Sam Most, Atlantic City, 16 dicembre 1930 - 13 giugno 2013
Dedico questa lezione all'approfondimento della figura di Sam Most, il
grande flautista jazz americano che purtroppo ci ha lasciati qualche mese fa.
La sua figura è stata ed è tuttora di straordinaria importanza per il flauto jazz;
benchè Sam non sia stato (come spesso erroneamente definito) "il primo flautista
jazz", egli è stato a mio parere "il primo grande flautista jazz" nonché
uno dei più influenti jazzisti nella storia del nostro strumento.
Sam Most nasce ad Atlantic City il 16 dicembre del
1930.
La musica entra subito a far parte della sua vita: il fratello Abe, di dieci anni
più grande, studia il clarinetto e gli impartisce qualche lezione; il giovane Sam
trascorre inoltre gran parte dei suoi pomeriggi ad ascoltare la radio, che trasmette
principalmente le grandi orchestre dello swing, tra cui quella di
Benny Goodman che lo affascina particolarmente.
Intorno agli undici anni, a New York, arrivano anche le prime lezioni "ufficiali"
di clarinetto e saxofono: suo maestro è Bill Shiner, insegnante del Bronx
che avrà tra i suoi allievi anche un certo
Stan Getz. Sarà poi Victor Goldring, tra la fine del ‘41 e l'inizio
del ‘42, ad impartirgli le prime lezioni di flauto, che dureranno circa sei mesi,
al termine dei quali Sam deciderà di continuare a dedicarsi alo studio della musica
da autodidatta. Nel frattempo comincia a maturare le prime esperienze musicali di
gruppo suonando in varie bande musicali, ed esibendosi soprattutto nelle numerose
parate che all'epoca venivano organizzate per il sostegno dell' esercito statunitense.
In questo periodo Sam si divide tra clarinetto e saxofono tenore, relegando il flauto
al ruolo di "terzo incomodo".
E' a metà degli anni ‘40 che decide di diventare musicista professionista: inizia
infatti a frequentare i locali della 52° strada, e rimane folgorato dall'ascolto
dei grandi musicisti che in quegli anni stanno rivoluzionando la musica; affascinato
dal bebop, in particolare da Charlie Parker, matura la convinzione che la
musica sarà la sua vita. In famiglia questa decisione è accolta positivamente, anche
perché il fratello Abe si era intanto costruito una carriera di successo al clarinetto,
contribuendo ad aprire la mentalità della famiglia verso il mestiere del musicista.
All'epoca è proprio con il clarinetto che Sam si sente più a suo agio, ed è con
questo strumento che ottiene il suo primo ingaggio da professionista. E' una sera
del 1948, e si reca nella 52° strada per assistere
allo spettacolo dell'orchestra di Tommy Dorsey, in cui per l'occasione suona
anche il fratello Abe. Qualche minuto prima dell'inizio del concerto, uno dei clarinettisti
della band si sente male; serve subito un sostituto, ed è proprio Abe a suggerire
a Dorsey il nome di Sam: nonostante l'inesperienza se la cava bene, così bene da
meritarsi la conferma nell'orchestra, che dopo qualche giorno partirà per una tournée
di tre settimane negli States.
Incoraggiato da Dorsey, che lo tratta con gentilezza e gli dispensa preziosi consigli,
in queste tre settimane Sam matura una grande esperienza, ed inizia a sviluppare
il suo stile che diventerà negli anni inconfondibile, capace di fondere uno spiccato
senso della melodia ad un fraseggio carico di swing.
Terminata nei primi mesi del 1949 l'esperienza
con l'orchestra di Tommy Dorsey, Sam si tuffa con entusiasmo ad un approfondito
studio del bebop, in particolare attraverso l'ascolto e l'analisi dello stile dei
suoi musicisti preferiti: Charlie Parker, Dizzy Gillespie,
Lee Konitz e Lennie Tristano; fino ad allora si era dedicato
principalmente al clarinetto e al saxofono tenore, ma è proprio in questo momento
di studio intenso, all'inizio degli anni ‘50, che scopre attraverso il flauto il
modo di suonare che andava cercando.
