Jazzitalia - Lezioni: Viaggio all'interno della musica: l'energia rivelata. Tecnica, Tecnologia, Pronuncia musicale (e fattori connotativi/denotativi)
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Lezione 2: Tecnica, Tecnologia, Pronuncia musicale (e fattori connotativi/denotativi)
di Carlo Pasceri
cpasceri@libero.it
www.carlopasceri.it

La tecnologia è un insieme del complesso di pure conoscenze teoriche quindi di metodi e procedure per lo sviluppo e l'applicazione di un'arte o di una scienza. Pertanto la tecnologia è il prodotto della ricerca e sviluppo metodologica delle facoltà applicative di una sapienza teorica primaria, ma a sua volta potrà permettere un successivo aumento del COSA fare creativamente, piuttosto che del COME fare tecnicamente, in una virtuosa quanto stimolante attività biunivoca: più sappiamo di tecnologia più si estendono potenzialmente i nostri orizzonti creativi giacché la tecnica consente solo la messa in atto. Perciò abbiamo bisogno di concetti assiomatici basici (cioè di dati statici oggettivi), per poi elaborarli e svilupparli dinamicamente per il campo applicativo progettuale (creatività).



In seguito, per realizzare le idee e dare massa fisica ai dati, abbiamo bisogno delle specifiche istruzioni tecniche strumentali. La successione temporale di questa moltitudine d'informazioni è spesso utile se non necessaria. Ne deriva che la pura teoria e i vari procedimenti metodologici devono essere cronologicamente impostati per raggiungere una maggiore efficienza.

La tecnologia è tutto questo laddove la tecnica è un supplemento della tecnologia: è il lato meccanico della messa in atto. La tecnica quindi è la terza e ultima fase della competenza di un individuo dopo la pura conoscenza (teoria) e le sue potenzialità applicative (combinazioni e permutazioni delle parti teoriche).  La tecnica però si può scorporare dal tutto tecnologico poiché è la parte "operaia" di una realizzazione artistica o scientifica, perciò non necessita di istruzioni teoriche e di procedimenti per l'evoluzione di una data disciplina, dato che con la tecnica non si deve concepire e progettare un'opera. Quest'ultima può essere composta da un unico individuo esperto tecnologicamente, e la messa in atto realizzata da altri individui istruiti operativamente quel tanto che basta per produrre in sostanza la cosa: è sufficiente pensare a un qualsiasi compositore classico e la successiva messa in atto delle partiture create dall'autore da parte dei maestri musicisti diplomati al conservatorio. Quindi la generica concretazione tecnica dell'opera può essere assegnata a più individui per aumentare l'efficienza esecutiva del prodotto.

Si possono distinguere comunque tre tipologie di tecniche: la tecnica manuale di accesso basica, la tecnica formale e la tecnica espressiva.

La prima è quella che permette di riprodurre concretamente il dato in potenza fondamentale e denotativo; la seconda è quella che perfeziona quella riproduzione in termini di precisione e pulizia per mezzo di un'abbondanza di quei mezzi manuali basici. Infine la terza è quella che s'incarica di connotare i dati in termini di sfumature e proporzionamenti dimensionali, attraverso dinamiche e sfaccettature degli eventi che s'intendono riprodurre, con un'inevitabile interpretazione dei dati originali e un trasferimento soggettivo di mutazione di questi che può a sua volta accrescere l'opera e spesso, ma non ineluttabilmente, migliorarla.  Queste tre tecniche dovrebbero essere in linea di massima apprese e sviluppate in cronologia come appena enunciate [Fig. 1].


Fig. 1

A volte, però, non si arriva di ottenere la tecnica espressiva; oppure si arriva a questa tecnica direttamente da quella basica.

Se in un brano musicale è prevista un'improvvisazione, e il musicista concreta un'originale costruzione melodica-armonica-ritmica-timbrica per mezzo di un'interpretazione, correlandola quindi con quella peculiare tecnica espressiva, il carattere di artisticità viene accresciuto da questa poderosa ed estrema individualità.
Il musicista valorizza il brano "reinventandolo" parzialmente, introducendo in quegli spazi musicali dei nuovi fattori di originalità e pregevoli connotazioni espressive, pur lasciando intatti gli elementi denotativi già stabiliti della composizione.
Ci sono musicisti che, mediante interpretazioni tecniche espressive di grande pregio, riescono a conferire forza e originalità a composizioni magari in potenza modeste.

Il modo di emettere i suoni musicali è chiamato comunemente pronuncia musicale.
La pronuncia è data dal metodo tecnico d'articolazione, che è l'insieme delle procedure tecniche strumentali di soluzioni di continuità applicative per passare da un micro evento all'altro, che serve operativamente al musicista soprattutto COME realizzare la propria musica.
Quindi la pronuncia è l'alterazione o comunque il controllo (anche artificiale con mezzi elettronici) da parte dello strumentista delle 4 fasi d'inviluppo sonico (a fronte delle peculiarità di ogni strumento), ossia attacco, decadimento, sostegno e rilascio.

La pronuncia pertanto determina le cosiddette articolazioni musicali (legato, staccato, portato, accentato, glissato ecc.).

Insomma, si forzano le "naturali" evoluzioni d'inviluppo sonico proprie degli strumenti, per ottenere transizioni tra i suoni che permettono un fluire musicale soggettivo nello sviluppo delle frasi musicali, definendo così lo stile esecutivo-espressivo connotativo di ognuno.
In pratica l‘articolazione interna della condotta del suono, cioè come suoni diversi confluiscono uno nell‘altro (pronuncia), sono sub-parametri tra loro connessi e connettenti pure con un discorso musicale espressivo timbrico-ritmico-dinamico molto importante.
Va da sé che la pronuncia musicale (a parte gli imitatori) è per ognuno diversa e personalizzerà in maniera decisiva la musica di un individuo rispetto a un altro.
Questa importantissima interpretazione individuale del dato oggettivo denotativo, ad esempio una parte melodica, è ovviamente portatrice di varie percezioni connotative di musiche, che ci consentono dunque di sopportare sostanziali ripetizioni senza troppo annoiarci.
Si spiegano così pure le sin troppo diffuse minime rielaborazioni denotative di musiche, e le (troppe) improvvisazioni che poco o nulla aggiungono a quelle già esistenti: si tende a "colorare" (connotazione/sovrastruttura, interpretazione) un "disegno" (denotazione/struttura, idea) già in massima parte compiuto.

Le qualità DENOTATIVE (strutturali) musicali sono gli intervalli di altezze relativi di melodie e di armonie, e/o gli intervalli di durate (rapporti di tempi) di un ritmo (anche esclusivamente melodico).
Le qualità CONNOTATIVE (sovrastrutturali) musicali sono (oltre le articolazioni tecniche di pronuncia), le altezze assolute dei suoni quindi anche le globali tonalità/modalità, i timbri, le intensità dinamiche, le velocità metronomiche di esecuzione.

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Data pubblicazione: 14/04/2013

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