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Intervista ad Armando Marçal
di Stefano Rossini


Cari amici, voglio con immenso piacere e onore pubblicare un'intervista fatta nell'estate 2000 ad uno dei più importanti percussionisti brasiliani: Armando Marçal.

L'occasione è capitata in seguito ad uno dei più bei concerti che ci sono stati a Roma negli ultimi anni. E' stato il concerto di Joao Bosco, un cantante autore e chitarrista brasiliano di eccezionale talento e bravura, che per l'occasione si è esibito in quintetto con Armando Marçal alle percussioni. Ho avuto la fortuna di assistere a questo meraviglioso concerto e soprattutto di passare un po' di tempo insieme ad Armando, amico e musicista di grandissimo livello. Mi sono arricchito spiritualmente e musicalmente e spero che anche voi possiate comprendere il livello musicale e la grande semplicità e umanità di questo musicista che è stato voluto per circa 10 anni, al suo fianco, da un chitarrista di livello mondiale come Pat Metheny. Ovviamente ho voluto parlare con lui delle sue esperienze di lavoro, ma poiché è stato anche direttore nella sua carriera di una scuola di samba come quella di Portela, era inevitabile che il discorso finisse anche su questo argomento.

B
ene, la prima domanda è di presentazione anagrafica, ossia:

Rossini: qual è la tua provenienza musicale e come hai iniziato?
Marçal: io sono nato a Rio il 17 dicembre 1956, sono sagittario e sono sposato con figli, uno addirittura è alto come me! Vengo da tre generazioni di musicisti. Prima di tutti mio nonno, grande musicista, poi mio padre e infine io. Ho cominciato a suonare fin da bambino nelle scuole di samba e quindi la mia formazione musicale è iniziata proprio lì. Quando ero piccolo mi piaceva molto giocare a pallone, ma adesso non posso più farlo perché lavoro molto con la musica e non posso più conciliare. La scuola di samba dove ho cominciato era "Portela". Musicalmente ho vissuto moltissimo questa dimensione della scuola di samba. Ho iniziato come ritmista, suonando il surdo di terzeria, ossia il surdo che deve dare il grove a tutta la batteria, deve stare in mezzo ai suoni base e ritmicamente deve eseguire delle sincopazioni, delle variazioni. Comunque nella mia casa si ascoltava sempre musica attraverso i dischi, non solo samba, ma anche di musica internazionale, come per esempio Santana che allora andava molto. Questo ha aperto molto la mia visione della musica. Poter ascoltare molta musica, molti dischi, per me è stato fondamentale. Io sono un autodidatta e tutto quello che ho imparato è con dischi o suonando con altri musicisti, ma non con metodi o partiture.

Rossini: se sei autodidatta, come fai ad imparare dei brani di musica, le loro strutture, spesso particolarmente complesse e piene di obbligati?
Marçal: quando devo imparare qualcosa, ascolto una, due, al massimo tre volte e poi è tutto ok. Non ho più problemi. Quando ero più piccolo e inesperto avevo sempre qualche persona che mi aiutava nelle difficoltà.

Rossini: tu hai fatto molta esperienza professionale nel tuo percorso musicale, ci vuoi parlare di questo?
Marçal: io ho suonato con tantissimi e bravissimi musicisti, e senza nulla togliere a loro credo che l'esperienza più importante sia stata lavorare per 10 anni con Pat Metheny. Ho girato tanto il mondo, ho viaggiato e ho imparato tante cose che non conoscevo. Voglio ringraziare anche tanti musicisti che mi hanno sostituito nella scuola di samba, o negli altri lavori che stavo facendo in Brasile, quando dovevo partire.

Rossini: ora cosa stai facendo?
Marçal: Adesso sto collaborando e suonando per la scuola che si chiama "Villa Isabel" e sto curando un gruppo di giovanissimi ritmasti che stanno imparando molto bene.

Rossini: nella scuola di samba dove suoni, che strumenti suoni?
Marçal: suono sempre lo stesso, il surdo di terzeria. Ho un surdo speciale mio personale, e mi piace molto suonare quello.

