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Lezione N. 27 – Jazz Flute Equipment
di Michele Gori
info@michelegoriflute.com

Cari Amici Flautisti,

In questi anni siete stati tantissimi ad avermi scritto chiedendomi svariate informazioni circa l'equipaggiamento del flautista jazz: microfoni, amplificatori, ecc.
Ecco che finalmente dedico una lezione a questi argomenti.

Una premessa è doverosa: quelle che troverete saranno le mie personali preferenze basate sulla mia diretta esperienza. Una verità assoluta non esiste, ogni musicista ha i suoi gusti, le sue esigenze… il bello del jazz è anche questo: chiedete un consiglio tecnico a dieci jazzisti ed avrete probabilmente dieci risposte più o meno differenti.

Insomma, io vi dirò quello che penso, poi starà a voi provare, confrontare, decidere…tralascerò volutamente spiegazioni prettamente tecniche come la differenza tra microfoni cardiodi e a condensatore, casse attive e passive, jack e xlr, ecc. Se ci sono dei dettagli tecnici che non capite, fate una semplice ricerca su internet e troverete una miriade di articoli esaustivi a riguardo.



Iniziamo subito col dire una cosa di fondamentale importanza: suonare il flauto in contesti jazzistici vuol dire, obbligatoriamente, suonare amplificati. Salvo rarissime eccezioni, ripeto rarissime, non possiamo prescindere dall'amplificazione: il flauto ha una debole sonorità, e in un contesto jazzistico anche un semplice duo con un pianoforte o una chitarra può "soffocarci".

Come ben sapete, il nostro strumento ci mette a disposizione tre ottave: l'amplificazione deve permettere di far sì che ogni ottava, anche quella più grave, sia perfettamente udibile da noi stessi, da chi ci accompagna e ovviamente dal pubblico.

Attenzione perché tutto ciò non è così scontato: specialmente se siete agli inizi e vi trovate a suonare con degli amici, vi sentirete dire frasi tipo "ma come, amplifichi il flauto?" oppure il classico "suona in acustico, tanto noi suoniamo piano"… la pratica rivela che suonare acustici non serva a nulla e anzi, a mio avviso, sia dannoso: primo, perché vi accorgerete subito che l'ottava più grave sia inutilizzabile in quanto impossibile da sentire per voi stessi e per gli altri; secondo, perché di conseguenza tenderete ad utilizzare esclusivamente il range medio-alto e sarete costretti a suonare solo ed esclusivamente forte; terzo, perché comunque in una situazione di live non suonerete mai acustici, quindi è sempre meglio essere amplificati anche durante le prove.

Chiarito bene questo concetto, il minimo indispensabile di cui abbiamo bisogno si riassume nell'accoppiata microfono – cassa (impianto di amplificazione). Questa è la base che ogni flautista jazz (professionista, studente o amatore) deve fare propria.

Iniziamo dal Microfono.

Possiamo dire che a grandi linee esistano tre tipi di microfoni: i classici "a gelato", quelli ad archetto e quelli che si fissano sullo strumento. Parere personale, quest'ultima categoria è quella che eviterei. Negli anni ho provato diversi modelli e marche, senza mai esserne soddisfatto, principalmente per due motivi: sensazione di "pesantezza" sullo strumento e suono troppo "soffiato". Naturalmente diversi flautisti usano con successo i microfoni fissati allo strumento… come dicevo all'inizio, ognuno ha i suoi gusti e le sue esigenze, e la regola generale è "provare"!

Diverso discorso riguarda i microfoni ad archetto, che uso da anni con ottimi risultati. La possibilità di posizionare a piacimento il microfono rende possibile limitare l'effetto "soffiato"; al tempo stesso, con questi microfoni abbiamo libertà di movimento sul palco, possiamo gestire il volume se abbiniamo un pre-amplificatore, e per finire abbiamo un'ottimo resa (nettamente maggiore rispetto ai microfoni a gelato) se utilizziamo degli effetti. Lato negativo, bisogna fare attenzione ai rientri e larsen.
Anche qui esistono molte marche e modelli; io da anni uso e consiglio i microfoni ad archetto AKG, che sono al tempo stesso economici e di ottima resa.