Inoltre, l'affermarsi definitivo del bebop porta all' abbandono dell'uso del clarinetto
da parte dei musicisti di jazz, e Sam si convince quindi di specializzarsi al flauto.
All'inizio degli anni ‘50 inizia a collaborare
con le orchestre di Boyd Raeburn e Don Redman, mentre il
1951 segna l'inizio della sua attività discografica:
l'album è "Bebop Revisited", edito dalla Xanadu, in cui Most è a capo di
un all-star band di sette elementi, tra cui spiccano il trombettista Doug Mettome,
il trombonista Urbie Green ed il pianista Bob Dorough. In questa incisione
Sam esegue cinque brani al flauto e due al clarinetto, tra cui va segnalato "Notes
To You", omaggio personale al grande
Benny Goodman.
In questi anni la sua fama di flautista comincia a crescere, e la sua attività
discografica è piuttosto produttiva: incide infatti per le etichette Debut, Prestige,
Vanguard, Xanadu, Bethlehem, affrontando con il flauto il repertorio degli standards
bebop, e includendo in ogni disco almeno un paio di brani al clarinetto.
Nel 1957 entra a far parte dell'orchestra di
Teddy Wilson, e l'anno successivo in quella di Teddy Charles. Tra il
1959 ed il 1961
collabora inoltre con l'orchestra di Buddy Rich; al termine di questa collaborazione
decide di trasferirsi a Los Angeles, sulla West Coast americana.
Nella capitale della California, Sam diventa principalmente un musicista da studio,
e per diversi anni riduce sensibilmente l'attività concertistica, limitandosi per
lo più ad esibirsi in piccole formazioni nei locali di Los Angeles; il ruolo di
sideman negli studi della città lo vedono impegnato al flauto così come al clarinetto
ed al saxofono tenore.
Tra gli incontri più significativi del periodo va ricordato quello con il grande
vibrafonista Red Norvo, del cui gruppo Sam farà parte stabilmente per sei
anni, dal 1963 al '69.
Tra la fine degli anni ‘60 e l'inizio degli
anni '70 inizia inoltre a collaborare stabilmente
con il batterista Louie Bellson (all'anagrafe Luigi Paulino Alfredo Francesco
Antonio Balassoni), molto conosciuto in America per aver suonato nelle orchestre
di Buddy Rich, Count Basie, Woody Herman e Duke Ellington,
che lo aveva addirittura definito "il batterista più bravo del mondo".
Nel 1974 pubblica il suo primo lavoro didattico,
"Jazz Flute Conceptions", al quale farà seguito, sei anni più tardi, nel
1980, il più completo "Metamorphosis - Transformation
of the Jazz Solo".
Nel 1976 riprende la propria attività discografica
grazie all'etichetta Xanadu, che pubblica quattro album in tre anni: "Mostly
Flute", "Flute Flight", "From the Attic of My Mind" e "Flute
Talk", quest'ultimo registrato con un'altra figura di spicco del flauto jazz,
Joe Farrell.
Questi quattro dischi, che ripropongono Most come leader (cosa che non accadeva
addirittura dal 1959, con l'album "The Amazing Mr. Sam Most"), segnano la
definitiva consacrazione del flautista, fino ad allora molto conosciuto negli ambienti
musicali, ma relativamente poco noto al grande pubblico. In queste registrazioni
il suo linguaggio al flauto esprime chiaramente la completa maturità del musicista,
che negli anni è riuscito a sviluppare un proprio stile originale caratterizzato
da un fraseggio carico di energia, che si fonde ad un senso melodico fuori dal comune.