Rossini: tu suoni anche tanti altri strumenti di percussione, quale ti piace di più?
Marçal: veramente non ce ne è uno strumento in particolare. Tutti gli strumenti di percussione mi piacciono, non ho nessuna preferenza. Questo è il motivo per cui credo che non sono uno specialista, ma suono, più o meno, tutte le percussioni. Tutti gli strumenti mi danno la possibilità di vivere e partecipare la musica che sento dentro di me. Un buon percussionista deve suonare un po' tutto. Quando devi fare qualche lavoro, mentalmente devi essere preparato.

Rossini: quale è la scuola di samba che più ti piace attualmente in Brasile?
Marçal: "Villa Isabel".

Rossini: quando suoni adesso nella scuola di samba riesci a portare con te tutta l'esperienza che hai fatto con grandi musicisti di livello internazionale?
Marçal: assolutamente si. Però è chiaro che, ad esempio, il mio lavoro con Pat Metheny non aiuta i miei arrangiamenti di scuola di samba, sono due cose e lavori completamente differenti. Comunque credo che per un percussionista la cosa importante è avere sensibilità musicale. Credo che questa sia una regola. Quando si suona in un gruppo bisogna utilizzare molti colori. E' come aggiungere qualcosa ad un quadro. Bisogna stare attenti a non farlo diventare troppo pieno. Ricordarsi che anche il silenzio è musica. Anche se stai in pausa stai suonando lo stesso. Questo si impara se si suona molta musica e tutti i tipi di musica. Se in una musica suoni sempre, alla fine non senti niente.

Rossini: quali progetti hai di lavoro?
Marçal: dovrò lavorare con Lulù Santos, che fa un tipo di musica dove c'è influenza rock, funky, il groove è più pesante, ma è pur sempre musica del Brasile. Lui è molto giovane, diciamo che fa parte della nuova generazione e non è molto conosciuto a livello internazionale, ma in Brasile sta andando bene. Poi tornerò in tournée in Giappone e negli Stati Uniti, poi mi continuerò ad occupare della scuola di samba.

Rossini: se avessi un gruppo tuo, che musica vorresti suonare?
Marçal: musica di tutto il mondo, indiana, flamenco, samba…. Tutti i tipi di musica che mi hanno aiutato a capire questo, quindi amici e percussionisti come Nanà Vasconcelos, Airto Moreira, Rubens Bassini, Paulinho da Costa, Steve Thornton, che ha suonato molto con Miles Davis e ha una grande sensibilità e umanità.

Rossini: che consigli puoi dare a un percussionista che vorrebbe suonare musica brasiliana?
Marçal: deve ascoltare, ascoltare e ascoltare e suonare magari insieme ad un disco, un CD o una cassetta, con molto sentimento. Non è necessario ascoltare per forza una scuola di samba, che è una cosa molto specifica, ma generalmente parlando è importante sentire la musica suonata nei dischi e sintonizzarsi sullo stesso tipo di sentimento musicale. Solo così si può apprendere lo stesso linguaggio il più possibile con onestà e sincerità.

Rossini: cosa pensi della musica di Bahia così diversa da quella di Rio?
Marçal: credo che è una musica regionale. Come esiste il samba, esiste il Maracatù, il Frevo, il Baiao, Axe Music, Olodum, Filho de Gangi. Ma alcuni ritmi corrispondono alla vecchia guardia dei musicisti delle scuola di samba di Rio de Janeiro. Io penso molto bene della musica di Bahia, anche se è in continua evoluzione. I ritmi di Bahia sono più collegati con la religione, i riti, il culto, ad esempio le pratiche del Candomblé, ora nel mondo il ritmo più esportato è proprio quello baiano, basti pensare a Daniela Mercuri, allo stesso gruppo Olodum, al gruppo Ilé Ayé.

