Parma Jazz Frontiere
Mark Turner Quartet
Casa della Musica, 4 novembre 2015
di Barbara Bianchi
Molto atteso, altrettanto applaudito,
Mark Turner a ParmaJazz Frontiere. Un concerto che rientra nel tour di presentazione
di Lathe of Heaven, l'album di debutto di Turner come solista per la ECM.
Sul palco, assieme a Turner con il suo sax, Avishai Cohen alla tromba,
Joe Martin al contrabbasso e Obed Calvaire alla batteria. Il marchio
ECM già la dice lunga sul concerto e su questo progetto che, pur navigando i mari
della più classica tradizione d'oltreoceano, sa lasciarsi contaminare da colori
e profumi del tutto anticonvenzionali. Proprio in questa capacità di trasformare
il jazz da genere in linguaggio, di sapersi far mettere in discussione sta probabilmente
la fortuna e il futuro del jazz.
Melodista d'eccellenza, Mark Turner costruisce il suo lavoro anche sulla solidità
dei suoi musicisti, sul cui stabile impianto dipinge il volo dei suoi pensieri musicali.
Pensieri vasti, senza timore di mostrare la propria ansia di andare oltre, di sperimentare,
cercare, sognare. Si diceva dell'omaggio, presente e dovuto, alla tradizione afroamericana.
Inevitabile, giusto. Eppure Mark Turner che afroamericano lo è e lo è nel
profondo, dimostra la libertà di chi nemmeno per un momento è schiavo di quei cliché
che appesantiscono qualche volta i tratti di quei musicisti che di certa storia
musicale hanno fatto uno standard. Perdendo di vista quella libertà che dovrebbe
essere il tratto distintivo del fare jazz.
Fa indiscutibilmente piacere vedere tanta affluenza di pubblico. Un successo meritato
dagli artisti, ma anche dal ParmaJazz Festival, coraggioso sempre nei suoi vent'anni
di storia.
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Data pubblicazione: 27/12/2015
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