David Murray and Hocus Pocus 3
Anfiteatro di Cristo delle Zolle, Monopoli - 9 Agosto
2010
di Pasquale Raimondo
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"L'esperienza di condividere palco e progettualità con un grande solista afroamericano
di jazz come David Murray è al contempo una conferma ed una indicazione di
percorso verso la verità più profonda di questa musica": basterebbero le parole
di Gianni Lenoci
per descrivere l'ottimo concerto che ha visto esibirsi sullo stesso palco il
grande David Murray insieme al trio Hocus Pocus 3, la magica
rima che si traduce nella profonda arte di
Gianni Lenoci
(pianoforte), Pasquale Gadaleta (contrabbasso) e Giacomo Mongelli
(batteria). L'evento firmato dall'Ass. culturale Euterpe pone l'accento –
come da titolo – su "songs, dances and rituals", nel segno di una sublime
sintesi di generi.
Sul palco sono stati alternati brani firmati da Murray a composizioni
di Lenoci. Grande attenzione per le particolarissime Mrs. Fagan
e Mbira del pianista pugliese, brani seguiti a ruota dai
singolari pezzi di Murray, come Hong Kong Song e la stupenda Morning Song,
un pezzo con cui il grande sassofonista è riuscito a coinvolgere l'intero pubblico
grazie al ritmo ed alle geniali improvvisazioni. Morning Song è una vecchia
perla del vastissimo repertorio di Murray, un brano dell'ormai lontano
1983, quando il prolifico sassofonista suonava
con John Hicks, Reggie Workman ed il batterista Ed Black in un album
come sempre licenziato dall'etichetta Black Saint.
Ampio spazio anche per le singolari rivisitazioni dei maestri del jazz, come
Bobby Bradford (Sunday Afternoon Jazz Society Blues) e Duke Ellington
- di cui il quartetto
ci ha regalato la splendida e dolcissima In A Sentimental
Mood. Il suono del suo sax, profondo quanto intenso, ha incatenato
l'attenzione del pubblico, trasformando il concerto in un viaggio d'intima riflessione.
Lo stesso
Ornette
Coleman era solito affermare che l'anima dei neri d'America si esprime
al meglio attraverso il sax tenore.
Il bis è stato infine dedicato alla sempiterna Body
And Soul di Johnny Green.
Lo sguardo trasversale di Murray ha condotto – nella vita come nei live - questo
noto sassofonista e compositore nell'orizzonte più vasto del jazz, quello che al
contempo abbraccia il sound di New Orleans e le sonorità più sperimentali.
"Nella cultura afroamericana è molto presente "the acceptance of the mistery",
l'accettazione del mistero, la presa di coscienza che in musica, come nell'arte
e nella vita, non tutto può essere spiegato attraverso l'analisi – ci spiega
Gianni Lenoci - bisogna lasciar spazio all'intuizione del momento,
alla creazione istantanea, affinché il miracolo di una musica sempre nuova avvenga".
"Se non si riconquista una dimensione etico/politica del ruolo del musicista,
dell'artista tout-court, se non si riprende la dimensione dell'"impegno", allora
la storia di questa musica finirà assorbita nei mille rivoli del mercato e dei facili
consensi, snaturandone il messaggio più profondo e vero" - ha
poi concluso Lenoci.
Pasquale Raimondo
prraimondo@iol.it
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Data pubblicazione: 29/08/2010
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