30 Novembre - 2 Dicembre 2010 Vincent Gallo Trio Vincent Gallo - chitarre elettriche, basso elettrico, mellotron, wurlitzer, voce solista Woody Jackson - chitarra elettrica, tastiere, basso elettrico Nico Turner - batteria, tastiere, chitarra elettrica, seconda voce
3,4,9-12 Dicembre Chick Corea Trio Chick Corea - pianoforte Christian McBride - contrabbasso Brian Blade - batteria
Era sempre esaurito il Blue Note di Tokyo e non soltanto nei week end. Una lunga fila di gente
giovane, molte facce femminili che parlano, emozionate e caricate, tra loro, mentre
attendono il loro turno per vedere da vicino l'ultimo vincitore della Coppa Volpi
nella recente edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Alla maniera del divino
Miles, vestito con giubbotto e pantaloni di pelle nera, Gallo per tutto il secondo
ed ultimo set in assoluto - quello del 2 Dicembre - durato 63 minuti senza alcun
bis, volta le spalle al pubblico o compare di profilo quando suona le tastiere.
10 i pezzi ascoltati per una musica Rock minimalista non rumorosa, scarna e ripetitiva
nei giri armonici e nelle melodie. Gallo canta anche 4 canzoni, tra le quali "No tears" di Yoko Ono, presente nel locale perché l'8 dicembre avrebbe partecipato
al consueto tributo musicale in ricordo della scomparsa di John Lennon. La
voce di Gallo è fanciullesca, anche se non arriva ad emozionare come quella di
Chet Baker.
Molto intima la versione di "Moon River", accompagnata solamente
da due chitarre. In ‘Moonchild' dei King Crimson, Nico Turner, la batterista, lo
affianca con una gradevole seconda voce. Strumentalmente usa spesso le spazzole,
non nel senso jazzistico, ma utilizzandole come bacchette in un ossessivo quanto
semplicistico 4/4, basato sull'interazione tra rullante e cassa. Attento ad equilibrare
il tutto, il chitarrista Woody Jackson, forse il più professionale dei tre. Applausi,
gridolini e cinguettii femminili, quando alcune fortunate riescono a stringere la
mano all'attore nel percorso tra il palco e il camerino.
Si ritorna al jazz, di alta qualità, anche se con qualche momento di routine, dovuto
forse ai troppi set ravvicinati, nella sei giorni - uno in più della norma - di
Chick Corea,
apparso fisicamente affaticato, un po' per l'età (?) - a giugno del prossimo anno
oltrepasserà la soglia dei 70 anni - senz'altro anche per la difficoltà ad abituarsi
alla diversità oraria giapponese. Presi singolarmente, fra i tre ha maggiormente
brillato il 40enne
Brian Blade, che ha percosso con tensione e fantasia una splendida
Canopus
decorata in stile "Vintage", marchio di una piccola fabbrica giapponese con sede
proprio a Tokyo, che sta conquistando le preferenze di molti musicisti "Top". Ai
tamburi, Blade ha affiancato tre piatti sospesi di grande diametro, due dei quali
chiodati, dal suono oscuro, contribuendo in alta percentuale alla riuscita della
serata - ci riferiamo al primo set di giovedì 9 -. Di Blade abbiamo apprezzato la
capacità nell'alternare colpi di grande risonanza ad accompagnamenti ficcanti, quanto
delicatissimi, nel rientro al tema finale. Un assolo strepitoso cresciuto in volume
per la ricchezza degli accenti, rullatine frizzanti, frequenti cambi tra tempo swing
e afro, l'orecchio perennemente attento a percepire le accelerazioni del leader.
Corea ha un tocco sempre elegantissimo, dolce, pulito e brillante. Bastano poche
note sulla tastiera e si capisce subito chi sta suonando. Essendo lui stesso batterista,
le sue improvvisazioni sono avvolte dal ritmo e Blade non poteva trovare un partner
migliore per stimolarlo negli assolo. Ci è parso un po' legnoso McBride,
senza fantasia. Il suono non era così corposo come ci si sarebbe aspettato da un
contrabbasso e nell'unico episodio con l'archetto - l'assolo in "My Foolish Heart"
– si è avvertita una carenza di intonazione. Sei i pezzi proposti, compreso il canonico
bis per quasi 80 minuti. Tra i brani originali - tra i quali una lunghissima e applaudita
versione di "Now He Sings, Now He Sobs", aperta da una lunga introduzione solistica
di Blade e da una parte tematica più lenta rispetto alla versione originale - ha
fatto capolino anche l'immancabile omaggio a Monk, con una rilettura riconoscibile
solo a tratti di "Trinkle Tinkle". Applausi corali, ma il pubblico deve uscire in
fretta, non prima di essersi recato alle casse per pagare quanto dovuto, poiché
al piano superiore sta aspettando la platea accorsa per il secondo set.