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Aurora Curcio
D'onde
Improvvisatore Involontario (2011)
1. Note dell'autore
2. D'onde-Ponente
3. A zonzo
4. Echi
5. Incontri
6. Levante
Aurora Curcio - piano & compositions
Domenico Ammendola - clarinet
Carmelo Coglitore - soprano & tenor sax, bass clarinet
Andrea Avena
- bass
Francesco Cusa - drums
Un disco di soli ventotto minuti, ma che contiene in sintesi tante idee e referenze
da farlo risultare alquanto completo ed esaustivo.
Contrariamente al nome dell'etichetta, "Improvvisatore involontario", qui siamo
in presenza di una compositrice, praticamente esordiente, la calabrese Aurora Curcio.
Si comincia con un piano solo di meno di quattro minuti. In questo breve preambolo
si pone in evidenza una cifra stilistica in cui si possono cogliere le influenze
di una Marylin Crispell o di un Paul Bley, mutuate attraverso un linguaggio sospeso,
pensoso, essenziale, armonicamente ambiguo. Dopo questa introduzione ricca di pause,
silenzi e riprese cariche di sottintesi, si affaccia un brano più "jazzistico",
quasi una ballad. Il tema è esposto dai due fiati all'unisono e "dietro", il quintetto
suona una musica malinconica, evocativa, affascinante.
"A zonzo" si apre con un duetto cameristico fra i due clarinetti. Il dialogo
è impregnato di uno swing più interno che esterno, ma ben avvertibile. Dopo diverse
divagazioni, il colloquio va a "quagliare" in una melodia più leggibile, in un valzer
un po' sgangherato, dove tutti si lasciano un po' andare privi di remore di fondo.
Senza soluzione di continuità Francesco Cusa si lancia in un assolo compositivo
che fa da battistrada alle note raddoppiate e triplicate delle ance, ai fischi,
ai rumori cercati e risolti in suoni più regolari di "Echi". Dopo uno stop si fa
avanti un vero e proprio blues con il clarinetto a comandare il gioco su atmosfere
trasudanti storia e tradizione, rivissute con occhio e orecchio contemporaneo. E'
magistrale nell'ultima parte del pezzo, fra l'altro, l'assolo denso di groove e
di significati del bassista
Andrea Avena.
Non c'è modo di distrarsi, perché parte un tema bop, nella traccia "Incontri",
con tanto di "chase" fra Ammendola e Coglitore, decisamente a loro agio anche in
un ambito mainstream, con ascendenze cool. I due musicisti proiettano, in un certo
senso, le ombre di Konitz e Marsh in un contesto straniante o straniato, ma sono
assolutamente rispettosi della tradizione.
"Levante" chiude il cd ed è un omaggio sghembo a
John Coltrane,
poiché rimanda decisamente alle atmosfera dei dischi dell'ultimo periodo di attività
del grande sassofonista, ma si conclude prima di sviluppare l'intuizione o l'intenzione
appena accennate nel minuto e mezzo di durata del brano.
Aurora Curcio con questo Cd riesce a ricomporre generi e stili della storia
del jazz in una specie di Bignami personalizzato, filtrato attraverso la sua sensibilità
e la sua cultura, che riguarda anche "altre" scene, oltre la musica afroamericana.
Non si può che apprezzare e scrivere sottolineato sull'agenda il nome di questa
esordiente. La pianista e compositrice manifesta, infatti, una concezione già bene
strutturata della musica. E' coraggiosa e sfacciata il giusto per consigliarci di
seguirla nelle sue prossime uscite in concerto o su disco. Non dovremmo restare
delusi, viste le premesse.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/02/2012
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