Barletta Jazz Festival 2009
Richard Galliano Quartet
Arena del Castello - venerdì 31 luglio 2009
di Alceste Ayroldi
Richard Galliano
- fisarmonica
Gonzalo Rubalcaba - piano
Richard Bona - basso
Clarence Penn - batteria
Barletta è un salotto culturale di tutto rispetto,
sempre in fermento grazie, soprattutto, alla creatività di sodalizi privati che
nobilitano ancor più la neonata sesta provincia della Puglia. Da sei anni a questa
parte l'estate jazzistica italiana, farcita oramai di ogni segno musicale, ha nel
suo carniere un altro festival degno di nota che si avvale – in prevalenza – di
una location prestigiosa quale è l'arena del centralissimo castello federiciano,
splendido ed ottimamente manutenuto. Sei edizioni che il direttore artistico
Michelangelo Decorato ha condotto con particolare attenzione alla diversificazione
dei progetti, senza mai cadere nella trappola della banalità da cassetta. E ciò
anche in barba alle economiche depressioni che hanno – progressivamente – limitato
il flusso dei finanziamenti pubblici e privati.
Il Barletta JF 2009 ha offerto un
pingue cartellone, ben variegato ed incastrato in un lungo weekend di fine luglio
(29 luglio/1 agosto) spalmato tra la menzionata arena, La Tana (spazio ricavato
nei sotterranei del castello svevo per piccoli spettacoli di teatro-off) e lo stabilimento
balenare Bagni Teti. Prosceni calcati dal Trio Bobo (29/7), Sotti Barsh
Cinelu Trio (30/7), The Five Corners 5tet (1/8). Perno della kermesse
organizzata dall'associazione culturale Played in Italy il concerto del
Richard
Galliano Quartet (31/7).
Un'estate fin troppo densa di impegni per il fisarmonicista nizzardo,
come lo stesso ha confessato in un'intervista rilasciata a
Marco Buttafuoco per Jazzitalia.
Fin troppo. Tanto da emergere una certa stanchezza espositiva ed un marcato accademismo,
seppur dall'alto di una classe indiscutibile.
Galliano
ha al suo fianco una terna ritmica di virtuosi, almeno sulla carta e per i suoni
trasmessi in passato: Gonzalo Rubalcaba al pianoforte, Richard Bona
al basso elettrico e Clarence Penn ai piatti e tamburi. Ognuno con il suo
vissuto ad ampio spettro, con un bagaglio consistente e policromatico pronto a fondersi
con il mantice del leader. Ma questa visione stenta a materializzarsi, anzi è assolutamente
rarefatta e l'affiatamento sembra incatenarsi attorno agli schemi rigidi dettati
da
Galliano e dalle sue melodie, in alcuni casi monocordi. Ogni
qualvolta Rubalcaba accenna ad involarsi, liberando un cinquillo o lanciandosi
in divisioni metriche più spericolate, viene incravattato e ricondotto su binari
più comuni e mid-tempo. Sfugge a tale assetto timbrico calibrato in eccesso, la
sola Giselle: tesa e vibrante.
Galliano fa – giustamente – il "padrone" ed amalgama il tutto
con decisione, tenendo sotto controllo anche il pimpante Richard Bona che
agisce "in sospensione", sotto l'influsso dell'eloquio del leader che, nonostante
l'evidente stanchezza, ha cercato quei momenti di altissima tensione poetica che
da sempre caratterizzano la sua cifra stilistica.
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
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Data pubblicazione: 14/11/2009
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