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Antonella Montrasio - Max De Aloe Quartet
Pingopingando
(ABEAT-FASTLINE 2012)
1. Correnteza (T.Jobim) - 2:57
2. Imagina (T.Jobim) - 2:38
3. Gabriela (T.Jobim) - 5:28
4. Olha Maria (T.Jobim) - 1:07
5. Borzeguim (T.Jobim) - 6:15
6. Ligia (T.Jobim) - 5:04
7. Tereza da Praia (T.Jobim) - 4:18
8. Estrada Branca (T.Jobim) - 1:37
9. Bebel (T.Jobim) - 3:35
10. Luiza (T.Jobim) - 4:31
11. Chovendo Na Roseira (T.Jobim) -2:10
12. Falando de Amor (T.Jobim) - 4:14
13. Passarim (T.Jobim) -0:56
Antonella Montrasio - voce
Max De Aloe
- armonica cromatica
Roberto Olzer - piano
Marco Mistrangelo - contrabbasso
Nicola Stranieri - batteria
Via Pasubio, 6 21058 Solbiate Olona
(VA) tel/fax +39 0331 376380
Antonella Montrasio ha una vera passione per Antonio Carlos Jobim, uno
dei compositori più importanti della musica brasiliana. Il musicista carioca ha,
spesso, flirtato con jazzisti quali Gerry Mulligan, Stan Getz o Bud Shank. Non appare,
quindi, fuori luogo la collaborazione della Montrasio con il quartetto di Max De
Aloe, che ha percorso ambiti extra jazzistici come dimostra il recente album dedicato
a Bjork, e pronto a raccogliere la sfida di un estratto consistente di classici
della bossa nova.
La cantante riserva un trattamento affettuoso e partecipato a undici brani di
Jobim scelti con cura, evitando le hit più battute. La sua voce è aggraziata, piuttosto
omogenea nelle dinamiche, sempre dentro le righe. Come interprete, però, non rivela
una personalità molto spiccata: la sua esecuzione è priva di imperfezioni, ma non
travolgente. Non aggiunge, cioè, elementi significativi a canzoni già entrate a
far parte del repertorio di musicisti e vocalist di livello internazionale dagli
anni settanta in poi.
Accanto a lei si muove in modo elegante Max De Aloe, intento a disegnare con
la sua armonica, preziosa timbricamente, le linee melodiche dei pezzi o a dialogare
con il pianoforte. Roberto Olzer, da parte sua, lavora di sostanza e di cesello.
E' lui il motore dell'intera macchina musicale, occupandosi anche degli arrangiamenti.
Sa svolgere il suo ruolo in modo competente ed è protagonista, inoltre, di un efficace
"Passarim" suonato in solitudine. Marco Mistrangelo e Nicola Stranieri, a
basso e batteria, assicurano un impulso in stile italiano a ritmi sudamericani.
Si avverte, in un certo senso, la loro cultura di origine, la loro storia musicale
e questo è un pregio, perché aggiunge un qualcosa in più a questi evergreen.
La traccia più convincente è "Falando de amor", forse per la bellezza stessa
del pezzo, resa sotto tono con una vena soavemente malinconica, dove si impongono
un solo brillante dell'armonica e un intervento "testuale", vale a dire teso a mostrare
il senso dei versi, da parte di Olzer.
In conclusione "Pingo pingando" è un atto d'amore per un autore che ha
fatto grande la bossa nova, amato da tanti fuoriclasse del jazz. E' inciso da stilisti,
da artisti propensi a cambiare panorami e coordinate ad ogni nuova occasione. Il
limite, però, di questa operazione è nella mancanza di verve, di
"sangue" nella voce della cantante. E se fosse una opzione di fondo quella dell'understatement?
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 28/04/2013
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