Una full immersion di musica del famoso chitarrista con concerti ed annesso workshop per musicisti…Come non esserci? Ed infatti, grazie alla collaborazione di
Roberto Valentino , anche noi di Jazzitalia
abbiamo partecipato al workshop ed ascoltato i
concerti nei quali Pat ha suonato da solo e con altri musicisti italiani e stranieri.
Ma in questo sito si parla anche di didattica jazz e voglio raccontarvi cosa
è stato trattato durante il workshop. Pat Metheny che insegna a circa 80 allievi (quasi tutti chitarristi) quali siano i segreti della sua musica così melodica, accattivante, a tratti innovativa, che gli ha permesso di avere uno stile espressivo ormai inconfondibile e noto alla maggior parte dei jazzisti e jazzofili di tutto il mondo.
Mancano pochi minuti alle 11.00 del 21.07.03, orario di inizio del seminario-workshop. Siamo
appunto circa 80 musicisti tutti emozionati ed eccitati come bimbi al primo giorno di scuola. Non capita tutti i giorni di incontrare da così vicino un simile personaggio!
Sulla scena, raccolti su di un palco, vi sono due microfoni, un amplificatore
Line 6 e la famosa
Ibanez natural, ormai stabile compagna delle incursioni jazzistiche di Pat e progenitrice del modello Pat Metheny prodotto dalla casa musicale Ibanez.
Compare sulla scena Caroly Chrzan, accordatrice personale di tutte le chitarre di Pat. Difficile non averla mai notata in pantaloncini e maglietta nera come oggi, nei vari concerti di Pat Metheny. E' lei che "porge" le chitarre a Pat dopo averle accuratamente accordate. Anche in questa occasione si esibisce in un controllo "live" della accordatura della famosa chitarra, che possiamo constatare si accorda e scorda come le nostre! Questa operazione viene effettuata alla presenza, e con la collaborazione, del fonico
Rob Eaton il quale controlla che il segnale dello strumento esca bene fuori dall'impianto, ed è già magia….che suono! Ci sentiamo lusingati da tanta professionalità per dei semplici allievi. Questo ci lascia ben sperare sui contenuti del seminario.
Arriva Pat! Applausi, saluti e sorrisi! Ad effettuare la traduzione del "Verbo" professato da Pat c'è
Raimondo Meli Lupi (chitarrista spesso al fianco di Joe Diorio). Pat sembra un po' assonnato, non deve essersi svegliato da molto, comunque ci saluta calorosamente e chiede di poter prolungare il seminario fino alle 15:00, in una sessione unica, eliminando l'interruzione prevista per il pranzo. Motivo? Deve esercitarsi per il
concerto serale con Paolino Dalla Porta e Massimo Manzi! Gli concediamo di andare a ripassare la lezione, e rinunciamo al nostro pranzo, tanto noi siamo lì per cibarci di musica!!!
Ringrazia ed inizia a spiegarci che il seminario sarà diviso in tre parti. Il primo giorno vorrebbe parlarci del RITMO, il secondo di ARMONIA ed il terzo della MELODIA.
Prima di entrare nel vivo della trattazione inforca la sua chitarra e dice che una parte molto importante del suo lavoro dietro le quinte è rappresentata dal "WARM UP", il riscaldamento delle mani, che nel suo caso arriva a durare anche più di un'ora prima di ogni concerto. Vuole dedicare almeno 10-15 min. a questo aspetto anche in questa occasione. Comincia a suonare lentamente, quasi timidamente, note singole, con plettrata verso il basso. Gradualmente si riscalda e l'intensità del suono aumenta sempre più. Non ha fretta, esegue questa operazione con calma ed estrema metodicità, ripiegato sulla sua chitarra, con i capelli che gli coprono il volto, quasi come per nascondersi ed "esercitarsi" da solo. Il ritmo aumenta e le note incalzano, la plettrata è ora verso il basso e verso l'alto, diventa sempre più veloce e pulito, scale cromatiche, arpeggi, salti di terza, eseguiti in diversi punti del manico. E' una crescita continua e finalmente viene fuori con tutti i suoi famosi patterns eseguiti con la nota pulizia e velocità. Si è riscaldato proprio bene! Si ferma, e non può mancare il nostro applauso. Pat sei grande anche quando ti "riscaldi".
Inizia a parlarci del RITMO.
Secondo Pat è l'aspetto più importante del suonare jazz, perché quello ritmico è il messaggio più importante che il pubblico riceve e percepisce. Per i chitarristi è un problema anche più grande rispetto agli altri strumentisti, in quanto per essere incisivi e precisi dal punto di vista ritmico è necessario riuscire a coordinare molto bene le due mani.
Con l'aiuto del metronomo ci fa sentire come lavorare sul ritmo.
Bisogna riuscire a "giocare" con il tempo fino ad avere la padronanza giusta per suonare in maniera precisa sul beat, leggermente in anticipo o leggermente indietro. Effettua un esercizio con una nota singola che esegue prima in maniera precisa su ogni beat, poi anticipando o rallentando rispetto al tempo del metronomo, ma sempre mantenendo una estrema precisione e regolarità. Secondo Pat questo messaggio ritmico ha effetti molto differenti sul pubblico. Un buon musicista sa che deve padroneggiare bene questi elementi per poter arrivare in maniera incisiva ed efficace sull'ascoltatore.
