Mittelfest 2012: "Risvegli"
Brad Mehldau Trio
16 Luglio 2012, Cividale del Friuli, Piazza Duomo
di Giovanni Greto
Brad Mehldau
- pianoforte
Larry Grenadier - contrabbasso
Jeff Ballard - batteria
In un clima inaspettatamente autunnale,
il trio del quarantaduenne pianista americano è riuscito a mantenere desta, oltre
i novanta minuti indicati nel programma, l'attenzione di un pubblico infreddolito.
Certo, sarebbe stato più confortevole trovarsi in un piccolo teatro al coperto,
o in un confortevole jazz club, per assaporare la bravura, il buon gusto dei musicisti
e i diversi timbri degli strumenti. Ma è inutile piangere sul latte versato, anche
perché soffrire un po' ascoltando una buona musica rinvigorisce il corpo e rafforza
lo spirito.
Ottimo il brano scelto per iniziare, una rilettura di ‘Hey Joe',
uno dei primi successi di Jimi Hendrix. Mehldau propone un blues/rock a tempo medio,
svelando lentamente il tema famoso, deviando in qualche maniera, magari cambiando
le armonie, cosicché lo spettatore si chiede se sta davvero ascoltando quel motivo
conosciuto. Il leader, dopo un'iniziale esposizione, tende a defilarsi, lasciando
il compito della narrazione al contrabbasso mediante lunghi assolo, mentre la batteria
inizia con le spazzole, mantenendo il tempo base senza troppi fronzoli, passando
alle bacchette una volta che il brano si è sviluppato dinamicamente. Potrebbero
durare tantissimo i brani proposti e allora Mehldau quasi si interrompe, opta per
finali scarni, evitando accentazioni o accordi ad alto volume, scanditi magari dai
piatti o dall'uso dell'archetto per il contrabbasso. I brani originali iniziano
con una lunga introduzione pianistica classico-cameristica, senza forzature o sdolcinatezze,
riflettendo, probabilmente, una situazione personale più serena. Grenadier continua
ad inanellare assolo, uno più intenso dell'altro, timbricamente deliziosi, mentre
Ballard non preme mai per imporre, vista la bravura, un suo assolo. Usa esclusivamente
spazzole e bacchette, tranne nell'ultimo brano, "Exit Music (For A Film)"
dei Radiohead, in cui compaiono i mallets, le bacchette lignee avvolte nel feltro
sulle punte.
Alcuni spettatori hanno già abbandonato le gradinate gelide,
ma a chi trova la forza di rimanere Mehldau regala un omaggio a Thelonious Monk,
particolarmente bluesy, spezzettato, dando alfine spazio alla creatività di Ballard,
dapprima attraverso ripetuti breaks, infine lasciandolo protagonista di un lungo,
applauditissimo assolo. Le campane del vicino campanile finalmente tacciono, il
trio ringrazia e si può tornare a casa oppure commentare davanti ad un bicchiere
di buon vino rosso un concerto jazz tra i più interessanti dell'estate italiana.
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Data pubblicazione: 16/09/2012
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