In questi anni siete stati tantissimi ad avermi scritto chiedendomi svariate informazioni
circa l'equipaggiamento del flautista jazz: microfoni, amplificatori, ecc.
Ecco che finalmente dedico una lezione a questi argomenti.
Una premessa è doverosa: quelle che troverete saranno le mie personali preferenze
basate sulla mia diretta esperienza. Una verità assoluta non esiste, ogni musicista
ha i suoi gusti, le sue esigenze… il bello del jazz è anche questo: chiedete un
consiglio tecnico a dieci jazzisti ed avrete probabilmente dieci risposte più o
meno differenti.
Insomma, io vi dirò quello che penso, poi starà a voi provare, confrontare, decidere…tralascerò
volutamente spiegazioni prettamente tecniche come la differenza tra microfoni cardiodi
e a condensatore, casse attive e passive, jack e xlr, ecc. Se ci sono dei dettagli
tecnici che non capite, fate una semplice ricerca su internet e troverete una miriade
di articoli esaustivi a riguardo.
Iniziamo subito col dire una cosa di fondamentale importanza:
suonare il flauto in contesti jazzistici vuol dire, obbligatoriamente, suonare amplificati.
Salvo rarissime eccezioni, ripeto rarissime, non possiamo prescindere dall'amplificazione:
il flauto ha una debole sonorità, e in un contesto jazzistico anche un semplice
duo con un pianoforte o una chitarra può "soffocarci".
Come ben sapete, il nostro strumento ci mette a disposizione tre ottave: l'amplificazione
deve permettere di far sì che ogni ottava, anche quella più grave, sia perfettamente
udibile da noi stessi, da chi ci accompagna e ovviamente dal pubblico.
Attenzione perché tutto ciò non è così scontato: specialmente se siete agli inizi
e vi trovate a suonare con degli amici, vi sentirete dire frasi tipo "ma come, amplifichi
il flauto?" oppure il classico "suona in acustico, tanto noi suoniamo piano"… la
pratica rivela che suonare acustici non serva a nulla e anzi, a mio avviso, sia
dannoso: primo, perché vi accorgerete subito che l'ottava più grave sia inutilizzabile
in quanto impossibile da sentire per voi stessi e per gli altri; secondo, perché
di conseguenza tenderete ad utilizzare esclusivamente il range medio-alto e sarete
costretti a suonare solo ed esclusivamente forte; terzo, perché comunque in una
situazione di live non suonerete mai acustici, quindi è sempre meglio essere amplificati
anche durante le prove.
Chiarito bene questo concetto, il minimo indispensabile di cui abbiamo bisogno si
riassume nell'accoppiata microfono – cassa (impianto di amplificazione). Questa
è la base che ogni flautista jazz (professionista, studente o amatore) deve fare
propria.
Iniziamo dal Microfono.
Possiamo dire che a grandi linee esistano tre tipi di microfoni: i classici "a gelato",
quelli ad archetto e quelli che si fissano sullo strumento. Parere personale, quest'ultima
categoria è quella che eviterei. Negli anni ho provato diversi modelli e marche,
senza mai esserne soddisfatto, principalmente per due motivi: sensazione di "pesantezza"
sullo strumento e suono troppo "soffiato". Naturalmente diversi flautisti usano
con successo i microfoni fissati allo strumento… come dicevo all'inizio, ognuno
ha i suoi gusti e le sue esigenze, e la regola generale è "provare"!
Diverso discorso riguarda i microfoni ad archetto, che uso da anni con ottimi risultati.
La possibilità di posizionare a piacimento il microfono rende possibile limitare
l'effetto "soffiato"; al tempo stesso, con questi microfoni abbiamo libertà di movimento
sul palco, possiamo gestire il volume se abbiniamo un pre-amplificatore, e per finire
abbiamo un'ottimo resa (nettamente maggiore rispetto ai microfoni a gelato) se utilizziamo
degli effetti. Lato negativo, bisogna fare attenzione ai rientri e larsen.
Anche qui esistono molte marche e modelli; io da anni uso e consiglio i microfoni
ad archetto AKG, che sono al tempo stesso economici e di ottima resa.
