Il suono del flauto è prodotto dall'aria contenuta nel
tubo dello strumento, che vibra in seguito alla pressione che su di essa
esercita l'immissione di una nuova colonna d'aria.
Questa seconda colonna d'aria, spinta nel flauto
attraverso il foro d'imboccatura della testata, si frange contro lo spigolo
opposto dell'imboccatura stessa: penetrando nel tubo comprime l'aria già
presente originando una serie di condensazioni e rarefazioni che provocano le
vibrazioni e, quindi, il suono.
Durante le vibrazioni, nel tubo del flauto si formano dei
ventri, cioè punti in cui le vibrazioni dell'aria raggiungono intensità
massima mentre sono minime pressione e condensazione, e dei nodi, cioè punti
in cui pressione e condensazione sono massime e le vibrazioni si annullano.
L'altezza dei suoni è determinata dalla lunghezza della
colonna d'aria:
più fori chiusi = colonna d'aria più lunga = note più basse
più fori aperti = colonna d'aria più corta = note più
acute
Il flauto ha un'estensione di tre ottave:
Le prime due ottave si ottengono con le stesse posizioni
delle dita (ad eccezione del re), semplicemente aumentando la pressione del
soffio d'aria per ottenere la seconda ottava; la terza ottava si ottiene invece con posizioni differenti, seppur
simili, che facilitano l'emissione e l'intonazione delle note.
Aumentando la pressione
del soffio, la colonna d'aria contenuta nel tubo del flauto si divide in due o
più parti uguali che vibrano contemporaneamente e danno origine alla serie dei
suoni armonici.
La colonna d'aria divisa in due parti dà origine ai
suoni della prima ottava (fondamentali); divisa in tre parti ne produce la
dodicesima; divisa in quattro parti produce la seconda ottava; in cinque la terza maggiore, in sei la quinta, in sette la settima minore, in otto
la terza ottava e così via.
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Data ultima modifica: 02/04/2016
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