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Louis Armstrong
The Complete Hot Five And Hot Seven Recordings (3CD)


1 My Heart
2 Yes! I'm In The Barrel
3 Gut Bucket Blues
4 Come Back, Sweet Papa
5 Georgia Grind
6 Heebie Jeebies
7 Cornet Chop Suey
8 Oriental Strut
9 You're Next
10 Muskrat Ramble
11 Don't Forget To Mess Around
12 I'm Gonna Gitcha
13 Droppin' Shucks
14 Who'sit
15 King Of The Zulus
16 Big Fat Ma And Skinny Pa
17 Lonesome Blues
18 Sweet Little Papa
19 Jazz Lips
20 Skid-Dat-De-Dat


1 Big Butter And Egg Man
2 Sunset Cafe Stomp
3 You Made Me Love You
4 Irish Black Bottom
5 Willie The Weeper
6 Wild Man Blues
7 Chicago Breakdown
8 Alligator Crawl
9 Potato Head Blues
10 Melancholy
11 Weary Blues
12 Twelfth Street Rag
13 Keyhole Blues
14 S.O.L. Blues
15 Gully Low Blues
16 That's When I'll Come Back To You
17 Put 'Em Down Blues
18 Ory's Creole Trombone
19 The Last Time
20 Struttin' With Some Barbecue
21 Got No Blues
22 Once In A While
 


1 I'm Not Rough
2 Hotter Than That
3 Savoy Blues
4 Fireworks
5 Skip The Gutter
6 A Monday Date
7 Don't Jive Me
8 West End Blues
9 Sugar Foot Strut
10 Two Deuces
11 Squeeze Me
12 Knee Drops
13 No (Papa, No)
14 Basin' Street Blues
15 No One Else But You
16 Beau Koo Jack
17 Save It, Pretty Mama
18 Weather Bird
19 Muggles
20 Hear Me Talkin' To Ya
21 St. James Infirmary
22 Tight Like This

Tornano in confezione singola e dignitosa rimasterizzazione quelle che più volte sono state considerate come le testimonianze più importanti della nascita di quello che poi sarebbe stato il jazz. Con la fine dell'epoca pionieristica fu proprio Armstrong ad emergere per primo con il suono rotondo e squillante della sua tromba, utilizzata da lui dopo l'apparizione di Buddy Bolden in un poderoso registro acuto che suscitava sempre molti consensi nelle sue esecuzioni dal vivo. Se a quella musica ancora in cerca d'identità, confluivano esperienze che affondavano le loro radici nelle classiche bande militari, Armstrong ebbe il merito di porsi in evidenza con una serie di virtuosismi solistici che non potevano essere confusi con nessun altra cosa.

La serie comincia con "
My Heart", incisa pochi giorni dopo il rientro di Armstrong a Chicago dopo il biennio trascorso lungo i battelli del Mississippi in allegra gavetta per la Okeh Records, la prima proprietaria di quei master famosa soprattutto perché aveva un concetto per così dire "dinamico" delle sedute di registrazione. Non potendosi permettere una sede di rappresentanza nell'Illinois, un paio di volte l'anno inviava un tecnico munito di fonovaligia che si occupava di documentare i progressi compiuti dagli artisti che aveva sotto contratto. Armstrong allora teneva in grande considerazione i suggerimenti della moglie (e pianista) Lil Hardin, e insieme a lei in quei giorni (siamo nel 1924 e Armstrong aveva solo 23 anni), scelse i migliori solisti disponibili sulla piazza mantenendo in pianta stabile il fenomenale trombonista Kid Ory e Johnny Dodds al clarinetto, un vero caposcuola anche al di fuori dei suoi tempi. Qui da segnalare sono "Heebie Jeebies", primo esempio di scat primordiale e il celeberrimo "Muskrat Ramble" (antesignano del concetto di standard), che apre la strada ad un allargamento dell'organico nel 1927 con l'inclusione del basso-tuba e batteria che portano a una decisa sferzata verso il blues con lo scintillante esempio di "Potato Head Blues", davvero considerevole nella sua eloquenza narrativa.

Nel 1928 Armstrong decide di cambiare ancora mettendo a frutto la sua collaborazione con l'orchestra di Carrol Dickerson in cui militava lo straordinario batterista Zutty Singleton e soprattutto un altro gigante come Earl Hines, conosciuto l'anno prima e che già allora poteva competere sul piano della creatività con il grande Louis, come testimoniano alcuni capolavori assoluti come "West End Blues", "Basin' Street Blues" e soprattutto "Weather Bird", un duetto sull'orlo del precipizio dove gli strumenti si inseguono con straordinaria efficacia.

Alla serie mancano le sedute del
1929, quelle del definitivo trasferimento a New York con lo sviluppo di una ulteriore straordinaria big band. Conoscendo però il puntiglio degli archivisti Sony, questo quarto volume non tarderà a lungo.
Vittorio Pio
 






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Data pubblicazione: 24/05/2003

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