Carla Marciano Quartet - Renato Sellani & Max De Aloe Quintet
Bitonto, 6 agosto 2003
di
Ernesto Losavio
Mercoledì 6 agosto, il
Beat Onto Jazz festival ha presentato due concerti di chiusura di una manifestazione giunta alla quarta edizione grazie all'opera dell'Associazione In Jazz, del suo presidente
Attilio Terlizzi, e del direttore artistico Emanuele Dimundo.
Il primo dei due concerti ha mostrato un nuovo talento del jazz italiano: la sassofonista
Carla Marciano. Dotata di sopranino e contralto, la sassofonista salernitana ha presentato il suo CD d'esordio,
Trane's
Groove
che, come lascia intendere il titolo, è dedicato al sound del grande Coltrane. Sin dalle prime note, infatti, si avverte subito come la Marciano abbia assimilato molta musica del grande sassofonista. Accompagnata da
Alessandro La Corte al piano, Aldo Vigorito al contrabbasso e
Donato Cimaglia alla batteria, la Marciano apre il concerto con la sua composizione che è anche la title track del CD. Il fraseggio è lacerato, a tratti acido, rappresentante di un sound metropolitano, contemporaneo. Vi è una ricerca continua di frasi attraverso cui far crescere i soli sino quasi al limite espressivo per poi rientrare e passare il testimone ad un altro compagno. E' proprio il groove di Trane...L'atmosfera si fa poi rilassante con la dolce
Prisoner of Love
in cui Carla Marciano, dopo
un inizio folgorante e solitario, avvia il brano mostrando un'eccellente
controllo della dinamica nell'esposizione del tema al contralto. Il successivo brano è un'altra composizione della Marciano,
Dance of Love, che richiama sonorità indiane e riproduce gli schemi visti in precedenza con un ottimo solo da parte di
Alessandro La Corte.
Un
po' sorprendente la scelta di eseguire
Angelica
di Duke Ellington. Un calipso suonato molto bene in cui anche Aldo Vigorito e
Donato Cimaglia si mettono in evidenza non solo per la valida base ritmica fornita
fino a quel momento ma anche con i propri soli. La chiusura è affidata ad un classico di Coltrane:
Out of this World.
Carla Marciano inizia solitaria "urlando" ancora una volta col contralto tutta la musica che c'è in lei conducendo molto bene l'intero pezzo e riprendendo egregiamente le redini del gruppo al termine del giro di soli. Quello che si può dire è che
Carla Marciano ha molte carte da giocare dal punto di vista tecnico ed espressivo, ma la cosa che ha colpito di più è senza dubbio la forte passionalità impressa in ogni momento, sintomo di un amore per la musica, per questa musica, che va ben al di là di ogni considerazione stilistica. Sicuramente questa simbiosi con il mondo di Coltrane, evidente anche nelle sue composizioni, questo sound "acido", sono frutto di
un approccio alla musica molto naturale, quasi viscerale, che evolverà e che le
auguriamo la porti molto lontano.
Dopo questo bel set, seguito da un appello del direttore artistico al sindaco di Bitonto, nel tentativo, riuscito, di strappare una promessa pubblica di maggiore impegno economico da parte dell'amministrazione comunale, si giunge al concerto del Renato Sellani e Max De Aloe
Quintet.
Diciamo subito che si volta pagina e si passa a tutt'altra sonorità. Renato Sellani è un'icona del jazz italiano e potrebbe raccontare talmente tante di quelle storie vissute al fianco di grandissimi artisti che si potrebbe scrivere un libro. Alcune di queste le racconteremo nell'intervista che abbiamo avuto il piacere di effettuare.
