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Bob Degen
Jake Remembered
ENJA (2010) – ENJ 9567-2 DISTRIB.EGEA
1. Trails Of One
2. Etosha
3. B Meets P
4. Offside Blues
5. For A. D.
6. Summary
7. Which Way Is Which
8. Jake Remembered
9. Felipe
10. Crape Myrtle
11. J.s.b.
12. Vivian Elaine
13. Rodgers Without Hart
Bob Degen - pianoforte
Valentin Garvie - tromba
Markus Schieferdecker - contrabbasso
Peter Perfido - batteria
Il vissuto di Bob Degen, tra Stati Uniti (lì dove è nato cinquantasette anni fa,
a Scranton in Pennsylvania) e Germania dal 1974,
è lo specchio della sua musica. Il profondo senso dello swing che si mescola alle
improvvisazioni di marca mittileuropea, per dare spazio ad una tecnica pianistica
più attenta a pesare le note, misurarle tra pianissimo, forte e fortissimo, a discapito
della muscolarità del modern mainstream statunitense. Ed è questo il valore aggiunto
di "Jake Remember", il suo ultimo lavoro discografico licenziato per la sempre
elegante e attenta tedesca Enja, distribuita in Italia dall'Egea.
Un quartetto tanto essenziale quanto ricco di colori e timbri dal profumo moderno,
particolarmente affiatato, che ben incastra estetiche differenti. I brani si alternano
tra geometrie tipiche del piano jazz trio di vaglia, come nella traccia d'apertura
Trails Of One con il contrabbasso di Schieferdecker vivo e dinamico e Degen
che fonde dissonanze e accordi perfetti, romantici con parità di eccellenti risultati.
La stessa materia armonica si ascolta in Etosha, arricchita dal lucido fraseggio,
vibrante, a tratti irriverente di Garvie che strania il tema pervaso da un alone
gentile. Ciò quasi a fare da anfitrione a B Meets P, giocata tra pianoforte
e batteria, con Perfido padrone perfetto degli accenti asimmetrici e della loro
complessa distribuzione. In senso contrario va For A. D. nel dialogo serratamente
slow tra Garvie e Degen, sostenuto da eloquenti pause e sempre carico di tensione.
Summary conduce verso lidi più verosimili alla musica contemporanea europea,
dagli schemi sfrangiati e libertà di metrica, che echeggiano anche in Which Way
Is Which che caracolla intorno al free, sempre con un piede ben saldo nella
retorica della tradizione. La title – track riacquista la poetica iniziale, mai
scontata e con il tocco del leader che si riprende il suo fascinoso picking, il
pieno controllo delle note ed il gusto per la variazione melodica. Idem dicasi per
la bella Felipe, uptempo con frasi dense di ponderatezza, note punteggiate.
L'alternarsi di strutture conduce verso la tensione di Crape Myrtle, ancora
caratterizzata dall'intenso dialogo con Perfido, qui più roccioso. E così, passando
per J.S.B., che riluce di ardito mainstream e Viviaine Elaine, ben
temperata, per orecchie esigenti e allenate, che esplora il trio pianistico più
moderno. La chiosa spetta alla sincerità dell' improvvisazione collettiva di
Rodgers Without Hart, unico brano non ad esclusiva firma di Bob Degen.
"Jake Remember" è un album prezioso, perché fa ben comprendere come due realtà apparentemente
differenti possano abbracciarsi e dare, finalmente, un volto nuovo al jazz, con
uno sguardo rivolto al passato, ma senza restare in sua estatica contemplazione.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/02/2011
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