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"Attenzione -
Pericolo - Disco di Jazz!!!"
E' con queste parole che Enrico Rava introduce le note di
copertina e mi sembrano molto emblematiche. In un mondo pervaso da progetti di
interconnessione etnico-culturale, dove il desiderio di essere "originali"
spesso supera quello di fare buona musica, spunta il trio di
Andrea Pozza che dal primo
all'ultimo minuto suona, poi suona, poi suona ancora. Traccia dopo traccia si
rimane sempre più appagati dall'ascolto di un jazz che conquista e che fa tirare
una sorta di respiro di sollievo...Passando alla musica suonata, colpisce
ovviamente la compattezza del trio che si ritrova sempre in ogni angolo armonico
e ritmico grazie ad un'intesa molto evidente. Sia
Luciano Milanese che
Stefano Bagnoli rimarcano
all'unisono molti momenti intuendo al volo alcune soluzioni del leader,
oltre ad essere eccezionalmente fluidi e non rinunciando a tirare fuori il
meglio anche durante i soli come fa
Luciano Milanese su
Yesterdays,
su I'll Remember April
o su
I let a song go out of my heart
(grazie ai quali si può capire come anche i soli del contrabbasso si possono
cantare!) e Stefano Bagnoli
su un'inebriante In
Walked Bud o sui four
di Falling in love with
you.
Andrea Pozza suona in modo molto
rilassato, mai aggressivo, sempre attento all'istante in cui emettere ogni nota,
curatore di dinamica grazie anche ad una mano sinistra che si muove sui
voicing in modo molto elegante, a volte quasi impercettibile, ma in realtà
sempre presente.
Marco Losavio
Liner Notes
ATTENZIONE - PERICOLO - DISCO DI JAZZ!!!!!
Quando ho finito di ascoltare questo splendido disco, non ho potuto fare a
meno di chiedermi: dove sono stato in tutti questi anni per non accorgermi
di Andrea Pozza? O meglio ancora,
dove si è nascosto Andrea per tutto questo tempo? In quali strani circuiti
periferici e sconosciuti ha svolto la sua attività? Perchè un musicista come
lui non appare sulle copertine delle riviste di jazz? Perchè il suo nome non
appare nei risultati dei vari referendum che si fanno annualmente in Italia?
Bisogna anche dire che non è che lui si dia molto da fare per uscire dalla
sua tana. Basti pensare che questo disco, che è un qualcosa di quasi
perfetto nella sua essenzialità ed è la prova di una maestosa maturità, non
è come si potrebbe supporre, il più recente di una serie di cd a suo nome,
ma è invece il suo PRIMO CD COME LEADER.
Il disco, come dicevo prima, è veramente bellissimo. Andrea non appartiene a
quella serie di musicisti muscolari e spettacolari che vanno di moda oggi.
E' ancora uno di quelli per i quali ogni nota conta. Il modo in cui affronta
le ballad è assolutamente esemplare. C'è una versione di Lush Life,
per esempio, in cui si limita ad esporre il tema senza ulteriori sviluppi
improvvisativi, ma questo tema lo suona con una tale intensità poetica da
rendercelo indimenticabile.
Tutti i brani sono dei piccoli gioielli che brillano anche grazie al
concorso di Luciano Milanese e
Stefano Bagnoli, senz'altro una
delle migliori sezioni ritmiche che ci sia oggi in Italia. E so di cosa
parlo perché ho avuto recentemente la fortuna di registrare con loro (sempre
per quel meraviglioso pazzo che è Piangiarelli) e mi sembrava di viaggiare
in Rolls Royce.
I brani sono quasi tutti standard, e questo è un altro punto a favore di
Andrea, in un'epoca in cui tutti si credono compositori per cui siamo invasi
da una quantità di temi assolutamente inutili e inascoltabili...
Il trio è impeccabile sia nei tempi veloci che in quelli medi e da prova di
un affiatamento invidiabile, di un notevole ascolto reciproco e soprattutto
di una grande voglia di suonare.
Sembra di ascoltare i dischi di una volta, quelli che riuscivano a
comunicare in modo irresistibile il piacere di fare musica e che ci hanno
fatto innamorare irrimediabilmente del jazz.
Speriamo di non dover aspettare altri 10 anni per poter ascoltare il
prossimo lavoro di Andrea Pozza.
Enrico Rava |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 15/02/2004
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