Jazzitalia - Ashley Kahn: The House That Trane Built
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Ashley Kahn
The House That Trane Built
La storia della Impulse Records
Il Saggiatore 2007
Pag. 340- Prezzo di copertina 35 Euro.

Formidabili quegli anni. Quell' epoca storica che va dalla fine degli anni '50 ai primi anni '70, di quello che oramai viene chiamato il secolo scorso. Anni di grandi rivolgimenti e di cambiamenti irreversibili. Nell' arte, nel costume, nella vita quotidiana.

Furono anche anni leggendari per il jazz. Irripetibili. Era quella l' epoca, come ha detto Phil Woods, nell quale che i giganti camminavano ancora sulla terra. Satchmo e Ornette, Miles e Trane, Benny Carter, Sonny Rollins, Mingus, Bill e Gil Evans. Erano ancora tutti vivi, operosi, creativi. Dei grandi solo Bird, Bud Powell e Billie Holiday avevano vissuto il loro ultimo giorno

Il jazz ribolliva ancora di creatività. E di rabbia. Ardeva. Come oggi non fa più.



E' in quegli anni ribollenti che dalla costola di una Major del disco, la ABC, nacque una casa discografica, la Impulse, che avrebbe lasciato una traccia duratura nella storia della nostra musica. Come riuscì qualche anno dopo a fare la ECM, la casa americana impose, nel giro di pochi anni, una sua estetica. Gli appassionati chiedevano nei negozi l' ultimo Impulse uscito. Le costole dei dischi si presentavano nell' elegante combinazione di nero e arancio. Il corredo fotografico era raffinatissimo. Le incisioni perfette.

La sua storia viene oggi riproposta in un libro di Ashely Kahn, autore già noto per i suoi pregevoli lavori sul davisiano "Kind Of Blue" e su "A love Supreme" e riproposto da "Il Saggiatore" con l'indispensabile rilegatura nero-arancio.

Il primo disco fu lanciato nel febbraio 1961. Ray Charles suonava jazz sul suo Hammond B-3. Poi vennero dischi di transizione, ma con nomi come Gil Evans. Poi arrivò Coltrane, colui che avrebbe legato il suo nome ed il suo sound furioso e affamato all' etichetta.. Il suo primo Hit fu "Africa", nel quale la produzione investì molto concedendo al visionario sassofonista la possibilità di incidere con un organico insolito ed allargato.

La storia della Impulse e dei suoi grandi produttori Creed Taylor e Bob Thiele è strettamente legata a quella della musica afro- americana di avanguardia, alla "new thing". Oltre a Trane incisero negli studi di New York) anche Pharoah Sanders, Albert Ayler, Archie Sheep ed altri "arrabbiati".

Allora il grido di Coltrane lasciava echi nel cuore di tanti. Era una musica che non si ascoltava nelle radio specializzate ma per qualche misterioso motivo era la preferita dagli studenti dei colleges. I dischi di Trane erano popolarissimi nelle Università d' oltreoceano.

Ma sui vinili della Impulse apparve anche molto jazz "tradizionale". Benny Carter incise nel 1961 quel "Further Definitions" che voleva ricreare il clima delle mitiche sedute europee degli anni '30 con Coleman Hawkins e Django Reinhardt. E nel 1966, in piena onda free Earl Hines incise con l'orchestra di Duke (Ma Ellington non potè prendere parte alla session per motivi contrattuali), un disco dal significativo titolo di "Once Upon a time". C'era anche Elvin Jones in alcuni brani. Sempre su Impulse è documentato l'incontro fra Duke e Coleman Hawkins. Perché la Impulse amava anche questi incontri, queste sedute occasionali, che lasciano forse poche tracce artistiche, ma sono un aspetto importante del mondo del jazz. Lo stesso Trane incise con Ellington un disco forse non memorabile, ma che ogni appassionato ascolta con venerazione. Le rivoluzioni del jazz, in fin dei conti, sono sempre state portate avanti nel rispetto più totale della tradizione: nel nome dei padri.

E il pioniere dell'avanguardia, l'uomo che avrebbe dato vita all'incendiario "Ascension", produsse anche, in nero-arancio, teneri dischi di ballads, uno dei quali con il crooner Johnny Hartman. Il libro di Kahn, racconta tutto questo e tanto altro. Con lo stile sobrio ed essenziale tipico degli storici anglosassoni. E' una miniera di notizie e di emozioni per tutti gli appassionati. Che vi incontreranno Mingus e il Gato Barbieri di "Latino America", Alice Coltrane e Charlie Haden, Pee Wee Russel e Sonny Rollins, il quartetto americano di Jarrett ed entreranno in possesso di una messe sterminata di notizie sul mercato discografico e sul costume dell' epoca. La parte fotografica, tutta i b- n è particolarmente curata.

Un libro imperdibile, anche se, a dire il vero, poteva esser emessa più cura nella discografia finale, nella quale appaiono i titoli dei brani di tutte le incisioni Impulse ma non le formazioni dei vari gruppi che vi parteciparono.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 22/10/2007

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