Padova Jazz 2014
The Swallow Quintet Padova, Teatro Verdi – 14 novembre 2014
di Gabriele Prevato foto di Elisa Tessarin
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Steve Swallow
- basso Carla Bley
- organo hammond
Chris Cheek - sax tenore
Steve Cardenas - chitarra
Jorge Rossy - batteria
Un altro pezzo di storia del jazz passa per il Teatro Verdi di
Padova per la rassegna Padova Jazz 2014. Il
groove vintage e swingante del quintetto di Steve Swallow,
uno dei ‘padri fondatori' del basso elettrico nel jazz, ha deliziato la platea patavina
con un concerto che riprende in buona parte l'ultimo disco registrato per la ECM
intitolato "Into the Woodwork".
Il quintetto vede all'organo hammond
Carla Bley,
un inarrestabile Chris Cheek al sax tenore, Steve Cardenas alla chitarra
e il grande Jorge Rossy alla batteria.
In circa un'ora e mezza di concerto il gruppo ha regalato dei bei momenti mettendo
in luce la sua fibra matura, gentile e solida. La scrittura di Swallow non risulta
facile da interpretare né tantomeno lascia spazi troppo liberi all'improvvisatore
di turno. Il concerto si è aperto con il brano "Sad Old Candle" per poi proseguire
con un medley di tre brani tratti dall'ultimo album, dove si è percepita una compiutezza
musicale e una levigatezza di suoni rara da trovare.
Dopo il medley Swallow, con voce estremamente pacata, ha presentato la band e ringraziato
il pubblico per essere presente e ascoltare con tanta attenzione.
Nel successivo brano "Now and Again", completamente a loro agio e sorridenti,
Chris Cheek, Steve Cardenas e Jorge Rossy hanno continuato in modo crescente a tirar
fuori il loro talento, dimostrando notevoli doti di ascolto. In tutto il concerto
sono stati sempre capaci di dare un apporto personale e di mantenere un equilibrio
tra gli aspetti compositivi non facili e l'esecuzione.
"Still There" è denso di citazioni della storia della canzone americana,
suonate all'organo da una
Carla Bley
che appare seriosa e stanca. E' negli ultimi brani del concerto che l'interplay
si mostra splendente, fuori dal comune, capace di swingare all'unisono come nel
blues di "Unnatural Causes" o nel dialogo tra sax e chitarra in "The Butler
Did It".
Lascia un po' perplessi il finale. Dopo il canonico bis il quintetto ha salutato
e ringraziato il pubblico che per diversi minuti ha poi continuato ad applaudire
per richiedere un altro bis. Invito non accolto dai musicisti che non sono più nemmeno
riapparsi per salutare.