Qui di seguito qualche link in cui utilizzo il C544L:








Parlando di microfoni "normali", la classica scelta è quella del famoso Shure SM58 o del fratello SM57. Si tratta di microfoni dal prezzo contenuto e dalla buona resa: affidabili, resistenti, nessun problema di rientri e feedback; insomma, una buona scelta per iniziare, soprattutto se non dobbiamo servirci di effetti. Si tratta di microfoni che trovate in qualunque negozio e che spesso sono utilizzati anche dai fonici in contesti professionali per amplificare il flauto.

Qui un paio di link di concerti in cui uso lo Shure SM58:





Se volete provare qualcosa di diverso e a mio avviso di un po' più adatto al flauto, vi consiglio anche qui di provare qualcosa di AKG, e vi segnalo un paio di microfoni meno "popolari" se vogliamo, ma ben conosciuti dagli addetti ai lavori.
L'AKG C3000 è un ottima alternativa all'SM58 e a mio parere rende meglio se utilizziamo degli effetti.

L'AKG C214 è a mio avviso la migliore soluzione se cercate un microfono di qualità superiore, che non costi una fortuna:

Ecco qui un paio di link in cui lo uso dal vivo:





Una volta che ci siamo attrezzati con un microfono, serve a questo punto un impianto di amplificazione, importantissimo anche da un punto di vista qualitativo: possiamo avere un ottimo flauto e un ottimo microfono, ma tutto sarà inutile se l'amplificazione sarà di bassa qualità.

Prima di scegliere cosa utilizzare, un paio di consigli.

Il primo: fatevi una cultura su tutto quello che riguarda l'amplificazione audio. Noi flautisti, giustamente, suoniamo uno strumento acustico e quindi all'inizio abbiamo poca dimestichezza con tutto ciò che è "elettrico". Quindi, informatevi sulla differenza tra casse attive e passive, sull'eventuale utilizzo di un mixer, sui vari ingressi audio e sui cavi jack e xlr, fatevi un'idea del reale valore della potenza in Watt; infine, ricordate che con il flauto abbiamo bisogno di impianti per voce o strumenti acustici (quindi, per intenderci, niente ampli per chitarre elettriche!).

Il secondo consiglio: pensate bene alle vostre esigenze. Ci basta un ampli per il flauto o vogliamo possedere un impianto per amplificare tutto il nostro gruppo? Suoneremo prevalentemente in locali medio-piccoli oppure in spazi grandi e magari spesso anche all'aperto?

Personalmente ritengo che, idealmente, sia utile avere sia un'attrezzatura "agile" (microfono e cassa) che una un po' più "pesante" (microfono-mixer-impianto con almeno 2 casse e un monitor spia), fermo restando che in situazioni professionali (per esempio nei festival) dovreste già trovare a disposizione un buon impianto e un fonico.

Dato che la maggior parte di voi è rappresentata da flautisti che muovono i primi passi nel jazz e di conseguenza nel mondo dell'amplificazione, ecco qualche consiglio per iniziare.

A mio parere le caratteristiche ideali di un amplificatore "base" per flauto sono tre: facile trasportabilità, potenza non inferiore ai 100W, mixer incorporato. Questi tre dettagli ci consentono di avere un amplificatore che possiamo portare con noi senza troppi sforzi in qualunque situazione (lezioni, prove, live, ecc.), che sia adatto a serate in locali di dimensioni medio-piccole, e che ci consenta di aggiungere un effetto di riverbero allo strumento.

Personalmente utilizzo da anni gli amplificatori Schertler; vi consiglio, se siete all'inizio, di dare un'occhiata ai modelli "Jam":

Naturalmente esistono sul mercato una infinità di opzioni e scelte possibili: economiche, care, di facile utilizzo o più complicate. Una cassa attiva con mixer incorporato (come il "Jam" consigliato sopra) vi consente facilità di utilizzo e comoda trasportabilità. In ogni caso il consiglio base è quello di privilegiare prodotti di buona qualità: evitate quindi soluzioni troppo economiche, privilegiate marche conosciute e modelli che vantino ottime recensioni.
E ricordate: amplificatevi, mi raccomando, anche se vi dicono di non farlo.