Renato Sellani, con Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria, inizia il concerto tra gli applausi dedicando due brani a Kurt Weill. Si avverte subito un suono molto compatto del trio. La ritmica è perfetta e il pianismo di Sellani si poggia morbidamente sul tappeto offerto da
Fioravanti e Bagnoli. Molto bello
Mack the knife
in cui Sellani affronta l'improvvisazione con un bel crescendo di voicing senza mai far perdere all'ascoltatore lo swing portante del brano. Il trio è così riscaldato pertanto può entrare Max De Aloe ad incantare la platea con il fascinoso suono della sua armonica cromatica. E lo fa subito con un brano che non può non essere riconosciuto da tutti:
Ma l'amore no
di Giovanni Danzi seguito poi dal classico
Autumn Leaves. Sellani non "molla" un attimo De Aloe che fa arrivare il suono dell'armonica su vette molto alte e sempre con una pulizia e un sustain perfetti. Il pubblico gradisce molto questo sound di classe e ricambia con sentiti applausi. Ogni tanto si ode qualche "urlo" in apprezzamento particolare al magico tocco di spazzole di Stefano Bagnoli. Tocco che assomiglierà ad un vero e proprio battito d'ali di una farfalla nel solo eseguito sul brano successivo:
Besame mucho. Inizia De Aloe solitario raggiunto sulla seconda A da Sellani. Sulla B entrano anche contrabbasso e batteria suonata inizialmente con le sole mani. Un ottimo solo di De Aloe, seguito da Sellani che produce voicing sempre più densi di note e ricchi di musica. Tra gli standard eseguiti merita una nota
Bye Bye Blackbird
in cui Bagnoli chiama il solo ed esibisce il suo "campionario di spazzole" volteggiando tra tamburi e i piatti con gran leggerezza.
Un altro omaggio, ad un altro grande della musica italiana: Gorni Kramer. Il brano scelto è
Donna. Sellani s'incurva sul piano ed entra nell'armonia fondendosi con essa, vivendo le note una ad una, facendole arrivare non solo alle orecchie ma anche al cuore degli ascoltatori. E' questo uno dei pregi maggiori di questo eccezionale pianista.
De Aloe riesce a percorrere i sentieri della struttura
con grande sicurezza e senso dello swing regalando un altro bel solo.
Una bella sorpresa è stato il brano di De Aloe
Il bosco che chiamano respiro. Un bel tango eseguito con una dinamica ineccepibile da parte di tutti e con gran trasporto. Lo stesso Sellani, al termine del brano, ha pubblicamente sottolineato il merito dell'autore.
Bruno Martino, fino all'ultimo, è stato un grande amico di Sellani. Martino è mancato proprio nel momento in cui Sellani aveva deciso di incidere un disco con i suoi brani, le sue "canzonette", come Martino stesso le definiva.
Il tributo
che Sellani ha voluto offrire alla memoria dell'amico è stato molto intimistico;
solo al piano ha eseguito il brano più rappresentativo e più suonato di Bruno
Martino:
Estate. Sellani stesso ci aveva detto in precedenza che per lui questo brano è quasi come una marcia funebre ed ancora soffre ogni volta che lo esegue. Infatti l'inizio è tumultuoso, doloroso, sembra un requiem. Poi diventa dolcissimo con la melodia eseguita sulle note più alte della tastiera. Sellani sembra possedere il brano con tutto se stesso e forse in questo modo si congiunge con l'amico scomparso, ne crea un legame, instaura un dialogo attraverso la musica. Una B più gioiosa preludio comunque ad una A sempre più cupa, eseguita anche in modo quasi cameristico finchè, rallentando sempre più, il brano termina in modo naturale. Sellani si alza per raccogliere il meritatissimo applauso e si scorge nel suo volto tutta la tensione emotiva e la fatica scaturita da questa performance.
Nel bis, richiesto a gran voce, Sellani omaggia un altro sfortunato e sottovalutato artista italiano eseguendo
Arrivederci
di Umberto Bindi. Molto toccante soprattutto perchè Sellani esegue questi brani sempre con grande intensità emotiva ampiamente avvertita dal pubblico.
Un concerto di gran classe con
musicisti di indubbio valore. Fa piacere aver visto ed ascoltato ognuno di loro e speriamo che l'impegno del sindaco di Bitonto si concretizzi nel 2004 con un festival ricco di appuntamenti come questo (magari in un posto diverso con un palco che renda maggiormente visibile il gruppo).
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Data pubblicazione: 13/08/2003
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