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COVER: MARCO PENNISI
C – P MADE IN ITALY 2004 - 123302.2

Mani Padme Trio
A rainy day/Um dia de chuva

1. Um Dia De Chuva 3.48 (Yaniel Matos, Ricardo Mosca, Du Moreira)
2. Samba Em Habana 4.56 (Yaniel Matos)
3. Canto De Um Sonho 7.17 (Yaniel Matos)
4. Abuela 2.46 (Yaniel Matos)
5. Camino A Casa 11.06 (Yaniel Mattos)
6. Ilusoes 5.26 (Yaniel Matos)
7. Soldado 11.09 (Yaniel Matos)
8. Vista 2.29 (Yaniel Matos, Ricardo Mosca, Du Moreira)
9. Liberdade 5.22 (Du Moreira)


Yaniel Matos Piano
Du Moreira
Bass
Ricardo Mosca
Drums

Capita di rado, coi dischi: ascoltare una musica nuova, per scoprire dopo qualche ora che continua a «suonarti dentro». Un effetto ancor più sorprendente, perché mai immagineresti un tale impatto musicale da un gruppo che non hai mai sentito nominare.

E non può che funzionare così, perché il pianista Yaniel Matos fornisce al Mani Padme Trio una serie di composizioni i cui temi sono di una bellezza allibente: lirici e cantabili, intensamente romantici o spigliatamente ritmici, sempre comunque capaci di scandagliare in profondità l'animo umano.

C'è poi il segreto del tempo, che è sempre giusto: i Mani Padme trovano per ogni pagina quello stacco che rende la melodia, più che una frase suonata, una formula magica. Il brano che dà titolo al disco, Um dia de chuva, è trascinato con una lentezza il cui fluire ipnotico è la dimostrazione di cosa voglia dire, nel jazz, centrare il groove perfetto per un tema.

Nel pianismo di Matos c'è un senso beethoveniano dell'armonia, uno staccato che sta tra Bach e un giovanissmo Brubeck, un senso del classico in jazz che avrebbe fatto gola a John Lewis. Il suo fraseggio disteso dà l'impressione di un jazz all'europea, non fosse che mai si è sentito un gruppo europeo suonare così, perché sullo sfondo ci sono comunque Cuba e il Brasile colti in una dimensione intima e insolita.

Il piano trio jazzistico, così, pare sorpassare d'un balzo l'eredità di Bill Evans e Keith Jarrett. E che tutto ciò venga da un gruppo sudamericano, beh… è una delle tante meraviglie della natura di cui la scienza deve ancora trovare una spiegazione razionale. Perché dove ti aspetti di trovare una samba o qualsiasi altro ritmo latin, succede invece che l'unica evidenza sudamericana è l'impiego percussivo della batteria. Il resto è un geniale ripensamento della convivenza tra afro-americano e afro-latino, con un modo di tenere il ritmo che è come un rapido scorrere di sipari.

Per chi fosse saltato alla fine senza leggere ciò che precede: un disco di un intimismo affascinante, un gruppo che è una rivelazione imperdibile.
Daniele Cecchini


Formato nel 2002, il trio Mani Padme ha registrato il suo primo CD a San Paolo nel febbraio 2003. Il disco è il frutto dell'incontro paritario fra il pianista cubano Yaniel Matos e i brasiliani Du Moreira (basso) e Ricardo Mosca (batteria).
La musica è una commovente esplorazione degli elementi comuni e delle differenze fra le due culture musicali, sfugge alla comune definizione di latin jazz e approda a una personalissima poetica.
Il sentimento che anima e unisce i musicisti è una profonda nostalgia per i loro paesi, che si risolve in una telepatica e intima capacità di esprimersi con un respiro unitario. Il trio dà così vita a una musica che fonde e supera le barriere regionali per approdare a un pathos espressivo universale, coinvolgente e poetico. Una musica e un suono nuovo che catturano fin dal primo ascolto.

Yaniel Matos
Membro permanente della nuova band di Carlinhos Brown, con la quale ha suonato in giro per il mondo. A Cuba, Yaniel Matos ha collaborato con alcuni dei gruppi di salsa più famosi di tutti i tempi: Isaac Delgado, Paulo F.G., Angel Bonne, Orlando Valles Maraca. Sempre a Cuba, ha studiato jazz e latin jazz con Chuco Valdéz, Wynton Marsalis e Antonio Hart.

Du Moreira
Ha collaborato con molti grandi artisti brasiliani, inclusi Monica Salmaso e Tete Spindola. Ha vissuto per tre anni negli Stati Uniti, studiando al Musicians Institute di Hollywood e al The Collective di New York. Ha suonato col batterista Ben Perowsky e il chitarrista Hernan Romero.
A Santa Fé, New Mexico, ha studiato e collaborato per diversi mesi con Gary Willis dei Tribal Tech.

Ricardo Mosca
Ha studiato al Musicians Institute e al The Collective. In Brasile ha lavorato con l'Orquestra Municipal de Campinas e l'Octeto de Música Brasileira, Hermeto Pascoal e Wagner Tiso . Ricardo Mosca è ben conosciuto anche per la sua attività di produttore e ingegnere del suono. Suo è il missaggio del Mani Padme che si distingue per l'altissimo livello della qualità sonora e la nitidezza del suono.
Red Records

