Pietro Condorelli Quintet
featuring: Maurizio Giammarco
Jazz Lag/Tassa di Residenza Napoli
Avellino (14 Novembre 2009)
Testo di Francesco Peluso
Foto di Lello De Gregorio
L'Associazione Senza Tempo di Avellino propone, in questo autunno/inverno
2009 - 2010,
un cospicuo numero di "incontri in Jazz", sotto la robusta egida della direzione
artistica del simpatico e grintoso Luciano Moscati. La scelta dei talentuosi
jazzisti, che in questi anni si sono alternati nelle diverse locations dell'Associazione,
è sempre risultata di ottimo livello, al pari della calorosa accoglienza, dell'elegante
parterre, delle raffinate degustazioni di vini, primi piatti e dolci della tradizione
gastronomica campana. A tal proposito, la serata di sabato 14 novembre
2009 ha offerto un quanto mai intrigante evento,
in cui musica Jazz e frammenti di storia del linguaggio afro-americano si sono fusi
in un mix di sapienti contenuti.
In effetti, alla presentazione del progetto JAZZ
LAG "Tassa di residenza Napoli" (nato dalla collaborazione di Gianni Vicedomini
e Claudio Borrelli con
Pietro Condorelli),
si è aggiunta la maestria espositiva di Puccio Corona. Quest'ultimo, con
il suo impeccabile stile di navigato giornalista, ha incalzato gli illustri ospiti
con una sequenza di pertinenti domande, che hanno attratto gli appassionati intervenuti
in un vortice di musica e cultura.
Da far suo, il
Pietro Condorelli
Quintet, impreziosito dal magico timbro e dalla sontuosa varietà dinamica dei
sassofoni di
Maurizio
Giammarco, ha regalato Jazz a piene mani, alternando straconosciuti
standards a brani originali tratti dal già citato lavoro di prossima uscita.
L'inconfondibile
lessico strumentale del virtuoso musicista campano, a giusta ragione considerato
uno fra le massime espressioni della chitarra jazz made in Italy, ha sfoggiato la
consueta destrezza tecnico-strumentale, oltre la spiccata sensibilità interpretativa
delle articolate composizioni proposte.
Il maestro romano, invece, dal suo canto ha apportato quel valore aggiunto
che, solo la classe di un artista di tale caratura può dispensare, effettuando una
coerente sintesi fra front-line ed un equilibrato interplay con le dinamiche timbrico-ritmiche
della giovane formazione. La voce calda e profonda del tenore di
Maurizio
Giammarco si è distinta sia nelle suadenze delle sempre magiche Stella
By Starlight e Night And Day, sia nelle scritture originali, armonicamente
e ritmicamente più vicine ai nostri giorni.
Il gruppo, che si è mosso con dosata articolazione alle spalle del duo Condorelli
– Giammarco, si è avvalso degli ancor giovanissimi Gianni Vicedomini al piano,
Gianfranco Campagnoli alla tromba e flicorno,
Marco de Tilla
al contrabbasso e Claudio Borrelli alla batteria, mostrando un'apprezzabile
coesione e sottolineando alcuni significativi passaggi dei due fuoriclasse. In particolare,
è piaciuto il dinamico espressionismo del pianista che, essendo autore di molte
delle scritture originali eseguite, ha raffigurato con il suo pianismo taluni tratti
provocatori, narrativi, rabbiosi, ironici, propri della più bella e tormentata metropoli
del Sud.
Pietro Condorelli,
che ormai già da molti anni diffonde il suo verbo jazzistico tanto in concerto,
quanto nella docenza al conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, riesce
sempre a tirar fuori dalla sua chitarra quelle atmosfere dense di espressioni, in
cui il binomio melodia-armonia si intreccia perfettamente con la pura improvvisazione,
grazie ad una indubbia padronanza tecnica ed una approfondita conoscenza del linguaggio
d'Oltreoceano.
Dunque, una serata all'insegna della buona musica, senza colpi ad effetto, particolari
debordanze ritmiche, in cui la sobrietà di Puccio Corona e la linearità del
Pietro Condorelli
Quintet "featuring
Maurizio
Giammarco" hanno dato forma ad un evento dalle sfumature pastello, dalle
ambientazioni rilassate, dalle misurate tensioni ritmiche, molto gradite dagli appassionati
intervenuti.
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Data pubblicazione: 27/12/2009
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