Qui di seguito qualche link in cui utilizzo il
C544L:
Parlando di microfoni "normali", la classica scelta è quella del famoso Shure
SM58 o del fratello SM57. Si tratta di microfoni dal prezzo contenuto e dalla buona
resa: affidabili, resistenti, nessun problema di rientri e feedback; insomma, una
buona scelta per iniziare, soprattutto se non dobbiamo servirci di effetti. Si tratta
di microfoni che trovate in qualunque negozio e che spesso sono utilizzati anche
dai fonici in contesti professionali per amplificare il flauto.
Qui un paio di link di concerti in cui uso lo Shure SM58:
Se volete provare qualcosa di diverso e a mio avviso di un po' più adatto al
flauto, vi consiglio anche qui di provare qualcosa di AKG, e vi segnalo un paio
di microfoni meno "popolari" se vogliamo, ma ben conosciuti dagli addetti ai lavori.
L'AKG
C3000 è un ottima alternativa all'SM58 e a mio parere rende meglio se utilizziamo
degli effetti.
L'AKG
C214 è a mio avviso la migliore soluzione se cercate un microfono di qualità
superiore, che non costi una fortuna:
Ecco qui un paio di link in cui lo uso dal vivo:
Una volta che ci siamo attrezzati con un microfono, serve a questo punto un impianto
di amplificazione, importantissimo anche da un punto di vista qualitativo:
possiamo avere un ottimo flauto e un ottimo microfono, ma tutto sarà inutile se
l'amplificazione sarà di bassa qualità.
Prima di scegliere cosa utilizzare, un paio di consigli.
Il primo: fatevi una cultura su tutto quello che riguarda l'amplificazione audio.
Noi flautisti, giustamente, suoniamo uno strumento acustico e quindi all'inizio
abbiamo poca dimestichezza con tutto ciò che è "elettrico". Quindi, informatevi
sulla differenza tra casse attive e passive, sull'eventuale utilizzo di un mixer,
sui vari ingressi audio e sui cavi jack e xlr, fatevi un'idea del reale valore della
potenza in Watt; infine, ricordate che con il flauto abbiamo bisogno di impianti
per voce o strumenti acustici (quindi, per intenderci, niente ampli per chitarre
elettriche!).
Il secondo consiglio: pensate bene alle vostre esigenze. Ci basta un ampli per il
flauto o vogliamo possedere un impianto per amplificare tutto il nostro gruppo?
Suoneremo prevalentemente in locali medio-piccoli oppure in spazi grandi e magari
spesso anche all'aperto?
Personalmente ritengo che, idealmente, sia utile avere sia un'attrezzatura "agile"
(microfono e cassa) che una un po' più "pesante" (microfono-mixer-impianto con almeno
2 casse e un monitor spia), fermo restando che in situazioni professionali (per
esempio nei festival) dovreste già trovare a disposizione un buon impianto e un
fonico.
Dato che la maggior parte di voi è rappresentata da flautisti che muovono i primi
passi nel jazz e di conseguenza nel mondo dell'amplificazione, ecco qualche consiglio
per iniziare.
A mio parere le caratteristiche ideali di un amplificatore "base" per flauto sono
tre: facile trasportabilità, potenza non inferiore ai 100W, mixer incorporato. Questi
tre dettagli ci consentono di avere un amplificatore che possiamo portare con noi
senza troppi sforzi in qualunque situazione (lezioni, prove, live, ecc.), che sia
adatto a serate in locali di dimensioni medio-piccole, e che ci consenta di aggiungere
un effetto di riverbero allo strumento.
Personalmente utilizzo da anni gli amplificatori
Schertler; vi consiglio, se siete all'inizio, di dare un'occhiata ai modelli
"Jam":
Naturalmente esistono sul mercato una infinità di opzioni e scelte possibili: economiche,
care, di facile utilizzo o più complicate. Una cassa attiva con mixer incorporato
(come il "Jam" consigliato sopra) vi consente facilità di utilizzo e comoda trasportabilità.
In ogni caso il consiglio base è quello di privilegiare prodotti di buona qualità:
evitate quindi soluzioni troppo economiche, privilegiate marche conosciute e modelli
che vantino ottime recensioni.
