Nel mondo musicale di
Franco Cerri,
l'armonia ha sempre avuto una attenzione particolare.
Una originale ed articolata sequenza armonica è la principale caratteristica che
una canzone doveva possedere per essere inserita nel suo repertorio.
La personalizzazione di un Tema è prassi comune e necessaria per ogni Artista ed
in ogni genere, ma nella musica jazz assume l'aspetto di una "riscrittura": coinvolge
melodia, armonia, strutture, tonalità, ritmica, velocità… al punto da sembrare quasi
una nuova composizione.
Non a caso Cerri "rinomina" i suoi arrangiamenti, così che: "Autumn Leaves"
diventa "Le mie foglie", "Night and day" diventa "Senza tregua",
"Caravan" diventa "Comitiva"…"Laura" diventa "L'aura".
Traduceva a suo modo anche le indicazioni musicali: "Intro" diventa "Itron",
"Coda" diventa "Cado", "Improvvisare" diventa "Fai da te"…ed
anche nelle dediche non resiste quando: "Nel bene e nel male" diventa "Nel
bene e nel meno bene".
Nelle versioni di Cerri la riconoscibilità del Tema originale è sempre garantita
grazie alla melodia chiaramente presentata. Cerri ha infatti sempre ben presente
che non bisogna mai togliere al pubblico (che paga il biglietto) il piacere di riconoscere
ciò che sta ascoltando.
La profonda originalità, direi meglio unicità della sua musica, sta nelle scelte
armoniche che sorreggono il Tema e gli Assoli. Questo aspetto viene notato da tutti,
musicisti esperti e semplici ascoltatori, perché le nuove armonie creano un diverso
ambiente sonoro.
Le linee armoniche di Franco sono frutto di una ricerca attenta e messe a punto
con impegno. Spesso riviste, come si può notare dalle varie versioni dello stesso
brano realizzate a distanza di tempo.
L'armonia nella musica è quello che nella fotografia è lo sfondo; lo stesso soggetto
può essere ritratto su sfondi diversi.
Non ci sono accordi "sbagliati" a sostenere una nota se vengono inseriti in un flusso
logico.
E' sempre ciò che segue che giustifica ciò che precede. Questo vale sia per le sequenze
armoniche che per le frasi melodiche; non importa da dove si parte e come si procede
se poi si conclude al punto "giusto". E' la rivincita della "pratica" sulla "teoria".
Accettato questo principio, i percorsi armonici possibili si ampliano in modo praticamente
infinito.
L'attenzione che Cerri pone alla linea di basso è primaria.
E' la linea del basso, quella che viene comunemente chiamata la "seconda melodia",
a guidare tutto l'andamento armonico.
Cerri all'inizio della sua carriera professionale era considerato un ottimo bassista,
richiesto forse ancora più che come chitarrista. Tutto ciò si avverte chiaramente
nel suo modo di armonizzare.
Egli usa scrivere una linea di bassi mentre canta la melodia per poi armonizzare
queste note di basso con le forme di accordo che ritiene più adatte, guidato dal
suo orecchio (la famosa "paletta").
Realizzata la stesura, si deve poi passare alla pratica esecuzione.
Questa si presta a molteplici possibilità; gli accordi possono essere suonati, saltati,
usati parzialmente, arpeggiati…a seconda della sensibilità, della tecnica, dello
strumento utilizzato o del semplice gusto dell'esecutore.
Le sigle riportate sono esattamente quelle scritte da Cerri nei suoi manoscritti,
ma le diteggiature sono in gran parte mie scelte in quanto non espressamente indicate;
rispecchiano tuttavia le principali forme accordali da lui normalmente utilizzate.
Desidero infine dare un piccolo avviso: certi accordi di Cerri ad una prima esecuzione
possono sembrare errori di scrittura o poco logici, ma se li ripetete più volte
comincerete a dubitare della loro inadeguatezza, e poco a poco scoprirete che portano
la melodia in una nuova dimensione.
J.L.Borges scrisse: Chi cammina sulle orme altrui non lascia impronte; di
certo Franco
Cerri di impronte ne ha lasciate parecchie!!!
Buona musica!
Antonio Ongarello,
Ottobre 2021