A partire dagli anni '80 e fino alla sua morte,
avvenuta il 13 Giugno del 2013, Sam Most
compie tournées in tutto il mondo (America, Europa, Asia), in svariate situazioni
musicali: gruppi a suo nome, in collaborazione con altre figure di spicco del jazz
(tra cui il grande vibrafonista Terry Gibbs), e in big band americane, tra
cui quella del fratello Abe. Fonda inoltre il "Great Jazz Quartet" con
Hank Jones, Ray
Brown e Alan Dawson; con questo gruppo girerà il mondo in numerose
tournées ed inciderà tra l'altro un pregevole disco live registrato in Giappone.
In questi anni riscopre inoltre un talento che fino ad allora aveva per lo meno
sottovalutato: la sua incredibile abilità nello scat. Nelle sue esibizioni pubbliche
è quindi sempre presente qualche brano in cui si scatena in folgoranti improvvisazioni
vocali, che entusiasmano e sorprendono il pubblico.
Sam Most e Joe Farrell
Dal punto di vista della visibilità, Sam Most probabilmente non ebbe all'epoca
la stessa fortuna di altri colleghi flautisti. Ciò che non è in dubbio, però, è
la sua importanza dal punto di vista strettamente musicale, la stima e l'ammirazione
dei colleghi stessi, e l'influenza che esercitò su di essi. Possiamo citare, ad
esempio, ciò che disse in numerose interviste Herbie Mann: "Quando decisi
di acquisire un linguaggio bebop con il flauto, andai a casa ed ascoltai per cinquanta
volte di fila il brano "Undercurrent Blues", suonato da Sam Most", o quello
che rivelò, negli anni '70, Hubert Laws:
"L'episodio che influenzò maggiormente il mio modo di suonare fu l'ascolto dei
dischi di Sam Most. Egli è sempre stato la mia principale fonte di ispirazione.".
Fin dalle sue prime incisioni di inizio anni ‘50, Most mette subito in mostra il
suo caratteristico stile: innanzitutto un suono che volutamente è soffiato, sporco,
in contrapposizione alla chiarezza ed alla pulizia di quello di Frank Wess,
che in quegli anni era senza dubbio il flautista più famoso e quindi il modello
da imitare per la maggior parte dei flautisti.
Questa scelta è sintomo di grande personalità, e va ad aggiungersi alle altre peculiarità
che lo resero subito un caposcuola: una tecnica invidiabile, che potremmo definire
da flautista classico, nettamente superiore rispetto a quella dei colleghi del tempo
e che gli consentiva di muoversi con agilità e precisione su tutte le tre ottave
del flauto; l'uso quasi esclusivo dello staccato nel fraseggio, che è carico di
swing; uno straordinario senso melodico, segno di grandissimo talento musicale.
La caratteristica che più di ogni altra lo rese famoso tra i colleghi e lo fece
conoscere al pubblico fu comunque quella di utilizzare, durante gli assoli, lo stile
detto "humming", che noi traduciamo "suono parlato": si tratta di una particolare
tecnica che consiste nel soffiare e cantare contemporaneamente nello strumento.
Questo modo di suonare nacque in realtà in maniera molto curiosa, e fu lo stesso
Most a spiegare come: intorno ai vent'anni abitava in condominio con i genitori,
e gli orari in cui poteva suonare erano molto limitati. Così, per avere a disposizione
più tempo da dedicare allo studio della musica, si chiudeva nell'armadio a muro
e cercava di suonare a bassissimo volume; dopo qualche tempo, si accorse che per
evitare di far rumore aveva praticamente smesso di soffiare aria nel flauto e produrre
suono, ma aveva preso l'abitudine di cantarci dentro.
Provò poi ad utilizzare questa tecnica in pubblico, e vide che piacque molto: divenne
un suo particolarissimo segno di riconoscimento. L'humming, o suono parlato, si
diffuse ben presto tra tutti i flautisti; questa tecnica venne portata ai suoi estremi
negli anni ‘60 da Roland Kirk, che modificò
il suono dello strumento aggiungendo al normale soffio nell'imboccatura grida, bisbigli,
mormorii, soffi, arrivando talvolta a contrappuntare la linea melodica. Negli anni
successivi quasi tutti i flautisti fecero uso dell'humming, sviluppandolo in maniera
personale e rendendolo caratteristica fondamentale del proprio stile; tra questi
vanno ricordati Jeremy Steig, tra i primi ad abbracciare il genere del rock
con il flauto, e James Newton.
