Ivo Franchi
Keith Jarrett
Collana Legends
Pagine: 128
Prezzo: 9.5 €
Anno 2002
ISBN 88-359-5193-3
Editori Riuniti
Via Alberico II, 33
00193 Roma
Centralino: tel 06/6889951 Fax: 06/6868696
web:
http://www.editoririuniti.it
Sorta di bambino prodigio (inizia a prendere lezioni di piano a tre anni, a sette è già su un palcoscenico) Keith Jarrett comincia la carriera negli anni '60. Dopo aver frequentato la Berklee School Of Music, suona con Art Blakey e i suoi
Jazz Messengers prima e con il quartetto di Charles Lloyd poi, girando in Europa, Asia e persino in Russia.
Nel '69, Jarrett sostituisce Joe Zawinul alle tastiere nel gruppo elettrico di Miles Davis, prima di formare, nel '72, il suo primo vero gruppo con
Charlie Haden, Paul Motian e Dewey Redman. Da allora, inizia una carriera solista folgorante che lo rende figura leggendaria anche fuori dall'ambito jazz.
Le sue famose «Goldberg Variations» lo avvicinano al mondo della musica classica, mentre il suo progetto «Standards» (il trio con Gary Peacock e Jack De Johnette) lo riporta tra le braccia dei jazzzofili.
Questo volume sintetizza in modo mirabile la vita professionale e le opere di questo grande artista, diventando uno strumento efficacissimo e di facile consultazione. Oltre a un'analisi disco per disco (e spesso traccia per traccia) e a un efficace profilo biografico, il libro presenta un piccolo autoritratto (realizzato con dichiarazioni riportate dallo stesso Jarrett nel corso della sua carriera), un'appendice dettagliata con tributi, partecipazioni, libri e video a lui dedicati. Infine, analizza gli eredi o comunque tutti i musicisti influenzati dalla sua arte e dal suo originalissimo approccio stilistico
Tratto dal capitolo "Un Autoritratto"
"C'è qualcosa che voglio dire fin dall'inizio.... io non mi sento esattamente un musicista, e, quando mi ascolto suonare, ci sono momenti in cui realizzo che non si tratta solo di musica" (1990).
"Una sensazione che conosco bene è quella di sentirmi solo. D'altronde è questo il prezzo che devi pagare se vuoi essere te stesso. E non credo affatto di soffrirne, ma ho l'impressione di non aver nulla da dire alla maggioranza delle persone..." (1989)
"Mi accorsi tutto a un tratto che adesso potevo suonare il piano...non stavo più cercando di suonare con me stesso! Su di una scala che va dalla A alla Z, la Z corrisponde al momento in cui raggiungi la tua vera voce, riesci a mantenerla e solo con essa crei la musica".
"Tu pensi alle pause come a momenti vuoti, cioè un accordo e... un accordo e... eppure all'interno delle pause c'è la musica" (1990).
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Data pubblicazione: 22/08/2003
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