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Francesco Cusa & The Assassins meets Duccio Bertini
Black Power
Clean Feed (2018)
1. Spades/Picche
2. The Act Of Killing Music (The King)
3. Clubs/Fiori
Dr. Akagi (The Queen)
5. Interludio
6. Diamonds/Quadri
7. Kirtimukha (Haesrts/Cuori)
8. Elegii
Francesco Cusa - batteria.
The Assassins:
Giulio Stermieri - pianoforte, organo Hammond Flavio Zanuttini - tromba, elettronica Giovanni Benvenuti - sax tenore
Florence Art Quartet:
Daniele Iannaccone - violino Lorenzo Borneo - violino Agostino Mattioni - viola Cristiano Sacchi - violoncello
Duccio Bertini - tastiere in "Elegia"
Francesco Cusa, a quattro anni di distanza da "Love", pubblica
un nuovo album con The Assassins. Questa volta, però, al sax tenore compare Giovanni
Benvenuti al posto di Cristiano Arcelli e in più si aggiunge il "Florence art quartet"
sotto la direzione di Duccio Bertini a completare l'ensemble. Non è mai agevole
integrare un quartetto d'archi con un gruppo jazz con lo stesso numero di componenti,
ma Cusa supera brillantemente la prova, riuscendo a valorizzare l'apporto dei musicisti
classici accanto al contributo dei competenti "assassini" al suo servizio. L'interazione
fra i due blocchi si materializza in diverse modalità, con pari efficacia. Ci sono
parti riservate ai soli archi, in particolare nei due brani a firma di Duccio Bertini,
in cui semplicemente gli altri strumenti tacciono. In determinati frangenti si verifica,
invece, un dialogo contrappuntistico fra tromba o sassofono e violini, viola e violoncello.
In certi casi il tema e le elaborazioni delle arie vengono portate avanti da Benvenuti
e Zanuttini e gli archi si limitano a colorare gli sfondi con pennellate confacenti.
In differenti situazioni, ancora, si alternano le sezioni con sequenze separate,
fino a incontrarsi e a procedere tutti insieme appassionatamente. Pure il quartetto
jazz si scompone, all'occorrenza, in duetti o in trii per brevi tratti del tragitto.
Insomma le combinazioni possibili sono parecchie e il leader non è certo il tipo
di appiattirsi su una unica soluzione. Non staremmo parlando della band di Francesco
Cusa, altrimenti….
La musica che si ascolta è contraddistinta da motivi piuttosto semplici che si fanno
strada e si impongono, su cui, poi, si accavallano nuovi spunti e stimoli che trascinano
l'ottetto altrove, con parentesi free tumultuose, momenti, per contrasto, quasi
lirici e assoli di sassofono e tromba marcati da una sintassi piuttosto libera permeata
da note raddoppiate, sovracuti, incrocio o scontro di suoni non proprio ortodossi.
Dopo una circumnavigazione piuttosto ampia si ritorna, alla fine, al punto di partenza
per mezzo di calibrate giravolte musicali.
Va dato atto, innanzitutto, all'istrionico artista catanese di saper scegliere con
acume i suoi compagni di avventura. Benvenuti, al tenore, è un perfetto contraltare
di Zanuttini e non fa rimpiangere, cioè, il pur valente Arcelli. Il resto della
formazione espande adeguatamente le indicazioni, i suggerimenti approntati dal batterista
siciliano e fila in modo risoluto verso le rotte zigzaganti immaginate a monte.
Non ci resta, in conclusione, che citare l'eclettico scrittore Riccardo Pazzaglia
in versione "Quelli della notte". Se il quartetto protagonista dell'incisione è
di questo livello:"Siamo tutti assassini.-Nous sommes tous des assassins...Come
diceva Jean Gabin!-
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 27/10/2019
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