Dal punto di vista flautistico l'importanza di Sam Most è dunque di notevole dimensione:
la paternità della tecnica dell'humming basterebbe da sola per renderlo storicamente
uno dei flautisti più importanti, probabilmente il più importante a livello innovativo.
Altro particolare forse sconosciuto ai più, Sam Most fu uno dei primi flautisti
non classici a registrare con una orchestra d'archi: seguendo l'esempio tracciato
da Charlie Parker qualche anno prima, Most incise un pregevole album nel
1957, "Sam Most with Strings". I brani inclusi
nel disco erano tutti celebri standards: "Softly in a Morning Sunrise", "Alone
Together", "Lover Man", "When Your Lover Has Gone", "It Might
as Well Be Spring" e "You Stepped Out of a Dream"; la direzione e l'arrangiamento
orchestrale erano ad opera di Teddy Charles, mentre la sezione ritmica jazz
comprendeva Hall Overton al pianoforte e Jimmy Rainey alla chitarra,
Addison Farmer al contrabbasso e Roy Haynes alla batteria.
Nel corso della sua lunga carriera Most ha collaborato con innumerevoli figure di
spicco del jazz, in svariate formazioni che spaziano dal duo alla big band; ha suonato
con alcuni tra i più grandi musicisti del jazz americano come Lester Young,
Stan Getz, Art Blakey, Gerry Mulligan, Philly Joe Jones,
Hank Jones,
Ray Brown.
Vanno segnalate inoltre le sue due apparizioni in Italia. La prima tenutasi al festival
Jazz di Verona nel giugno del 2000, come guest
star del quartetto del flautista italiano Stefano Benini, con cui Most registrò
inoltre lo splendido album "Flute Madness" (Splasch Records). La seconda,
nel Febbraio del 2012, quando sempre su invito
di Stefano Benini, Most si esibì in concerto e tenne due giorni di masterclass
presso la scuola LAMS di Verona, incontri cui parteciparono numerosi flautisti provenienti
da ogni parte d'Italia.
Sam MOST con Michele Gori, Domenico Guastafierro, Stefano Benini,
Carlo Nicita, Verona 2012
Segnalo inoltre il documentario prodotto nel 2001
da Edmond Goff, "Sam Most, Jazz Flutist", di grande interesse e disponibile
interamente su Youtube:
DISCOGRAFIA Come Leader:
• Undercurrent Blues (1952)
• Sam Most - Introducing a New Star (1952)
• Bebop Revisited vol. 3 (1954)
• I'm Nuts about the Most...Sam, that is! (1954)
• The Mann with the Most Herbie Mann - Sam Most Quintet (1955)
• Sam Most Sextet 12 (1955)
• Musically Yours (1956)
• Doubles in Jazz, The Sam Most Sextet (1957)
• The Amazing Sam Most (1957)
• Sam Most Plays Bird Bud Monk & Miles (1957)
• Sam Most Quartet Plus Two (1958)
• Jungle Fantasy/Plop Plop Boom (1970)
• Mostly Flute (1976)
• Flute Flight (1977)
• But Beautiful (1978)
• Flute Talk with Joe Farrell (1979)
• From The Attic Of My Mind (1980)
• Any Time Any Season (1987)
• Simply Flute (2008)
• Solo Flute (2009)
• Organic Flute (2010)
• A Time for Love - Most, Alcivar (2012)
Testi didattici:
1974 - " Jazz Flute Conceptions " - Alfred Publishing
1980 - " Metamorphosis - Transformtion of the Jazz Solo " - PMP
Bibliografia
- Stefano Benini, " Il Flauto Jazz " - Curci
- Articoli di Stefano Benini su " Falaut ", trimestrale flautistico italiano
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Data pubblicazione: 11/02/2014
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