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C.O.D. Trio
Mingus Reform School
No Flight Records (2011)
1. Fables of Faubus
2. Self Portrai In Three Colors
3. Nostalgia In Times Square
4. Goodbye Pork Pie Hat
5. Boogie Stop Shuffle
Biagio Coppa - sax contralto, sax
soprano
Gabriele Orsi - chitarra
Francesco Di Lenge - batteria
"L'associazione culturale Flight Band nasce nel 1997 a San Donato Milanese; un
piccolo gruppo di amici, musicisti per diletto, decide di costituire una band per
cimentarsi nell'esecuzione di musica jazz, genere che, da sempre, ha costituito
un forte richiamo per tutti gli strumentisti. L'organico cresce di anno in anno
sino a raggiungere il numero attuale di 35 musicisti (divisi in due band), diretti
dal Maestro Biagio Coppa."
D'obbligo la citazione dal sito dell'Associazione per provare a comprendere e raccontare
le (loro) ragioni della scelta di un Primo titolo come questo "Mingus Reform
School", disco di esordio della neonata "No Flight Records", filiazione
diretta dell'associazione citata. La scelta di esordire con una registrazione dal
vivo del C.O.D trio se per diversi aspetti è scelta convincente e condivisibile
(oltreché d'istinto e di riconoscenza) per altri appare invece discutibile. La registrazione,
dell'estate 2009, è tratta dalla rassegna concertistica
all'interno della Rocca Brivio di S. Donato, registrazione definita impropriamente
bootleg, quasi a volerne certificare e insieme giustificare la (purtroppo) non soddisfacente
qualità sonora. Il timbro del contralto (e del soprano) di Coppa appare estremamente
metallico e smagrito, il rapporto tra i volumi sonori degli strumenti non è equilibrato,
la batteria in primo piano e la chitarra spesso indebolita. Quella fonica è però
fortunatamente l'unica pecca della uscita discografica che si presenta invece musicalmente
pregevole. Il COD trio è qui alla sua seconda prova dopo il purtroppo poco
ascoltato (ma di valore) "We will Rock You, We Will Jazz You, We Will Mock You",
dove celeberrimi brani dei Police e dei Queen venivano rivivificati e ripensati
dall'estro onnivoro e postmoderno di Coppa. Qui siamo di fronte ad un sentito e
rispettoso omaggio al genio mingusiano. Il trio sceglie cinque brani, icone del
repertorio mingusiano, e li affronta con smisurata passione ed affetto, per Mingus
ma anche per Evans che del repertorio mingusiano ha dato letture importanti.
Il gruppo ha in Biagio Coppa l'indiscusso leader. Lo stesso sassofonista
si era già misurato con il repertorio mingusiano e anche con quello evansiano con
la Flight Band. La mente fervida di Coppa trova in Mingus un terreno fertile, quasi
ideale. Siamo quindi di fronte ad un'abile e notevole capacità di parafrasi e rilettura
(riscrittura?) del Mingus più iconico.
La prassi ricorda da vicino quella evansiana: introduzioni in cui la musica nasce
lentamente dal silenzio per poi prendere corpo in temi originali, soventi semplici
ed arguti temi riff, solo più tardi, spesso imprevedibilmente, appaiono i temi mingusiani
per poi scomparire nuovamente e riapparire in un gioco di specchi e rimandi che
denota una grande sensibilità, capacità di scrittura e controllo della materia musicale.
Possibile limite della proposta: una formazione così ridotta non permette di
rendere minimamente conto della grande varietà timbrico dinamica e della eccelsa
qualità della scrittura mingusiana. D'altro canto siamo in presenza di un gruppo
di grande coesione e interplay, qui alla seconda prova discografica, con a capo
un musicista di non comune intelligenza e cultura musicale. Questa è musica che
rifugge sistematicamente i luoghi comuni del jazz post hard bop e convince pienamente
per la cura ed attenzione posta allo sviluppo musicale.
Andrea Gaggero per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/09/2011
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