Festival Internazionale del Jazz della
Spezia Chick Corea - Miroslav Vitous - Roy Haynes
"Now He Sings, Now He Sobs"
La Spezia, 30 agosto 2010
di Massimiliano Farinetti
La Spezia, lunedì 30 agosto 2010, Piazzetta
del Bastione: un altro pezzo della storia del jazz ha scelto la Liguria per una
performance di alto livello. Armando "Chick" Corea, Miroslav Vitous e Roy Haynes insieme
dopo quasi trent'anni per riproporre il concerto di quello che è stato uno dei dischi
divenuti un "classico" del jazz moderno: Now He Sings, Now He Sobs.
Il fatto che sia stata l'unica tappa italiana assieme a quella del 28 agosto a Ischia,
nonché una delle sole tre date europee, (l'altra è Parigi), ha fatto si che la platea
fosse davvero molto numerosa, attenta e competente.
Per
Chick Corea
era la sua prima partecipazione a questo Festival, che vanta il primato di essere
il più longevo in Italia assieme a quello di Pescara.
La set list della performance ha visto sia brani dallo storico disco, che nuove
composizioni e standards: "I Hear a Rhapody", "Now He Sings, Now He Sobs",
"I Fall in Love Too Easily", "Come Rain or Come Shine", "I Don't
Know", "But Beautiful", "Dutilleux Prelude", "Roy's Improv",
"Improv", "Matrix", "Straight, No Chaser" Le esecuzioni della title track del disco, "Now He Sings, Now He Sobs",
ma, soprattutto, del bellissimo brano "Matrix" hanno entusiasmato il pubblico.
Magnifico interplay - pur avendo suonato insieme solo di rado - e a distanza di
anni il trio ha confermato tutta la freschezza che si poteva apprezzare nel disco
d'esordio. Il concerto è stato uno splendido crescendo, se il primo brano era una
sorta di presentazione delle qualità dei singoli musicisti che rifletteva in modo
assai palese l'incisione del disco, nel finale il trio, coinvolto dal calore del
pubblico, è cresciuto fino allo splendido bis.
Incredibile il senso melodico che Corea riesce a dare ogni volta ai suoi assoli
e la tranquillità con cui li esegue, con un perfetto timing. Ancora una volta, se
ce ne fosse bisogno, Miroslav Vitous ha dato sfoggio della sua grande tecnica
e cultura musicale classica, eseguendo una serrata e precisissima ritmica al contrabbasso
"piccolo", sfoderando un assolo senza pari. Un forte senso della ritmica, linee
esecutive innovative, intensità e improvvisazione caratterizzano la performance
del grande contrabbassista ceco. E poi quel "ragazzino" di 85 anni che risponde
al nome di Roy Haynes, autentica leggenda vivente della batteria jazz, ha
continuato per due ore a suonare e improvvisare con grande maestria. Il brano di
pura improvvisazione che ha eseguito, ha fatto tornare alla mente il Max Roach.
Gli standards eseguiti in modo molto originale, soprattutto "But Beautiful"
e il bis conclusivo, la monkiana "Straight, no chaser", hanno portato al
massimo l'entusiasmo della platea. Il tema di Monk è apparso assai fluido, lontano
dall'incedere "saltellante" dell'originale, Corea nell'intro ha esaltato la sua
tecnica con un incedere molto moderno a un brano ultranoto, spesso anche inflazionato,
ma che in questa circostanza è apparso ricco di nuova linfa.
Certo è, che il progetto "Now he sings, Now He Sobs" racchiude in se tutta
la musica di Chick
Corea e il brano "Matrix" ne è una sua dimostrazione: si sente
l'influenza – embrionale - della musica latina ed è facile andare con la mente alla
celeberrima "Spain". Anche oggi, 42 anni dopo la performance originale, si è confermato
come uno delle massime espressioni del trio piano jazz, paragonabile per capacità
innovativa a quelli di
Bud Powell
e di Bill Evans.
L'idea di trio di Corea nel vedere i musicisti in modo paritetico non è una caratteristica
riconducibile a questo concerto; già in altre circostanze, anche con musicisti meno
celebrati, si è visto che bassista e batterista hanno tutto lo spazio per guidare
il trio e non limitato all'assolo di competenza.
Un unico appunto per la qualità dell'audio che, a parere di chi scrive, non è
stato all'altezza della serata, il suono del basso era molto impastato e il piano
molto "inscatolato".
Con lo straordinario concerto di
Chick Corea
si è chiusa quindi nel migliore dei modi la 42esima edizione del Festival Internazionale
del Jazz della Spezia promossa da Comune della Spezia, Istituzione per i Servizi
Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio e Società dei Concerti.