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Miroslav Vitous
XIX Festival Internazionale "Ai Confini tra Sardegna e Jazz"
Sant'Anna Arresi 29 Agosto - 05 Settembre 2004
di Fabio Pibiri
Foto: Roberto Cifarelli
La diciannovesima edizione del festival ha voluto dare anche quest'anno un'attenzione particolare al contrabbasso, ed uno dei protagonisti più attesi è stato il grandissimo musicista praghese Miroslav Vitous, il quale si è potuto esibire davanti al pubblico arresino in tre concerti con differenti formazioni.
Il
30 Agosto
il Miroslav Vitous Trio, con
Bob Mintzer al sax tenore e Adam Nussbaum alla batteria, ha dato vita ad un concerto molto vario come dinamiche sia timbriche che ritmiche, mettendo in luce solismi di tipico stampo bianco-europeo. L'efficace tappeto percussivo di Nussbaum è stato l'ideale terreno in cui Minzer e Vitous hanno
potuto dialogare tra loro ed esibirsi in qualche solo di gran classe. Non sempre
felici gli interventi "elettronici" effettuati dal contrabbassista.
Il
2 Settembre
Vitous si è unito ad un quartetto di all star che vedeva Randy Brecker alla tromba,
Bob Mintzer al sax tenore, Ramberto Ciammarughi al pianoforte e Billy Cobham alla batteria. Nonostante le grandi
qualità solistiche espresse dai singoli, il concerto ha stentato a prendere
quota, con la mancanza di interplay tra i componenti del gruppo. Il drumming potente e veloce di Cobham è stato forse l'ostacolo maggiore, impedendo di mettere in risalto il
dialogo tra i suoi compagni e spesso sovrapponendosi durante i soli. Però...uno
spettacolo solistico del batterista è sicuramente qualcosa da non perdere!
L'ultimo progetto che ha visto protagonista Vitous è stato il "Mediterranean Meeting", con Dave Liebman ai sax tenore e soprano, Enzo Favata al sax soprano, Marcello Peghin alla chitarra e U.T. Ghandi alla batteria. I suoni mediterranei sono stati protagonisti, con il grande sassofonista americano che si è subito messo in mostra con alcune improvvisazioni di grande effetto, mentre Favata è rimasto leggermente defilato, forse messo in ombra dalla figura ingombrante del suo compagno, anche se è stato poi bravo a ritagliarsi alcuni spazi. Molto efficace il lavoro percussivo di Gandhi e l'accompagnamento della chitarra di Peghin, mentre fuori luogo sono sembrati i soliti interventi elettronici di Vitous, comunque sempre brillante al suo strumento.
In questi tre spettacoli siamo riusciti ad ammirare uno dei più grandi protagonisti del contrabbasso jazz degli ultimi 30 anni. Rimane il rammarico di non averlo visto alle prese con un suo progetto, dove oltre all'immensa classe come strumentista, avremmo potuto apprezzare anche le doti di compositore, arrangiatore e leader di un gruppo. Come abbiamo fatto per il suo collega americano William Parker.
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Data pubblicazione: 12/12/2004
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