Mani Padme è una denominazione insolita per un trio jazz. Il nome richiama infatti una cultura lontana dalle radici della musica nero americana, ma che si rivela invece vicinissima al jazz se si considerano i valori universali che questo idioma musicale ha assunto nel corso della sua storia. Mani Padme è il mantra più sacro e importante del buddismo tibetano (Om mani padme Hum). La sua traduzione letterale significa "colui che porta gioielli e loto" e si riferisce all'aspetto del Budda compassionevole (Chenresig). Nelle sue sei sillabe questo mantra mostra la via per l'illuminazione con una serie di istruzioni sintetiche e precise. Così ogni sillaba richiama un significato e questo, a sua volta un diverso livello di comprensione e di elevazione. OM sta per il corpo, la parola e lo spirito del Budda. Attraverso questa sillaba si perviene alla purificazione di corpo, parola e mente. MANI si riferisce alla mente compassionevole e alla capacità di raggiungere l'illuminazione non per propri fini, ma per poter così alleviare le altrui sofferenze. La compassione si muta quindi in saggezza, simbolizzata dalla parola PADME (loto), il fiore che affonda le sue radici nella melma, ma che cresce splendido e puro in piena luce. La saggezza sta nel riconoscere le cause delle sofferenze altrui, che risiedono nell'ignoranza della propria specifica natura. Il saggio sa che la vita non è occasionale, isolata e a sé stante, ma è interdipendente e collegata a tutte le altre forme viventi. HUM, infine, rappresenta l'unità di compassione e saggezza. Rivelato il significato del nome del trio, risulta evidente anche l'orientamento musicale della formazione, che tende a una sintesi superiore e a trasmettere allo spirito una sensazione di pace e di serenità. Non appena si ascoltano le prime note di Um dia de chuva (un giorno di pioggia), che rappresenta uno straordinario esordio discografico, l'attenzione viene catturata dalla profondità e dalla poesia che pervadono l'intera incisione, così come dalla grande emozione di scoprire la bellezza nella semplicità. Se decidiamo poi di annullare le nostre categorie mentali e di lasciare scorrere la musica attraverso noi, sino a farla giungere al nostro cuore, Um dia de chuva ci svelerà la sua essenza più vera. È quindi riduttivo parlare di Mani Padme come un qualunque altro trio jazz, così come sarebbe superfluo andare a ricercare similitudini stilistiche con altre formazioni o con quelle incisioni permeate da una forte spiritualità. Um dia de chuva, infatti, non appartiene a una categoria musicale precisa e identificabile, se non a quella ampia e omnicomprensiva della grande musica, quella che riesce a trascendere le intezioni dell'autore stesso sino ad assumere valenza universale. La musica di Mani Padme ha il ritmo del respiro, la profondità di un pensiero, la gioia di un sorriso, la vitalità della corsa di un bambino. È semplice, spontanea, immediata e parla direttamente all'anima. È musica che solo i grandi artisti sanno creare.
Marco Giorgi - Audioreview

"Un suono intenso e presente, la cui ricchezza armonica è ideale per sprigionare il senso di lirico intimismo del trio sudamericano."
Daniele Cecchini - Audiophile sound

When musicians get together to play, compassion should always be the ultimate goal. In a nutshell, compassion means emotional telepathy, the act of feeling what the others feel. It is that beautiful thing that happens when people are deeply connected through love. Playing in a compassionate way, the different members of a musical group can feel each other's notes and ideas much before they are actually played. Responses come from deep within their souls allowing different musicians to feel like one.
The cuban/brazilian Mani Padme Trio was named after the mantra of compassion Om Mani Padme Hum. They gathered together for the first time to record their CD "Um Dia de Chuva". Yaniel Matos, cuban piano player, Du Moreira, brazilian bass player and Ricardo Mosca, brazilian drummer, worked their latin identity throughout the sessions only to discover – when the process was finished – that the similarities between Cuba and Brazil are not to be described in musical terms. Rather, the union is based on the emotion of nostalgia.
Yaniel Matos has been living in Brazil for three years. He is a permanent member of the new Carlinhos Brown band, and has been touring all over the world. When he was still in Cuba, Yaniel performed with some of the greatests salsa bands of all times, including Isaac Delgado, Paulo F. G. y su Elite, Angel Bonne y su Orquesta and Orlando Valles Maraca. He studied the jazz and latin languages with such masters as Chucho Valdéz, Winton Marsalis and Anthony Hart.
Du Moreira played with many great brazilian artists including Mônica Salmaso and Tetê Spíndola. He lived for three years in the United States where he studied at the Musicians Institute, in Hollywood and at The Collective, in New York City. After he moved to New York, he played with guitarrist Hernan Romero and drummer Ben Perowsky. In Santa Fe, New Mexico, Du Moreira spent several months studing and collaborating with eletric bass master Gary Willis, from Tribal Tech.
Ricardo Mosca also studied at the Musicians Institute and at The Collective. In Brazil he worked as a member of the Orquestra Municipal de Campinas and of the Octeto de Música Brasileira. As an Octeto member, he played with masters Hermeto Paschoal and Wagner Tiso. Ricardo Mosca is also a well known producer in Sao Paulo, Brasil and is the mixing engineer for Mani Padme Trio's "Um Dia de Chuva".

"Om Mani Padme Hum is considered to be the universal mantra of Love and Compassion. The mantra is imbued with the grace, compassion and power of Avalokitesvara, who himself gathers the grace, compassion and power of all the buddhas and bodhisattvas. However, this mantra is also popular in Chinese and Japanese Pure Land Buddhism.
In Japan it is one of the shingon (mantras) associated with Kanzeon Bosatsu: 'the Bodhisattva who perceives the sounds of the world'. (also an 'incarnation' of Avalokitesvara). Kanzeon Bosatsu, (sometimes known as Kanjizai Bosatsu: 'the Bodhisattva that sees and acts freely at will'), protects living beings with loving compassion and immediately grants salvation to the suffering and the afflicted, and dispels the evil and calamities surrounding them."






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Data pubblicazione: 01/05/2004

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