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Lezione 4: L'importanza del repertorio
di Marco Di Battista
info@marcodibattista.com

Certamente vi sarete domandati il motivo per il quale un argomento apparentemente così banale debba meritare una pagina intera. Lo sconcerto è certamente lecito cercherò, pertanto, di fugare i vostri dubbi attraverso esempi concreti. Nei seminari che da studente ho frequentato si è sempre trattato di tecniche varie di elaborazioni mentali "mistiche", di elucubrazioni "psicoritmiche", dell'improbabile voicing utilizzato nella trentaduesima battuta del pezzo: "la tata di toto in tuta", nessuno però ha menzionato il repertorio e di quanto sia fondamentale possederne uno a MEMORIA

Un solo "ardimentoso" personaggio, il cui nome corrisponde ad un certo "Paul Bley", ha affrontato questa tematica, a mio avviso fondamentale. Egli asseriva che solo svincolandosi dalla pagina scritta, nell'interpretazione di un tema jazz, si sarebbe trovata la concentrazione giusta per realizzare un'ottima linea melodico-ritmica . Se ciò non fosse accaduto, la frase sarebbe passata in secondo piano, l'attenzione si sarebbe concentrata verso la lettura, nel rimanere all'interno della struttura, nella ricerca dei voicings da utilizzare. Tutti questi elementi sono forvianti, determinano una minore intesa fra i musicisti. La buona riuscita dell'esecuzione è fortemente influenzata da questi eventi che non permettono il dominio dello spazio-tempo, cardine fondamentale nella musica jazz. A distanza di anni non posso che ringraziare "Paul", oggi possiedo a memoria 103 standards ed il mio repertorio è in continua espansione; ho interiorizzato le mie composizioni e quando suono con nuovi musicisti cerco di memorizzare i brani che mi vengono proposti. 

Molti strumentisti nei concerti, pur conoscendo a menadito i pezzi che suonano pongono dinanzi a loro la partitura per sicurezza "psicologica", non è una pratica da condannare ma evitarla ineluttabilmente ti conduce al rischio di sbagliare, acuisce in te, quindi, la concentrazione, l'orecchio armonico, la sperimentazione estemporanea di nuove soluzioni, la capacità di ottenere un interplay più efficace con i tuoi partner, la facoltà di riprenderti quando sbagli tramutando l'errore in melodia interessante. 

Affinché il repertorio non sia dispersivo ed abbia un equilibrio come devo organizzarlo? Innanzitutto occorre fare un elenco delle possibilità formali che il jazz ha "sfornato" nel tempo, potrebbero essere:
 
1) La forma Blues
2) La forma Rhythm change
3) La forma canzone
4) La forma Be-Bop
5) La forma Modale
6) La forma contemporanea
7) la forma free
8) Nuove tendenze
 
Nonostante illustri musicologi abbiano tentato di confinare le composizioni jazz all'interno di una di queste voci essi non sono riusciti completamente nell'intento. Ognuna delle forme, col passare degli anni, ha influenzato l'altra mescolando gli elementi dell'una con quelli dell'altra. Il blues ne è l'esempio tangibile dato che ha percorso quasi tutto l'elenco. Ha rappresentato campo privilegiato di sperimentazione per i musicisti di ogni epoca, cominciando da Buster Williams, da Charlie Parker a Miles Davis, da Coltrane a Sonny Rollins, da Bobby Timmons a Chick Corea passando da Ornette Coleman fino a Anthony Braxton. Cerchiamo ora di fornire alcune indicazioni tecniche per individuare le varie forme.
 
1) La forma Blues

  • Struttura ciclica di 12 battute (non é sempre così).
  • Scansione metronometrica variabile (generalmente rapida).
  • Tema Fondato su scala blues complesso o semplice a seconda della forma nel quale è collocato (non é sempre così).
Alcuni blues: 
Straight no chaser, Billie's bounce, Au privave, Blue monk, All blues, Matrix, etc.

Alcuni blues inconsueti: 
This Here, Strode Rode, Locomotion, Soft wind, Bird food, Foot prints, Watermelon man.

Tonalità più utilizzate: F e Bb
 

2) La forma rhythm change
  • Struttura 32 battute sezioni A-A1-B-A1.
  • Scansione metronometrica variabile (generalmente rapida).
  • Tema generalmente complesso se "bop".
  • Armonia: tonale.
  • Sezioni A costituite da turnaround e II-V-I.
  • Sezione B costituita da una successione di 4 accordi di dominante che scende di quinta giusta.

Alcuni rhythm change o anatole: Cottontail, Oleo, Dexterity, Anthropology etc.

Tonalità più utilizzata: Bb


3) La forma canzone
  • Struttura in generale di 32 battute sezioni 8+8+8+8 (es. A-A-B-A).
  • Scansione metronometrica variabile.
  • Tema mutuato da canzoni o da parti di musicals.
  • Armonia: tonale.
Alcune "forma canzone": Night and day, My romance, My funny Valentine, There is no greater love, Stella by starlight, What is this thing called love, Yesterdays etc.

Alcune canzoni inconsuete
: All the things you are, Alone together.
 

4) La forma be-bop
  • Struttura in generale di 32 battute sezioni 8+8+8+8 (es. A-A-B-A), viene anche utilizzata la struttura dell'anatole o del blues.
  • Scansione metronometrica rapida.
  • Tema complesso (crome, terzine di semicrome in rapida successione).
  • Armonia: generalmente tonale.
Alcuni brani be-bop: Donna Lee, Confirmation, Boplicity, Opus the funk, Well you needn't, Criss cross etc.


5) La forma modale
  • Struttura a volte di 32 battute sezioni 8+8+8+8 (es. A-A-B-A), generalmente variabile.
  • Scansione metronometrica variabile.
  • Tema quasi sempre semplice, non è il caso di "Freedom jazz dance".
  • Armonia: modale.
Alcuni brani modali: Milestones, Passion dance, Little sunflower, Time remembered, Inner urge.  


Ti sarai accorto che ho ignorato gli ultimi tre stili, l'ho fatto volutamente perchè per il momento non ci interessano. Come hai potuto constatare è veramente difficile contenere i vari stili in ambiti rigidamente divisi. Ciò che ho scritto è incompleto e impreciso, ti offre soltanto qualche piccolo indizio per non trovarti spiazzato quando affronti un nuovo pezzo. Analizzare stilisticamente un brano ti fa' comprendere le tecniche d'improvvisazione e d'accompagnamento più aderenti da adoperare per quella composizione.

Dopo avere nelle lezioni precedenti affrontato i voicings e gli accenti delle frasi, utilizza gli stessi procedimenti usati su Autumn leaves per studiare il brano di questa lezione: Have you met miss Jones

Impara a memoria la progressione armonica, i voicings, il tema. 

Individua a quale stile il pezzo appartiene (forma canzone?? BHOO !). 

Attua, sulla progressione armonica della mano sinistra, l'esercizio per la pronuncia illustrato nello scorso argomento (crome infiniteee!, accenti in levare). 

Cerca di capire (anche se non ne hai gli elementi) le sezioni strutturali del brano (A-A1-B-C, potrebbe essere? Mahhh...).

Questa volta sono stato più cattivo, nella partitura ho solo scritto i numeri per la costruzione dei voicings senza specificare se i vari gradi sono maggiori, minori giusti etc. I voicings devi formarli tu seguendo l'indicazione della sigla dell'accordo.

Un'ultima cosa, fai attenzione alla sezione B, Coltrane ha creato le proprie fortune prendendo spunto da questo bridge...







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Data pubblicazione: 10/08/2000

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