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Tan T'ien
The Fourth Door
Improvvisatore Involontario (2013)
1. Struggle Through Lucubration
2. Imposition of Self
3. First Door
4. Manifestation of Matter I
5. Overcoming Spite
6. Misleading Focus
7. Illusion of Contingency
8. Manifestation of Matter II
9. The Second Door
10. Unconscious Material
11. Manifestation of Matter III
12. The Third Door
Luca Dell'anna - Pianoforte, Fender Rhodes Ivo Barbieri - Contrabbasso Francesco Cusa - batteria
Un trio piuttosto classico: piano, basso, batteria, denominato "Tant'ien" si presenta
con "The fourth door" e già dalla cover si comprende che siamo in ambito "Improvvisatore
involontario". Niente, perciò, è dato per acquisito e tutto può essere messo in
discussione, secondo l'ottica dell'etichetta discografica, aperta alla sperimentazione
e all'inconsueto. La copertina, appunto, è piuttosto inquietante. Vi appare l'immagine
tipica, da compendio, dell'anatomia delle fibre muscolari e dei vasi sanguigni,
mentre attorno al capo orbitano quattro bolli di colore arancione contenenti misteriose
icone. Se poi si leggono le note all'interno, piuttosto astruse, si è informati
che il nome del gruppo viene dal cinese e indica il punto dove è situata l'energia
nel corpo. Insomma ci sono tutte le premesse per aspettarsi qualcosa di impegnativo
per l'orecchio, probabilmente spinto verso
l'avanguardia meno domestica. Il contenuto del cd, invece, tutto sommato, è meno
sorprendente e di rottura del preventivato. Si ascolta, infatti, una musica con
inflessioni funky, accenti di heavy jazz, con passaggi in un free-bop tirato, in
un contesto policromatico. Tutta la materia è, comunque, trattata in maniera eccentrica
secondo punti di vista non comuni.
Il pianoforte di Luca Dell'Anna insiste su ostinati, ripetuti per un certo tempo,
per poi evolvere in un discorso fluente e fluttuante, che in certi casi esce fuori
binario, per rientrarvi prontamente. Sono sciabolate costruite da molteplici note
che poi si riducono sensibilmente di numero, quando ritorna in primo piano il vamp
iniziale.
Ivo Barbieri, sul contrabbasso, fa sentire un suono grasso e poderoso, maleducato
il necessario. I suoi interventi completano favorevolmente l'aspetto melodico, suggerito
dalle tastiere e pure il versante ritmico, curato dalla batteria.
Francesco Cusa lavora spesso in contrapposizione con i due partners. Non
vuole assolutamente che "Tant'ien" sia equiparabile a qualsiasi trio del genere
e si adopera in ogni modo per deviare il cammino dei compagni, per trovare strade
impervie e complicate evitando di finire sui percorsi consigliati dalle guide, costruendo,
così, un sottofondo percussivo brulicante, spesso volutamente alternativo.
Non in tutti i brani si possono registrare invenzioni fulminee; alcuni, come "Manifestation
of Matter I" e "Overcoming Spite" finiscono nella normalità di una jazz fusion con
puntate nell'hard rock, senza particolari reinvenzioni. I brani migliori sono, invece,
"Unconscious Material" e "Manifestation of Matter II", dove si assiste a cambi di
tempo e di modo, all'interno della traccia e ad assoli in simultanea dei tre membri
del gruppo, affatto corrispondenti e coerenti.
"The fourth door", in conclusione, è il disco di un trio teso a distinguersi con
idee relativamente nuove, utilizzando un tipo di formazione sicuramente molto battuta.
In diversi pezzi i risultati sono più che confortanti, in altri si comprende la
grande fatica di liberarsi in modo originale da determinati clichès, malgrado l'entusiasmo
e la preparazione dedicati a questa incisione.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 24/08/2014
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