La tecnologia è un insieme del complesso di pure conoscenze teoriche quindi di
metodi e procedure per lo sviluppo e l'applicazione di un'arte o di una scienza.
Pertanto la tecnologia è il prodotto della ricerca e sviluppo metodologica delle
facoltà applicative di una sapienza teorica primaria, ma a sua volta potrà permettere
un successivo aumento del COSA fare creativamente, piuttosto che del COME fare tecnicamente,
in una virtuosa quanto stimolante attività biunivoca: più sappiamo di tecnologia
più si estendono potenzialmente i nostri orizzonti creativi giacché la tecnica consente
solo la messa in atto. Perciò abbiamo bisogno di concetti assiomatici basici (cioè
di dati statici oggettivi), per poi elaborarli e svilupparli dinamicamente per il
campo applicativo progettuale (creatività).
In seguito, per realizzare le idee e dare massa fisica
ai dati, abbiamo bisogno delle specifiche istruzioni tecniche strumentali. La successione
temporale di questa moltitudine d'informazioni è spesso utile se non necessaria.
Ne deriva che la pura teoria e i vari procedimenti metodologici devono essere cronologicamente
impostati per raggiungere una maggiore efficienza.
La tecnologia è tutto questo laddove la tecnica è un supplemento della tecnologia:
è il lato meccanico della messa in atto. La tecnica quindi è la terza e ultima fase
della competenza di un individuo dopo la pura conoscenza (teoria) e le sue potenzialità
applicative (combinazioni e permutazioni delle parti teoriche). La tecnica
però si può scorporare dal tutto tecnologico poiché è la parte "operaia" di una
realizzazione artistica o scientifica, perciò non necessita di istruzioni teoriche
e di procedimenti per l'evoluzione di una data disciplina, dato che con la tecnica
non si deve concepire e progettare un'opera. Quest'ultima può essere composta da
un unico individuo esperto tecnologicamente, e la messa in atto realizzata da altri
individui istruiti operativamente quel tanto che basta per produrre in sostanza
la cosa: è sufficiente pensare a un qualsiasi compositore classico e la successiva
messa in atto delle partiture create dall'autore da parte dei maestri musicisti
diplomati al conservatorio. Quindi la generica concretazione tecnica dell'opera
può essere assegnata a più individui per aumentare l'efficienza esecutiva del prodotto.
Si possono distinguere comunque tre tipologie di tecniche: la tecnica manuale
di accesso basica, la tecnica formale e la tecnica espressiva.
La prima è quella che permette di riprodurre concretamente il dato in potenza
fondamentale e denotativo; la seconda è quella che perfeziona quella riproduzione
in termini di precisione e pulizia per mezzo di un'abbondanza di quei mezzi manuali
basici. Infine la terza è quella che s'incarica di connotare i dati in termini di
sfumature e proporzionamenti dimensionali, attraverso dinamiche e sfaccettature
degli eventi che s'intendono riprodurre, con un'inevitabile interpretazione dei
dati originali e un trasferimento soggettivo di mutazione di questi che può a sua
volta accrescere l'opera e spesso, ma non ineluttabilmente, migliorarla. Queste
tre tecniche dovrebbero essere in linea di massima apprese e sviluppate in cronologia
come appena enunciate [Fig. 1].
Fig. 1
A volte, però, non si arriva di ottenere la tecnica espressiva; oppure si arriva
a questa tecnica direttamente da quella basica.
Se in un brano musicale è prevista un'improvvisazione, e il musicista
concreta un'originale costruzione melodica-armonica-ritmica-timbrica per mezzo di
un'interpretazione, correlandola quindi con quella peculiare tecnica espressiva,
il carattere di artisticità viene accresciuto da questa poderosa ed estrema individualità.
Il musicista valorizza il brano "reinventandolo" parzialmente, introducendo in quegli
spazi musicali dei nuovi fattori di originalità e pregevoli connotazioni espressive,
pur lasciando intatti gli elementi denotativi già stabiliti della composizione.
Ci sono musicisti che, mediante interpretazioni tecniche espressive di grande pregio,
riescono a conferire forza e originalità a composizioni magari in potenza modeste.
Il modo di emettere i suoni musicali è chiamato comunemente pronuncia musicale.
La pronuncia è data dal metodo tecnico d'articolazione, che è l'insieme delle
procedure tecniche strumentali di soluzioni di continuità applicative per passare
da un micro evento all'altro, che serve operativamente al musicista soprattutto
COME realizzare la propria musica.
Quindi la pronuncia è l'alterazione o comunque il controllo (anche artificiale
con mezzi elettronici) da parte dello strumentista delle 4 fasi d'inviluppo sonico
(a fronte delle peculiarità di ogni strumento), ossia attacco, decadimento, sostegno
e rilascio.
La pronuncia pertanto determina le cosiddette articolazioni musicali (legato,
staccato, portato, accentato, glissato ecc.).
Insomma, si forzano le "naturali" evoluzioni d'inviluppo sonico proprie degli strumenti,
per ottenere transizioni tra i suoni che permettono un fluire musicale soggettivo
nello sviluppo delle frasi musicali, definendo così lo stile esecutivo-espressivo
connotativo di ognuno.
In pratica l‘articolazione interna della condotta del suono, cioè come suoni diversi
confluiscono uno nell‘altro (pronuncia), sono sub-parametri tra loro connessi e
connettenti pure con un discorso musicale espressivo timbrico-ritmico-dinamico molto
importante.
Va da sé che la pronuncia musicale (a parte gli imitatori) è per ognuno diversa
e personalizzerà in maniera decisiva la musica di un individuo rispetto a un altro.
Questa importantissima interpretazione individuale del dato oggettivo denotativo,
ad esempio una parte melodica, è ovviamente portatrice di varie percezioni connotative
di musiche, che ci consentono dunque di sopportare sostanziali ripetizioni senza
troppo annoiarci.
Si spiegano così pure le sin troppo diffuse minime rielaborazioni denotative di
musiche, e le (troppe) improvvisazioni che poco o nulla aggiungono a quelle già
esistenti: si tende a "colorare" (connotazione/sovrastruttura, interpretazione)
un "disegno" (denotazione/struttura, idea) già in massima parte compiuto.
Le qualità DENOTATIVE (strutturali) musicali sono gli intervalli di
altezze relativi di melodie e di armonie, e/o gli intervalli di durate (rapporti
di tempi) di un ritmo (anche esclusivamente melodico).
Le qualità CONNOTATIVE (sovrastrutturali) musicali sono (oltre le articolazioni
tecniche di pronuncia), le altezze assolute dei suoni quindi
anche le globali tonalità/modalità, i timbri, le intensità dinamiche,
le velocità metronomiche di esecuzione.
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Data pubblicazione: 14/04/2013
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