Ed: The Act Company - 2005 Egea Distribution
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Nguyen Le Quartet
Walking On The Tiger's Tail
1. Wingless Flight
2. Yielding Water
3. Totsu!
4. Snow on a Flower
5. Jorai
6. Butterfly Dream
7. Walking on the Tiger’s Tail
8. Bee
9. Evening Glory
10. Zamora
11. Eventail
Nguyen Le - guitar Art Lande - piano Paul Mccandless - sax , oboe, clarinet Jamey Haddad - drums
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Storie attinte dalla tradizione del taoismo. Storie paradossali che hanno
inondato la vita di Nguyen Le. Il regno onirico del chitarrista franco-vietnamitamita
si libera in questo suo lavoro licenziato dall'attivissima The Act Company.
E' un viaggio attraverso un periodo particolare della vita di Le
e dell'incontro con un antico libro cinese. Ed il suono segue tali tracce di
criticismo esasperato e di anticonformismo che caratterizza – storicamente – il
taoismo attraverso il recupero del patrimonio religioso.
I suoi compagni di viaggio sono di grande levatura: Paul McCandless
ai fiati (praticamente tutti) il "newyorchese" Art Lande al piano, ed il
"professore" Jamey Haddad alla batteria.
Un gruppo affiatato ed accomunato da quella spinta elettrica che contraddistingue
il leader.
Manca un bassista! Una scelta coraggiosa, ma guidata, sicuramente, da
un'esigenza distante da altre soluzioni.
Il lavoro dal punto compositivo risulta carente di qualche elemento. Manca
la grinta, l'allure. Ogni brano è magistralmente eseguito. Il quartetto,
ben affiatato, costruisce algoritmi, ma non colpisce al cuore.
Scivola, con particolare gradevolezza. Ma scivola, anche nei brani più
ispirati dalla tradizione Zen (Totsu)
allorquando percorre sentieri armonici vicini alle composizioni dell'ultimo Metheny,
in alcune parti, e fiocchi di sinfonica new age in altre.
L'assenza del basso rende ancor più etereo il suono, come nell'albeggiante
Snow on a Flower, dalle
tinte barocche.
La tecnica di Nguyen Le non si discute. Si apre sempre a soluzioni
nuove ben supportate dal drive di Haddad e dalle incursioni percussive ed
armoniche di Lande che cercano di sopperire all'assenza di groove con alchimie
varie, sempre tese e ben studiate.
L'interplay tra i quattro si ascolta e traspare nei movimenti ritmici
ed armonici come in Jorai
o in Walking on the
tiger's tail, brano di particolare intensità, ben strutturato che libera
McCandless in un solo travolgente.
Preziosismi, forse eccessivi, emergono ancora in
Butterfly Dream e nel brano
conclusivo Eventail,
pregni di una ricerca del suono esasperata e di tecnicismo estremo.
Armonie leggiadre e suadenti si ascoltano nella gradevole e
Slow Bee, così come nella
più strutturata Evening Glory.
Una fusione di suoni. Una prova intellettuale impegnativa, un viaggio
filosofico- iniziatico che però non alimenta adeguatamente quel pathos che, probabilmente,
voleva trasmettere l'artista.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 09/04/2006
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