Emanuele Cisi Trio feat. Eliot Zigmund
domenica 3 marzo 2013, Count Basie Jazz Club, Genova
di Andrea Gaggero
Emanuele Cisi
- tenor sax
Massimiliano Rolff - contrabbasso
Eliot Zigmund - batteria
"Hard bop" d'antan per l'ottima formazione in programmazione al
Count Basie di Genova questa sera; formazione illuminata dal drumming elegantissimo
e swingante di Eliot Zigmund.
Apre "Time Was", composizione coltraniana "giovanile"
datata 1957, ed è subito una dichiarazione di intenti e di appartenenza, più in
termini di suono che di articolazione del fraseggio. A seguire il bel tema di Cisi
"Do You Remember Me?" (sulle armonie di "I Remember You") tutto
giocato nella regione acuta del tenore (il primo Coltrane, Parker ma anche
Marsh e Young alcuni riferimenti in evidenza. Dopo l'esposizione del tema una lunga
esplorazione in solitudine consente di apprezzare, da subito, il suono morbido e
cristallino insieme di Cisi e il suo grande lirismo. Suono rotondo e possente per
Rolff che ha nella cavata profonda e nello swing sicuro le sue doti migliori. Zigmund
usa le spazzole come raramente mi è capitato di ascoltare ed è una delizia per le
orecchie. A seguire un tema tirato e swingante con il solismo di Cisi pensoso e
misurato, positivamente anti-spettacolare.
Il jazz di Cisi (e Zigmund) è musica di grande e solida esperienza che ci richiama
alla mente l'aforisma ellingtoniano dell'importanza e supremazia del "come" sul
"cosa", è fors'anche il drumming di Zigmund a fare la differenza rispetto a formazioni
nostrane analoghe ma qui più che altrove apprezziamo grandemente le doti compositivo-organizzative
di Cisi che si fanno apprezzare pienamente anche in una formazione così ridotta.
La seguente ballad "Copito De Nieve", dal nomignolo del gorilla
bianco dello zoo di Barcellona, è una lirica composizione frutto anch'essa della
felice vena compositiva di Cisi nella quale l'ispirazione spagnoleggiante con il
contrabbasso usato come una chitarra flamenco e il batterismo di Zigmund evocano
atmosfere Ornettiane e il miglior Gato Barbieri. Assolo ispirato di Rolff che si
ricorda di Haden e di Cisi che chiude con un assolo insieme lirico e passionale.
Zigmund contrappunta e sostiene con grande ariosità, inventiva e libertà una lunga
cadenza di Cisi su un tempo libero; solo molto dopo riappare il tema. Ancora il
magistero armonico di Coltrane in una versione di "But Not For Me"
dalle armonie alterate e complicate: Cisi è qui coltraniano più che altrove e Zigmund,
elegantissimo e misurato maestro delle spazzole, dà peso strategico ed evidenza
ad ogni suo gesto segno di una esperienza, maturità musicale e controllo psico-fisico
dello strumento assoluti.
Nel secondo set la mandeliana "Emily" è intimo omaggio al miglior
Bill Evans,
che l'ha celebrata e resa uno standard. Cisi è misurato e riesce, con grande economia
di mezzi, a dare peso e valore ad ogni singola nota senza rinunciare ad inflessioni
scopertamente bluesy. Segue un veloce brano in cui viene citato il celeberrimo "Bye
Bye Blackbird" e in cui il profondo radicamento nel blues di Cisi è un tutt'uno
con l'approccio cool come nel migliore Zoot Sims che qui ci torna alla mente. L'esposizione
del tema della meravigliosa ballad "You Know I Care", uscita dalla penna
del misconosciuto Duke Pearson, è tutta condotta, con concentrazione e souplesse
rari, sulla regione acuta dello strumento. Cisi ha nel suono di tenore un altro
dei punti di forza che si fanno grandemente apprezzare: suono rotondo e possente
su tutta l'estensione con bassi morbidissimi e acuti dal lirismo asciutto, sinonimo
di un controllo e padronanza totale dell'emissione e di un approccio meditato. Chiude
"Last Time Blues" dovuto a Massimiliano Rolff, blues aggiornato costruito
su armonie arricchite e alterate nel quale Zigmund dimostra, a ancora una volta,
che non sono il numero di piatti e tom a fare un grande batterista.
In sintesi concerto godibilissimo, condotto con grande agilità, concentrazione
ed economia di mezzi che conferma le doti strumentali e compositive di Cisi e consacra
Zigmund tra i più eleganti e misurati batteristi di sempre. Una nota dolente, come
sovente avviene in questa città: affluenza di pubblico men che modesta per un concerto
che, pur senza grandi sussulti o novità (ma di quanti altri da queste parti si può
dire?) ci ha permesso di ascoltare quasi due ore di musica di elevatissima qualità,
eleganza e raffinatezza arricchita dal magistero batteristico di Eliot Zigmund.
Inserisci un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 1.545 volte
Data pubblicazione: 14/04/2013
|
|