Rossini: che rapporto hai con la musica africana?
Marçal: la musica africana attuale la conosco solo dai dischi. Mi piace molto Dudu Rose. Io sento di essere un po' africano. In Brasile c'è molto di Africa, sono un discendente del popolo africano e in me c'è sicuramente un po' di Africa come per tutto il popolo brasiliano.

Rossini: torniamo agli strumenti, quale è il tuo set di base?
Marçal: il mio set è assolutamente tradizionale, congas, timbales, bongo, afoxe, pandeiro, tamborim, più alcuni strumenti personali, come ad esempio, la caixa de guerra (ndr. molto simile al nostro rullante), che in concerto suono per simulare il sound di una scuola di samba. E' uno strumento tipico di una scuola di samba, la differenza con il rullante è la misura che è un po' diversa, più piccola e soprattutto la cordiera, invece di essere sulla pelle risonante, è su quella battente, ed è fatta con la corda Mi della chitarra: sono 10 corde. La mia ha una misura di 12" x 15" di altezza e quando la suono con le spazzole, sembra davvero che sia una piccola scuola di samba a suonare.

Rossini: ti piace molto la caixa?
Marçal: tantissimo, la adoro ma ripeto, mi piacciono tutti gli strumenti a percussione, anche quelli che non so suonare.

Rossini: ci puoi dire qualcosa sul tuo modo di suonare il pandeiro?
Marçal: ci sono degli specialisti che suonano questo strumento, come ad esempio Marcos Susano, Paulinho de Agua, mentre io non sono un vero e proprio virtuoso.

Rossini: torniamo alla scuola di samba da dove siamo partiti. Adesso in tutta Europa si stanno costituendo tanti gruppi che suonano Batucada e molto bene. Questa musica ha preso molto. Anche per il suo valore fortemente aggressivo. Ci puoi dire qual è il numero di strumenti che compone la tua scuola di samba, ossia quanti surdi, quanti repinique, ecc.?
Marçal: ogni batteria ha un suo numero, dipende dalle esigenze del direttore. Io 10 anni fa fui direttore della scuola di samba di "Portela" e mio padre fu vicepresidente di quella scuola. Più o meno io di base uso 20 surdi di primiera, 20 di segunda, 25 di terzeria, 40 caixas grandi, 35 caixas de guerra più piccole, 40 repinique, 35 tamborims, 25 cuicas, 20 chocalhos, 15 agogò di 4 suoni. Questa è la base, poi ripeto ogni direttore decide come meglio crede.

Rossini: che figurazioni suonano i tamborims, i repique e le caixas?
Marçal: i tamborims anticamente facevano la marcazione base del samba, oggi invece tendono ad aiutare la ritmica, sostenendola con una figurazione continuata e i giovani direttori e compositori stanno inventando disegni ritmici sempre più complessi. Sono delle vere e proprie idee musicali, delle frasi. Sono una meraviglia i tamborims. I repinique pure sostengono ritmicamente con delle ritmiche costanti, sono eccezionali quelli della batteria di Padre Miguel, mentre la caixa aritmicamente tende a suonare gli accenti tipo quelli che riconosciamo nella Bossa Nova.

Rossini: alla fine di questa lunga chiacchierata, vuoi fare una dedica a tutti i nostri amici amanti delle percussioni?
Marçal: si, voglio salutare con tanto affetto tutti e ricordarvi che l'Italia è il mio secondo Paese. Gli italiani sono un popolo meraviglioso. Voglio poi ringraziare e fare una promessa a te Stefano, ti manderò tutte le partiture e una cassetta delle prove della mia scuola di samba (che regalo, grazie a te!!). Buona fortuna!!! Ciao a tutti. Grazie Stefano e spero che potremo suonare la prossima volta insieme.

Rossini: con molto piacere e onore; grazie a te, Armando, e ti ricambio la "Boa sorte" e tanto affetto. Lo meriti davvero.
 


Stefano Rossini Batuque Percussion
il nuovo CD di Stefano Rossini,
realizzato esclusivamente con l'ausilio delle percussioni







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Data pubblicazione: 22/04/2002

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