bianchi - Guitars Roberto Martinelli - Sax Giacomo Lampugnani - Bass Giorgio Di Tullio - Drums Massimo Colombo - Keyboards Alberto Bonacasa - Keyboards Mario Zara - Keyboards Filippo Ummarino - Percussions
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Via Cascina Sparapina, 2 27011 Belgioioso Pavia
email:
info@ultrasoundrecords.it
Just in Time è forse
il titolo meno indicato, se non in un'interpretazione scherzosa, per l'ultimo lavoro
di Riccardo Bianchi, chitarrista e didatta veterano con un palmares di collaborazioni
micidiale (bastano Rava, Gatto, Mulligan e Holland?): il cd, infatti, contiene quarantacinque
minuti di buona e vecchia fusion/world con screziature latin degli anni 90, coraggiosamente
pubblicata da Stefano Bertolotti di Ultra Sound.
Il lavoro, ovviamente, non aggiunge nulla a quanto di buono Bianchi ha
fatto sino ad oggi ma ha l'innegabile pregio della schiettezza esecutiva, risultando
così gradevole e godibile anche se decontestualizzato dal punto di vista cronologico.
Tutto il disco trasuda gioia e senso di leggerezza, poggiando su una sezione ritmica
particolarmente ispirata, sempre avanti di quel tanto che basta a garantire
un timing trainante.
Il brano eponimo è uno dei momenti migliori, basato su un tema complesso,
articolato cui segue un'atmosfera rarefatta che Bianchi arrangia con gusto e intelligenza,
sfoggiando un fraseggio che in alcuni punti sembra rimandare alle illuminanti intuizioni
Return to Forever. Rich
Ear è ancora un episodio accattivante: introdotto da un tema frenetico,
serrato, carico di tensione evolve come non ci si aspetterebbe, lasciando spazio
a un ostinato di sax, semplice e arioso, sotto al quale si muove invece un intrigante
gioco armonico. D.D.
è il primo momento di pausa del disco, spazio in solitario per Bianchi che
si trova a riflettere in modo del tutto personale su temi e atmosfere dai sapori
a metà tra Sudamerica e world.
Pizza Pazza è l'ennesimo bel momento prepotentemente solare e gioioso,
sostenuto da un interplay raffinato tra sax e chitarra, una ritmica pirotecnica
e un'incursione di synth concisa, geniale nel suo essere sospesa tra Lyle Mays e
Black Market.
La tensione del disco va quindi a sfumare con gli ultimi due brani:
Inconffeecated, sciolto
e rilassato ma un po' troppo lezioso e
A Gentle man, secondo momento
intimista per Bianchi, particolarmente felice nell'armonizzare sotto un solismo
spensierato ed etereo.
Furio Ciulini per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/05/2006
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