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Pietro Bandini
Parma Jazz Frontiere
The Book Is On The Table


MUP (Monte Università Parma) 2008

Prezzo di Copertina 20 Euro.

Parma jazz Frontiere ha spento quest'anno la sua tredicesima candelina. Tredici anni di intransigenza, di rigore, di originalità.



P
er festeggiare l'avvenimento uno degli sponsor (Fondazione Monte di Parma) ha fatto un regalo alla rassegna ed ai suoi estimatori: questo bel libro fotografico, che racconta anni di lavoro fatti di tanti attimi.

Che jazz e fotografia siano arti complementari fra loro è quasi superfluo dirlo. E' stato detto che la improvvisazione è la celebrazione dell'attimo e solo l'arte nobile che una volta si chiamava dagherrotipo sa cogliere quella strana dimensione che è l'istante. Disco e fotografia hanno in fin dei conti la stessa funzione di fermare e documentare quello che è irripetibile: la storia di qualcosa che è accaduto una sola volta.

Di qui l'infinita e affascinante galleria di jazzmen colti nell'attimo fuggevole della creazione: perduti, estatici, in trance. Chi non ha sul suo desktop, nella memoria del suo pc o appesa alle pareti una di queste foto?

Pietro Bandini, l'autore di questa splendida galleria di immagini ha puntato,ovviamente, anche su questa dimensione. Cito per tutte la straordinaria istantanea di Richie Beirach e Dave Liebman durante il loro concerto parmigiano del 2007, già apparsa su Jazzitalia, o quella che ferma una immagine di un Amiri Baraka particolarmente rabbioso e sofferente.

Ma c'è molto altro in questo libro. Ci sono foto memorabili a volte anche molto ironiche e divertenti, scattate nei camerini e durante le prove. Foto che parlano di stanchezza, di perplessità, di relax, di gioco. Gianni Coscia meditabondo nel corridoio di un teatro. Roberto Gatto con lo sguardo perso nel vuoto, il mento appoggiato un po' alla sua mano un po' a uno dei piatti del suo set. Riccardo Luppi che scalda il suo flauto davanti a uno specchio. Maryilin Crispell che prova distrattamente il suono, Manfred Eicher che sembra guardare il mondo con soddisfatto disdegno. Le cito a caso, sfogliando il volume qua è là. "Sono immagini – dice Bandini - che parlano del mondo di questa musica da dentro. Sono foto un po' dentro la musica. Ma anche un po' sui lati. E anche da dietro". Ovviamente in bianco e nero, come altrimenti si può rendere quel senso della precarietà di un arte tutta basata sull' improvvisazione, sulla urgenza e sulla necessità di attimi che passano e non tornano? Guardi queste foto e ti viene in mente quel vecchio blues che cantava Little Jimmy Rushing "E se qualcuno vi chiede chi ha cantato questa canzone, ditegli che era........E' stato qui, è andato via".

D'altronde come recita la terza di copertina "Pietro Bandini è uno pseudonimo. Nessuno sa chi sia veramente. Nemmeno lui. Per informazioni chiedete in giro." E' un precario dell' arte, come lo sono i musicisti che ritrae. Ma lui ha la capacità di guardare il mondo con distacco e ironia, Non so se tutti i musicisti abbiano questo dono.

Fra parentesi, un libro tanto bello costa solo venti euro.

Davvero un bel modo di festeggiare il grande lavoro di Roberto Bonati e della sua equipe. Auguri, anche da parte nostra,

Marco Buttafuoco per Jazzitalia

Parmajazzfrontiere - Riccardo LuppiParmajazzfrontiere - Gianni Coscia
Parmajazzfrontiere - Dave Liebman e Richie BeirachParmajazzfrontiere - Roberto Gatto
Parmajazzfrontiere - Marilyn Crispell







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Data pubblicazione: 21/12/2008

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