Venezia Jazz Festival
di Giovanni Greto
27 Luglio, Teatro Goldoni
Chick Corea Piano Solo Concert
28 Luglio, Fondazione Peggy Guggenheim
Saverio Tasca Trio Mediterre
Saverio Tasca, vibrafono; Roberto Caon, contrabbasso;
Marco Carlesso, batteria
Forse era stanco, poiché si trattava
dell'ultimo concerto di un tour per piano solo. Quello che è mancato a Venezia in
un teatro Goldoni occupato forse per metà, è stato il raccontare qualcosa per mezzo
dello strumento. Ma questa volta ha avuto ragione chi non c'era. In buona forma
fisica a dispetto dei 72 anni d'età, il pianista nato a Chelsea nel Massachusetts,
ha iniziato con una medley di due suoi pezzi famosi, "Sometime Ago" e "La
Fiesta", che risalgono alle "Piano Improvisations vol.1" del 1971 (ECM)
e al primo, non ancora così elettronico, "Return to forever", del 1972 (sempre
ECM). A sorpresa, poi, ha interpretato uno standard, "Someday My Prince Will
Come", dopo il quale si è rivolto al pubblico elencando i pezzi suonati e attribuendo
lo standard alla penna di Miles Davis. E' la volta di "Armando's Rumba",
uno dei suoi famosi pezzi latini, che precede un trittico di composizioni monkiane,
tra le quali l'immancabile "Trinkle Tinkle", presente nel volume 2 delle
"Piano Improvisations", e "Blue Monk", che lo induce all'esecuzione
di un blues per concludere il primo tempo. Sono passati quarantadue minuti, sufficienti
a capire che sarebbe stato meglio optare per un unico set, arrivando ad un'ora o
poco più. Invece, al rientro in scena dopo l'intervallo, Corea inizia a chiedere
che cosa la platea voglia sentire. Parte una raffica di titoli, tutti disattesi,
a parte l'iniziale "Bud
Powell", di Corea, che forse ha accontentato chi aveva richiesto un
brano dello sfortunato pianista. Segue un omaggio, assai prolisso, a Paco De Lucia,
il "Preludio n°4" di Aleksandr Skrjabin, ampliato da improvvisazioni, alcune
"Children's song". Applausi e, ahimè, il pianista ritorna sul palcoscenico
per far cantare il pubblico su cinque tonalità, tre per le donne, due per gli uomini.
Un brano improponibile, utilizzato spesso da chi è a corto di idee. Corea ne sembra
da tempo privo. Ma grazie al nome, alla bravura, chè quella non è in discussione,
un tocco nitido e un senso ritmico che deriva forse da una predilezione per la percussione
– Corea ha inciso anche un disco come batterista e vibrafonista, "Super nova"
(1969), di
Wayne
Shorter - il musicista americano di origini italiane può continuare ancora
a girare per il mondo, pur non regalando emozioni agli appassionati di jazz e buona
musica, facendo trascorrere una serata in allegria, grazie ad un "karaoke" intelligente,
indirizzato a quella fetta di pubblico che va ad un concerto per passare una serata
diversa dal solito, spesso senza sapere che cosa o chi andrà ad ascoltare.
L'ultimo concerto della sesta edizione del festival ha presentato
un interessante nuovo progetto, il trio Mediterre del vibrafonista e percussionista
Saverio Tasca di Bassano del Grappa. Abbandonato il quartetto Juracamora,
con il quale cinque anni fa si era presentato alla platea del festival lagunare,
Tasca con questo nuovo trio intende prendere musiche della tradizione mediterranea
per trasportarle nella musica improvvisata. Nella quiete del giardino della Fondazione
Peggy Guggenheim il trio ha proposto composizioni del leader, tratte da melodie
greche ("Sospiri" e "Lamperos ilios"), ispirate alla Spagna ("Pesca
andalusa") o all'Albania ("Albania"). Tutte molto ben eseguite, con un
impeccabile interplay ed un'attenta lettura di temi non semplici. In scaletta anche
tre convincenti pezzi del contrabbassista, l'iniziale "Prayer for a friend",
"New Hope" e il conclusivo "No more", un'invocazione collettiva che
ponga fine alle guerre. Gradevole la trascrizione moderna di "Gracieusement",
un pezzo barocco del compositore francese Joseph Bodin De Bois Mortier, che ha ricordato
le frequenti incursioni, più o meno felici, del Jazz nel territorio classico. Complimenti
dunque a Tasca, poiché fa conoscere la sonorità morbida di strumenti come il vibrafono
e la marimba, che non hanno modo di apparire con frequenza nel repertorio creativo,
sia dal vivo che in studio, della musica Jazz.
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28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
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Data pubblicazione: 08/09/2013
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