Ubi Jazz 2011 Giovanni Guidi solo piano 17 aprile 2011, Mirano (Ve). Barchessa Giustinian Morosini
di Giovanni Greto foto di Elisa Tessarin
Un recital di piano solo, o comunque di un unico interprete, è un banco di prova
assai arduo da affrontare. Ti senti responsabile ancora di più verso la platea.
Ti senti osservato e quasi spogliato. Insomma, c'è il rischio di farsi prendere
dal panico. Tutto questo non si è verificato a Mirano. Ad intrattenere un pubblico
attento ed educato, affezionato al cartellone di Ubi Jazz, rassegna appena ripresasi
dopo una serie di problemi economici, ci ha pensato il pianista e compositore di
Foligno, il quale, nonostante la giovane età – è del 1985
-, ha mostrato la propria tendenza narrativa in un unico set di 75 minuti.
Quattro
le improvvisazioni eseguite, che partivano in souplesse, con poche note, che mano
a mano aumentavano, fino a toccare vertici di intensa percussività. Nello sviluppo
della composizione, Guidi pensava a standard che gli passavano per la mente in quel
particolare momento e li inseriva, sviluppandoli a volte in maniera swingante, altre
in uno stile funkeggiante che faceva pensare alle improvvisazioni di piano solo
di Keith
Jarrett negli Anni Settanta.
Curioso e lunghissimo il titolo del brano
scelto come unico bis: "You ain't gonna know me because you think you know me",
che reso in italiano suona come "non mi riconoscerai perché pensi di conoscermi".
Si tratta di un breve tema di stampo reggae, composto dal trombettista sudafricano Mongezi Feva.