Intervista a
Dino Rubino
Messina, 10 gennaio 2008
di Giovanna Scibona
Ho potuto "vivere" musicalmente
Dino Rubino
alla tromba la prima volta a Milazzo, con il
Francesco
Cafiso Sicilian Jazz Quartet, lo scorso 2 dicembre e ne sono stata immediatamente
affascinata...l'innato talento precede la sua persona, un giovane dalla grande sensibilità
ma schivo al puro apparire, semplice e riservato.
Stasera a Messina, presso il teatro Savio, lo
ritrovo nello Scott Aruda Quintet, - ad inaugurare una prestigiosa rassegna
jazz organizzata dall'associazione culturale Maremare – stavolta nelle vesti di
pianista...approfitto di qualche pausa durante il sound check per la mia intervista.
Dino, leggo dalla tua biografia che il tuo primo approccio
alla musica arriva da giovanissimo e lo strumento "tramite" è il pianoforte: come
nasce e cresce questo tuo amore/passione per la tromba?
Ho iniziato ad amare la musica sin da piccolo, essendo cresciuto in un ambiente
dove essa era compagna di tutti i giorni. Ad 11 anni ho iniziato a studiare pianoforte
al Conservatorio di Catania ed a 14, dopo aver assistito ad un concerto di Tom
Harrell, ho deciso di iniziare lo studio della tromba e del jazz. A 20 anni
ho avuto una crisi musicale, decisi di mollare la tromba per ricominciare lo studio
del pianoforte. Oggi ho 27 anni, sono diplomato in pianoforte e da circa un anno
ho ripreso a suonare la tromba,e devo dire che ho capito che entrambi sono indispensabili
per esprimere le mie emozioni in musica.
Quali personaggi hanno inciso e incidono più profondamente
– sia in senso umano che professionale - nel tuo percorso di ricerca musicale? Hai
dei modelli di riferimento, se si quali?
Devo dire che per indole sono una persona che cambia spesso idea..ho avuto tanti
modelli che nel corso degli anni sono cambiati..ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa..oggi
posso dirti che cerco di vivere la musica nel modo più intimo possibile.
Che cosa ama ascoltare in questo periodo Dino Rubino?
Oggi, come in passato, non posso fare a meno di Miles, Chet e
Jarrett.
Tra i brani che studi ed esegui nei tuoi concerti, ne
ami qualcuno più di altri?
In generale sono un amante delle ballads...tra queste mi piace suonare
My Funny Valentine
Secondo te c'è un suono perfetto a cui bisogna tendere
per la resa perfetta delle emozioni nell'esecuzione di un pezzo? Quanto conta la
tecnica e quanto la sensibilità personale dell'artista nell'interpretazione?
Il suono é la cosa più importante in musica..avere tecnica significa avere un
bel suono..alcuni sono convinti che
Chet Baker
non avesse tecnica solo perché non riusciva a suonare i sovracuti. Sono alquanto
lontano da questa idea!
Cosa vorresti che "arrivasse" al pubblico dopo una tua
esecuzione?
E' un problema che non mi pongo, l'unica mia aspettativa è cercare di essere
più sincero possibile nei confronti della musica e di quello che ho dentro in quell'istante.
Hai dei lavori in uscita per questo 2008? Vuoi
parlarcene?
In gennaio 2008 ho registrato un disco con
Francesco
Cafiso per
la Venus. Francesco è una persona e un musicista eccezionale e per
me è stato un grande piacere collaborare con lui.
Sogni e progetti per il futuro?
Ho delle belle cose in cantiere, ma per il momento preferisco non parlarne...
Grazie Dino, auguri per il tuo percorso di studio e di crescita musicale....a
presto!
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Data pubblicazione: 04/05/2008
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