Parliamo ora di effetti, argomento che interessa un numero sempre maggiore di flautisti. Anche qui una premessa: avere a disposizione una moltitudine di effetti non vi farà suonare "meglio", anzi, al contrario, potrebbe davvero complicarvi la vita. Non è necessario utilizzare pedali e pedalini vari per fare jazz con il flauto; d'altro canto, è altresì vero che possono comunque essere un valido aiuto per variare il nostro suono ed aumentare le possibilità di espressione.

La prima idea che ci verrà in mente sarà probabilmente quella di utilizzare i classici pedalini per chitarra. E qui potremmo incorrere in brutte sorprese: effetti classici come riverberi e delay renderanno bene, altri come distorsori e wah-wah vi deluderanno. Perchè? Il flauto è uno strumento acustico, che tentiamo di rendere "elettrico" con l'utilizzo di un microfono: ecco perché i pedali nati per strumenti elettrici non possono rendere al 100% nel nostro caso. Vale più che mai il solito consiglio: provate prima di acquistare.

Data l'assenza di effettistica concepita esclusivamente per flauto, abbiamo comunque l'alternativa di utilizzare gli effetti concepiti per voce, e qui le possibilità sono diverse.

Il mio consiglio, soprattutto se siete all'inizio, è il multieffetto (e loop station) per voce Boss VE-20:

Relativamente economico e di facile utilizzo, contiene una trentina di effetti tra cui riverberi, dealy, harmonizer, distorsion, e tutti rendono piuttosto bene con il flauto.

Ecco qualche esempio:








Sul mercato potete trovare altri multieffetto per voce, più o meno cari e più o meno ricchi di effetti; personalmente, nel momento in cui scrivo, non ho trovato nessun modello che scambierei con il VE-20. Posso comunque segnalarvi i prodotti di TC Helicon, che produce diversi multieffetto vocali che ho avuto modo di provare e che diversi colleghi flautisti apprezzano molto.
 Rispetto al VE-20, i modelli Helicon propongono una vastissima gamma di effetti e possibilità in più, ma sono meno immediati nell'utilizzo e necessitano di un lavoro di setup per rendere bene con il flauto.
Insomma, prima di acquistare, provate, non mi stancherò mai di ripeterlo.

Se siete un po' "smanettoni" e avete dimestichezza con il computer, posso poi caldamente consigliarvi l'utilizzo di software di effetti virtuali. In particolare, io utilizzo da anni Guitar Rig, e ritengo questa scelta la migliore (seppur la più complicata) per sbizzarrirsi con gli effetti.
Guitar Rig è un software che contiene una grande raccolta di pedali virtuali per chitarra; utilizzando una scheda audio collegata al computer e ovviamente un microfono, i risultati con il flauto sono spettacolari. Ripeto, si tratta di una soluzione un po' complicata: bisogna avere dimestichezza con l'audio e il software, a maggior ragione se desideriamo utilizzare questo setup nei nostri live.

Qui di seguito qualche link in cui utilizzo Guitar Rig 5 Pro.











Per concludere, un accenno alla Loop Station, altro device di grande "tendenza" tra i flautisti. Probabilmente avrete già visto su internet qualche video che vi avrà fatto venire la voglia di provarla e sperimentare; un avvertimento: a prima vista si tratta di un giocattolino semplice e di facile utilizzo. Nella pratica, l'utilizzo di un looper richiede una precisione ritmica massima e una concentrazione importante… insomma, non si tratta a mio parere di qualcosa di facile utilizzo.

Detto questo, le loop station della Boss la fanno da padrone. Ho avuto la possibilità di provare tutti i modelli e che dire, sono affidabili, resistenti, funzionano benissimo. Vi consiglio di leggerne le varie caratteristiche per capire quale modello risponda meglio alle vostre esigenze; ma prima, provatene una da qualche amico oppure iniziate dal modello base.

Qui di seguito qualche link in cui potete vedermi all'opera con la loop station Boss RC-30:











Eccoci quindi giunti alla fine. Spero che abbiate trovato utili queste indicazioni!

Un abbraccio e a presto

Michele
 





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Data pubblicazione: 26/04/2020

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