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Salvatore Pennisi - Giuseppe Mirabella
Braintrain
Jazzy Records (2012) JR 0005
1. Standalone
2. Brain Train
3. Before The Tragedy
4. Wild Alcantara Falls
5. Everywhere You'll be…
6. Melting Pot
7. Swingineering
8. L'anniversario
9. Father's Memory
Dino Rubino
- tromba, flicorno
Orazio Maugeri
- alto sax
Giuseppe Vasapolli - pianoforte
Marco Panascia
- contrabbasso
Massimo Alioto - batteria
Giuseppe Mirabella
- chitarra, direzione, arrangiamenti
Salvatore Pennisi - elettronica, sound programming
Ospite:
Giuseppe Asero - alto sax (3, 6, 7)
Non si dica che in Italia v'è penuria di progetti e di idee, perché sarebbe una
grande menzogna. Certo, bisogna guardare più in là del proprio naso, peraltro intasato
dalle visioni, oramai, oniriche dei vari tributi sfaccendati che possono circolare
o di immasticabili gruppi dall'America e dintorni che stazionano in Italia per far
ingrassare le personali economie di musicisti che profumano di frutta.
L'Italia è un paese creativo, fatto di persone che si dannano intorno ai loro sogni.
E producono bei manicaretti, come nel caso di Salvatore Pennisi, ingegnere elettronico,
professore universitario innamorato di automatismi computeristici e del jazz, che
s'accompagna a un altro esperto di programmazioni informatiche, ma anche valente
chitarrista:
Giuseppe Mirabella.
Pennisi promuove l'idea, il simbolo: far coesistere, cum grano salis, la
musica afroamericana, l'innato senso per la melodia tutto italiano e la grana elettronica.
E rilancia, mettendo sul piatto una concezione che fa accapponare la pelle ogni
qualvolta se ne parli: la fuga dei cervelli, dall'Italia in generale e dalla Sicilia
in particolare. E, così, raggruppa una squadra di talenti siculi, alcuni rimasti
in sede e altri liberatisi dagli arpioni della grettezza mentale pubblica, e anche
privata, della nostra amata patria.
Dino Rubino,
Orazio Maugeri,
Giuseppe Asero, appartengono alla prima schiatta, mentre
Marco Panascia,
d'origini catanesi, risiede a New York, Giuseppe Vasapolli, dai natali siciliani
(San Cataldo), ha trovato l'accoglienza che merita a Los Angeles e Massimo Alioto
è Visiting Professor all'università del Michigan. Ecco il "treno del cervello",
preso con rammarico dagli artisti e anche, come ben sappiamo, da tante altre realtà
impegnate su diversi fronti.
Il progetto merita tanta attenzione, quanta la musica che il
disco suona.
Pennisi qui non si dedica ad alcun strumento "tradizionale", eppure è il mattatore
dal punto di vista compositivo, rinfrancato dagli arrangiamenti di valore di Mirabella,
che autografa anche tre brani.
Le elettronica fa da sfondo a temi eleganti e si insinua a tratti,
come nelle maglie del mid-tempo mainstream, venato di cool, di "Standalone",
con il bel contrappuntare dei fiati e marchiato dal discorso melodico, opportunamente
equilibrato e dalla velocità perfettamente controllata, della chitarra di Mirabella.
L'alto sax di Maugeri troneggia, con le sue frasi dal forte cromatismo che sottolineano
la traccia eponima, rintuzzato e pungolato dalle incalzanti linee del basso di Panascia,
per fare spazio alla schiettezza armonica tratteggiata da
Dino Rubino.
"Before The Tragedy" è il brano che, per primo, sprigiona più fuochi elettronici
che sottendono alla squillante tromba di Rubino, preludio della cantabile "Wild
Alcantara Falls".
Luci puntate su Giuseppe Vasapolli in "Everywhere You'll Be",
sognante, ma resa lucida da un'esecuzione solipsistica di spessore, con sincopi
discrete e giocata sulle sfumature. L'elettronica la fa da padrone nell'incipit
di "Melting Pot", creando la giusta tensione per un brano innervato sulle
corde di Mirabella, i tamburi arabescati di Alioto e i fiati a dipingere scenari
da ogni dove. "Swinginerring", il cui contenuto musicale è nel nome, ondeggia
su sferzate tecnologiche. "L'anniversario" ha quell'appeal che solo le belle
colonne sonore possono avere, quelle ingioiellate al punto giusto. E i diademi sono
portati da Rubino che lavora meticolosamente sul timbro, per far da contraltare
ad una base crepuscolare tratteggiata da Panascia, Vasapolli e Alioto.
"Father's Memory", dal gusto post-vintage, chiude un album che è il perfetto
soundscape di un lungo viaggio in treno.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/01/2013
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