E ricordate: amplificatevi, mi raccomando, anche se vi dicono di non farlo.
Parliamo ora di effetti, argomento che interessa un numero sempre maggiore
di flautisti. Anche qui una premessa: avere a disposizione una moltitudine di effetti
non vi farà suonare "meglio", anzi, al contrario, potrebbe davvero complicarvi la
vita. Non è necessario utilizzare pedali e pedalini vari per fare jazz con il flauto;
d'altro canto, è altresì vero che possono comunque essere un valido aiuto per variare
il nostro suono ed aumentare le possibilità di espressione.
La prima idea che ci verrà in mente sarà probabilmente quella di utilizzare i classici
pedalini per chitarra. E qui potremmo incorrere in brutte sorprese: effetti classici
come riverberi e delay renderanno bene, altri come distorsori e wah-wah vi deluderanno.
Perchè? Il flauto è uno strumento acustico, che tentiamo di rendere "elettrico"
con l'utilizzo di un microfono: ecco perché i pedali nati per strumenti elettrici
non possono rendere al 100% nel nostro caso. Vale più che mai il solito consiglio:
provate prima di acquistare.
Data l'assenza di effettistica concepita esclusivamente per flauto, abbiamo comunque
l'alternativa di utilizzare gli effetti concepiti per voce, e qui le possibilità
sono diverse.
Il mio consiglio, soprattutto se siete all'inizio, è il multieffetto (e loop station)
per voce Boss
VE-20:
Relativamente economico e di facile utilizzo, contiene una trentina di effetti tra
cui riverberi, dealy, harmonizer, distorsion, e tutti rendono piuttosto bene con
il flauto.
Ecco qualche esempio:
Sul mercato potete trovare altri multieffetto per voce, più o meno cari e più
o meno ricchi di effetti; personalmente, nel momento in cui scrivo, non ho trovato
nessun modello che scambierei con il VE-20. Posso comunque segnalarvi i prodotti
di TC Helicon, che produce
diversi multieffetto vocali che ho avuto modo di provare e che diversi colleghi
flautisti apprezzano molto.
Rispetto al VE-20, i modelli Helicon propongono una vastissima gamma di effetti
e possibilità in più, ma sono meno immediati nell'utilizzo e necessitano di un lavoro
di setup per rendere bene con il flauto.
Insomma, prima di acquistare, provate, non mi stancherò mai di ripeterlo.
Se siete un po' "smanettoni" e avete dimestichezza con il computer, posso poi caldamente
consigliarvi l'utilizzo di software di effetti virtuali. In particolare, io utilizzo
da anni Guitar Rig, e ritengo questa scelta la migliore (seppur la più complicata)
per sbizzarrirsi con gli effetti.
Guitar Rig è un software che contiene una grande raccolta di pedali virtuali per
chitarra; utilizzando una scheda audio collegata al computer e ovviamente un microfono,
i risultati con il flauto sono spettacolari. Ripeto, si tratta di una soluzione
un po' complicata: bisogna avere dimestichezza con l'audio e il software, a maggior
ragione se desideriamo utilizzare questo setup nei nostri live.
Per concludere, un accenno alla Loop Station, altro device di grande
"tendenza" tra i flautisti. Probabilmente avrete già visto su internet qualche video
che vi avrà fatto venire la voglia di provarla e sperimentare; un avvertimento:
a prima vista si tratta di un giocattolino semplice e di facile utilizzo. Nella
pratica, l'utilizzo di un looper richiede una precisione ritmica massima e una concentrazione
importante… insomma, non si tratta a mio parere di qualcosa di facile utilizzo.
Detto questo, le loop station della
Boss la fanno
da padrone. Ho avuto la possibilità di provare tutti i modelli e che dire, sono
affidabili, resistenti, funzionano benissimo. Vi consiglio di leggerne le varie
caratteristiche per capire quale modello risponda meglio alle vostre esigenze; ma
prima, provatene una da qualche amico oppure iniziate dal modello
base.
Qui di seguito qualche link in cui potete vedermi all'opera con la loop station
Boss RC-30:
Eccoci quindi giunti alla fine. Spero che abbiate trovato utili queste indicazioni!