Vediamo in questa lezione come organizzare lo studio di un brano. Prenderemo
come esempio "Lady Bird", noto standard di
Tadd Dameron.
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Il giro armonico non presenta particolari complessità: il brano inizia
con due battute di Cmaj7; a seguire abbiamo un II (Fm7) - V (Bb7) di Eb, che conduce
nuovamente al Cmaj7 (battuta 5). Quindi troviamo un II-V-I di Ab (battute 6-7-8-9),
un II-V di G (battute 10-11), e un II-V-I in C che conduce al turnaround finale
delle ultime due battute (Cmaj-Ebmaj7, battuta15 - Abmaj7-Dbmaj7, battuta 16).
Il primo obbligatorio passo è quello di saper suonare il tema. E' una
buona idea ascoltare qualche versione dello standard, per farsi un'idea dell'andamento
tematico, e suonarci sopra. Il tema va sicuramente memorizzato!
Suonatelo e risuonatelo fino a che non l'avrete assimilato bene, e cercate
una vostra interpretazione; eseguitelo anche da soli, senza nessun tipo di accompagnamento,
meglio se con il metronomo impostato sul levare. Il tema di Lady Bird può
sicuramente essere suonato un'ottava sopra rispetto a come scritto; essendo un tema
breve, che di conseguenza esporrete due volte, può essere una buona idea eseguirlo
come scritto la prima volta, e un'ottava sopra la seconda.
A questo punto è ora di interiorizzare il giro armonico, cosa che ci permetterà
di improvvisare con cognizione di causa. Conoscere a memoria la successione degli
accordi è indispensabile per poter improvvisare esprimendosi al massimo.
Vi propongo quindi un metodo di studio che dovrebbe portarvi alla memorizzazione
degli accordi.
Cominciamo suonando, sul battere di ogni misura, la fondamentale di ogni
accordo. Ok, è piuttosto semplice, ma facciamolo fino a che non saremo in grado
di farlo a memoria e con sicurezza.
Quindi sviluppiamo tutti gli accordi, suonando una sorta di walking bass, con la
fondamentale di ogni accordo sul battere di ogni battuta; ecco un esempio:
I più esperti potranno in seguito suonare una vera e propria linea di
walking bass, esercizio ottimo per l'assimilazione armonica e il timing. Arriviamo
quindi alle scale:
A questo punto conosciamo bene il tema, abbiamo chiara la successione
degli accordi e ne conosciamo le relative scale. Abbiamo quindi tutto il materiale
che ci occorre per poter improvvisare.
Se abbiamo interiorizzato bene gli esercizi precedenti, possiamo permetterci di
lasciarci andare nell'improvvisazione, sfruttando le conoscenze teoriche per esprimere
al massimo la nostra creatività.
Per i meno esperti, un consiglio importante: affrontate il brano dividendolo
in sezioni di 4 misure.
Iniziate dalle prime 4: tema, fondamentali, accordi, scale, improvvisazione;
rimanete sulle prime quattro misure fino a che non avrete bene assimilato il tutto.
Passate quindi alle 4 misure successive, e così via: non abbiate fretta, affrontate
sezione per sezione il brano, costruitelo con calma.
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COMMENTI | Inserito il 9/6/2010 alle 12.06.01 da "valenglish63cornet" Commento: ciao ho letto la tua introduzione sul flauto traverso nel jazz e sappi se ti può consolare che c'è chi sta peggio,noi che suoniamo ilflauto dolce,dici che ilfluto traverso ha poco suono ebbene rispetto aunflauto dolce è come una tromba ,per curiosità vedi il mio blog sul flauto dolce jazz su jazzitalia ciao jazzcorder | |
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Data pubblicazione: 10/02/2008
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