Meltdown Festival Ornette Coleman: This is our music
Londra - 21 giugno 2009 di Vittorio Pio
foto di Lucia Bianchi
si ringrazia per la collaborazione Miles Evans e Sabine Kundel
Ornette
Coleman - sax, trumpet, violin
Tony Falanga - electric bass
Al Mcdowell - acoustic bass
Denardo Coleman - drums
Adesso che è universalmente adorato dopo anni di feroci contestazioni,
Ornette
Coleman sfoggia i suoi settantanove anni portati con invidiabile leggerezza,
poggiandosi su nuovi entusiasmi. Con il suo fare ieratico e apparentemente distaccato
da ogni cosa terrena, in virtù della piena consapevolezza del suo essere. Mr.Coleman
forse non sperimenta più come un tempo, ma il suo carisma rimane intatto e nei momenti
di grazia (a Londra ce ne sono stati diversi), sentirlo suonare sfiora l'incanto.
Di certo la direzione artistica affidatagli dal Meltdown Festival, ne ha
rinvigorito l'estro, grazie agli stimoli che sono arrivati dalle meravigliose presenze
di Robert Wyatt (in una rara apparizione nonostante la buona forma psico-fisica,
il suo apporto nella storica "Song For Che" è stato commovente);
Charlie
Haden, la cui Liberation Music Orchestra suona oggi fin troppo
levigata negli arrangiamenti di
Carla Bley,
almeno rispetto alle sue premesse costitutive;
Bill Frisell
(una primizia appena sbocciata), Han Bennink e Bobby McFerrin (letteralmente
entusiasmante il suo bis finale con Ornette per una improvvisazione in due parti
che da sola quasi meritava tutto il festival); Flea in libera uscita dai
Red Hot Chili Peppers, l'inebriante rendez-vous fra i Roots e la chitarra
incendiaria di Vernon Reid. Una quanto mai spaesata e inutile Yoko Ono;
David Murray, Marc Ribot & Mike Patton, il fido discepolo
James Blood Ulmer, i
Bad Plus
autori di un set pregevole come del resto il senegalese Baaba Maal; gli oggettivamente
rumorosi Masters Musicians of Jajouka, cui fa difetto l'ostinato parossismo
dei ritmi ancestrali che allo stesso modo li contraddistingue. La generosissima
Patti Smith e, a dimostrazione che Mr. Coleman si tiene aggiornato anche
sulle musiche che girano intorno, anche un "cult" del circuito indie americano come
gli Yo La Tiengo e un discreto Moby, bravo soprattutto nella scelta
delle cantanti.
Quasi inevitabili i ripetuti sold out fatti
registrare presso il funzionale South Bank Centre per celebrare l'apologia delle
commistioni nell'illuminata visione firmata dal padrino del free jazz che oggi -
come trent'anni fa - continua a sfidare il tempo e le regole con la sua musica sottile
ed inebriante e che qui ha persino citato degli aurei frammenti dai suoi capolavori
"Shape Of Jazz To Come" e "This Is Our Music".
Da qualche tempo Coleman ha formato un quartetto atipico comprendente
due contrabbassisti (Tony Falanga e Al McDowell), rinforzati nell'occasione
dalle tessiture del granitico Flea che nel quadro dell'esibizione hanno finito
con l'assumere un ruolo fondamentale. Dopo la defezione di altri partners eccellenti
come Greg Cohen e Charnet Moffett, l'oriundo italiano Falanga (un musicista di estrazione
classica, che qui ha quasi "inevitabilmente" abusato su uno dei preludi di Bach,
al quale poi si è aggiunta la voce lacerante del leader. n.d.c.), ha assunto quasi
una co-leadership, nell'incessante lavoro sulle corde del suo strumento, che sopratutto
all'arco non trovava mai pace. Un dialogo al top, con le fulminanti sortite di Ornette
che rispetto al passato adesso concede anche per ragioni d'età più spazio ai soli
altrui, proponendo pezzi che comunque erano quasi sempre di breve durata. Sul tavolino
posto al suo fianco, il corredo però rimaneva quello di sempre: sax alto, tromba
e violino. Dietro restavano gli affanni del figlio Denardo, notoriamente
invischiato dai suoi evidenti limiti tecnico-espressivi. Nel complesso ha retto
meglio di altre volte: di certo per lui non sarà stato facile sostenere cotanto
padre, anche al di fuori del palco. E per quanto straordinario e irraggiungibile
sia stato il suo percorso il nostro eroe sa ancora come trafiggere mente e cuore:
ogni volta che si è affacciato sul palco è stato accolto da una valanga di applausi,
che suonasse o si limitasse a una semplice presentazione dei suoi ospiti. Attento
ai dettagli nei suoi eleganti completi tendenti al blu, Coleman sembrava quasi incerto
nella sua genuina timidezza, ma poi gli bastava imbracciare il suo leggendario strumento
color avorio, e per quella oscura magia insita nella sua musica, eccolo rispolverare
il genio capace di mille invenzioni, con quella voce lacerante che spazia dal blues
a una reale evoluzione dei concetti espressi da Charlie Parker nella sua breve e
sfolgorante parabola, ma senza alcun tentativo di imitazione. Il nostro teneva la
tromba e il violino a portata di mano utilizzandole con spregiudicatezza e funzionalità,
giusto per impreziosire un linguaggio notoriamente vertiginoso che potrebbe avere
nuovi - e speriamo - imprevedibili sviluppi con l'annunciata collaborazione offerta
a Frisell e prevista per l'autunno. Qui a Londra il chitarrista è partito in sordina,
prima di ben allinearsi nella comune matrice blues, la stessa che poi ha chiuso
con un aurea esecuzione di "Turnaround" (altro
cavallo di battaglia pieno di sbalzi di tempo) il festival con l'incontro più volte
annunciato con
Charlie Haden, storico partner di altri giorni ruggenti. Ovazione
e sipario finale.
15/05/2011 | Giovanni Falzone in "Around Ornette": "Non vi è in tutta la serata, un momento di calo di attenzione o di quella tensione musicale che tiene sulla corda. Un crescendo di suoni ed emozioni, orchestrati da Falzone, direttore, musicista e compositore fenomenale, a tratti talmente rapito dalla musica da diventare lui stesso musica, danza, grido, suono, movimento. Inutile dire che l'interplay tra i musicisti è spettacolare, coinvolti come sono dalla follia e dal genio espressivo e musicale del loro direttore." (Eva Simontacchi) |
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| Bill Frisell ~ Ron Carter Available @ www.Bill Frisell.com ~ July 1, 2002 Montreal, Quebec, with Greg Liesz, Billy Drewes,, Curtis Fowlkes, Ron Miles,, David Piltch, Matt Cham... inserito il 29/04/2008 da bathoshue - visualizzazioni: 4018 |
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Data pubblicazione: 17/08/2009
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