Aperitivo in concerto 2010
Charlie Haden Quartet West Teatro Manzoni – Milano - Domenica 31 ottobre 2010
di Massimiliano Farinetti
"Aperitivo in Concerto" è una bella manifestazione che è arrivata alla
sua 26ma edizione e ogni anno presenta un'ottima selezione di famosi esponenti
della scena mondiale del Jazz e della World Music. Questa edizione si è aperta
domenica 31 ottobre 2010 nel migliore dei
modi, con l'unica data italiana del tour celebrativo dei 25 anni del
Charlie Haden Quartet West.
Nato per l'appunto alla metà degli anni '80 questo famoso ensemble è
capitanato dal contrabbassista
Charlie Haden, classe 1937, che ha suonato con tutti i grandi del
jazz a partire da
Ornette Coleman, per poi diventare leader del Quartet West, appunto,
e della Liberation Music Orchestra. Al suo fianco suonano l'eccellente
sassofonista Ernie Watts e l'ottimo pianista neozelandese Alan Broadbent.
Il batterista originario Larance Marable è invece sostituito dal più giovane ma
già celebre Rodney Green.
La platea del Teatro Manzoni è gremita da un pubblico attento e preparato,
Haden chiede espressamente che la concentrazione sul concerto sia massima e
pertanto non vengono autorizzate riprese video e fotografiche che si
concentreranno nel bis conclusivo. L'inizio è forse eccessivamente "mainstream"
e compassato ma con il procedere dello stesso il livello sale assieme alla
tensione emotiva. Haden disegna linee di basso come suo solito, un walkin' bass
sempre molto pulito e cantabile, strepitoso nella sua capacità evocativa. I suoi
assoli sono temi nel tema principale che Haden ha la capacità di far quasi
"cantare" da chi ascolta.
Alan Broadbent si dimostra pianista poliedrico capace di spaziare
dagli accenti più propriamente classici (Debussy e Chopin emergono nel suo
fraseggio), al pianismo energico e divertente di Oscar Peterson e Errol Garner,
passando per accordi tipicamente blues. Ernie Watts, se fosse stato
necessario, dimostra ancora una volta di essere un fuori classe; anch'egli
capace di spaziare all'interno del sassofonismo jazz più classico senza
dimenticare al contempo di mettere forti accenti personali. Rodney Green
supporta il gruppo con un drumming potente e preciso capace di strappare
applausi più volte con assoli che, con sapiente tempismo, rendono l'atmosfera un
po' meno "sofisticata".
Il set è scivolato in poco meno di un'ora e mezza: non poteva mancare un
cavallo di battaglia del
Charlie Haden Quartet West come "First Song" che, ogni volta che
la si ascolta, appare sempre diversa. Un'esecuzione molto intensa, con una parte
iniziale molto lirica per poi dare spazio ad un raddoppio di tempo al quale si è
aggiunto uno stop down che ha riportato alla liricità iniziale, per poi
raddoppiare ancora il tempo. E qui il colpo di scena: la platea è rimasta
improvvisamente appesa all'assolo di Watts nel silenzio assoluto. Gli applausi
sono durati per alcuni minuti. E con piena ragione. Con sapiente maestria è
stato eseguito un standard di Charlie Parker "Confirmation" ma, a parere
di chi scrive, il top lo si è raggiunto con le esecuzioni di "Lonely Woman"
e del bis, l'evansiana "Blue In Green". Ma soprattutto la prima ha
colpito per la perfetta esecuzione del famosissimo tema, forse uno dei più belli
mai scritti, con il sassofono di Ernie Watts capace di riprodurre
tonalità disperatamente coltraniane. In questa esecuzione Alan Broadbent
ha dato il meglio di se' stesso riassumendo tutta la sua tecnica associata ad
una fantasia pianistica nel corso di un assolo che è partito in crescendo dalla
fine del tema di Lonely Woman per concludersi con accenti tipicamente
classici, un assolo decisamente tristaniano.
Charlie Haden mancava da otto anni da Milano, vi è tornato nel
migliore dei modi e la platea gli ha tributato la giusta accoglienza. Il Quartet
West ha ancora una volta riproposto con raffinata e sofisticata eleganza le
atmosfere un po' languide e ambigue, un po' taglienti e vibranti della Los
Angeles ben raccontata dalla letteratura hard boiled e da certa
cinematografia.