A questo proposito suggerisce di ascoltare molto il lavoro effettuato dai grandi batteristi, che sono i maggiori esperti nell'uso del ritmo e nel lavoro di coloritura di un brano. Propone di esercitarsi suonando per semiminime e, dopo 4 battute spostare l'accento sul primo, sul secondo, sul terzo e poi sul quarto movimento, e di nuovo avanti così fino a padroneggiare la possibilità di accentare ritmicamente ogni singolo movimento.
Come esempio di esercizio suona il noto standard Autumn Leaves usando solo la nota mi e scandendo ritmicamente la melodia, come se stesse suonando un tamburo.
Un concetto legato alla espressione ritmica è la DINAMICA, vale a dire la capacità di esprimersi con volumi ed intenzioni differenti in uno stesso brano. Ogni buon batterista riempie o rende più scarno il suo accompagnamento, cambia il volume sonoro, a seconda delle situazioni musicali che voglia sottolineare. Questa è la dinamica. Questo modo di suonare evita che un brano risulti "piatto" per l'orecchio dell'ascoltatore. E' sufficiente soltanto crescere di intensità e volume, variare gli accenti o la durata delle note, per colorare in maniera già personale e gustosa un brano.
E' anche importante sviluppare la capacità di ASCOLTARE, se stessi e gli altri, in maniera da adeguarsi al contesto comune del gruppo o alla situazione musicale che si è sviluppata in quel momento.
Altro discorso importante è quello delle PAUSE mentre si suona.
Secondo Pat la pausa musicale è uno strumento espressivo molto potente e specifico. In questo ambito i chitarristi, in genere, non sono abili perché non hanno bisogno di respirare mentre suonano, come invece accade per gli strumenti a fiato, questo li porta a suonare con un fraseggio molto fitto e con poche pause. Bisognerebbe imparare a respirare prima di ogni frase musicale, ed addirittura togliere le mani dalla tastiera dello strumento al termine di ogni frase (potere psicologico che ci fa porre attenzione all'uso delle pause).
Ci racconta che lui ha imparato a "respirare" mentre suona, perché dall'età di 8 anni ha iniziato a studiare la tromba. I risultati erano sconcertanti e molti uccelli sono caduti stecchiti al suolo colpiti dalle sue note. Risata generale!!! Al contrario, suo fratello
Mike, era ed è un portento su questo strumento. Forse anche per questo motivo Pat dice che ha deciso di cambiare strada, ma poi ci confessa che la chitarra lo ha affascinato anche perché in quel momento storico, per un adolescente, la chitarra era considerato uno strumento di rottura con il mondo tradizionale della musica, l'espressione di una società che stava cambiando.
Torna ancora sulle dinamiche e ci rivela che Clifford Brown è stato il suo riferimento musicale più importante. Era un musicista che non aveva mai dinamiche uguali, cambiava accento e dinamica a seconda dei colpi di lingua usati nel suonare la tromba, e questa è l'intenzione di Pat mentre suona la chitarra. Usare il plettro come se fosse la lingua di un trombettista (un bel problema per noi comuni mortali!!!).
Finalmente per alcuni audaci allievi arriva il momento di suonare qualcosa sotto lo sguardo di Pat. Consigli successivi all'ascolto degli allievi? Quando si improvvisa è bene avere chiarezza espositiva dal punto di vista ritmico, melodico ed armonico, inoltre è necessario riuscire ad avere delle idee da sviluppare durante il solo, creando una storia da esporre con adeguato senso narrativo (semplice, vero?).
Terminato il primo giorno di lavoro, i restanti due giorni avremmo dovuto parlare di armonia e melodia, ed anche suonare con lui, ma il tempo è stato sufficiente soltanto per rispondere alle numerose domande rivoltegli.
Cosa è venuto fuori di interessante?
Un chitarrista che accompagni un contrabbasso che effettua un solo deve adeguare i suoi voicing, tenendo conto del fatto che se il bassista lavora sul range delle note basse bisogna suonare accordi privi delle note basse, mentre ci si deve comportare nella maniera opposta se il solo del basso viene effettuato sulle note più alte. Altra possibilità è quella di creare una linea di basso armonizzata ed eseguita sulle ottave alte, che crei un supporto durante il solo di basso. Ancora è possibile che il bassista non richieda nessun tipo di accompagnamento armonico, quindi si debba stare in silenzio! Pat pone sempre molta attenzione all'ascolto ed alla interazione con gli altri musicisti durante le sue performances dal vivo.
Guide
Tones:
Note guida che indicano il movimento tra le terze e le settime. In Autumn
Leaves la progressione degli accordi è:
A-7 | D7 | Gmaj7 | Cmaj7 | F#-7/5b | B7 | E- | E7 ..
In questo caso, il Do è la terza di A-7 ed è la settima di D7. Il
Fa# è la terza di D7 ed è la settima di Gmaj7 ecc... creando così un
movimento di 3a e 7a.
Esiste un'altra linea che porta dalla settima e risolve sulla terza. E'
importante congiungerle con adeguato senso ritmico. |
Per poter improvvisare bene è necessario possedere un buon bagaglio grammaticale (pone parecchia attenzione all'uso delle
guide tones). Come nel parlare una nuova lingua, se conosci bene la grammatica, i vocaboli e tutto il resto, sarai capace di esprimerti adeguatamente con quel linguaggio, così accade durante l'improvvisazione jazz, inizialmente avrai bisogno di pensare molto a ciò che stai effettuando, in seguito diventerà un fatto automatico, proprio come nel parlare.
Al termine di queste chiaccherate Pat consiglia di utilizzare il buon testo di
Liebman: "