INDICE LEZIONI
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An eye over Autumn
Steve Khan original as
played on his recording
THE
BLUE MAN (Columbia Recordings - 1978)
di
Steve Khan
trad. by Eva Simontacchi
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Anche se non sono ben sicuro del perché, "An Eye Over Autumn" rimane uno dei pochi pezzi degli anni della Columbia, nei tardi anni '70, che ancora ascolto e apprezzo. Suppongo che l'intera incisione dell'LP "THE BLUE MAN" sia stata per me memorabile in quanto si trattò della prima opportunità che mi si presentò per "produrmi".
Bob James era andato avanti per formare la Tappen Zee Records, ed avevo il suo supporto, assieme alle buone parole di
Tom Scott e Ralph MacDonald. Non stavo nella pelle di preparare una incisione unicamente formata da brani composti da me o comunque scelti da me; e questo LP doveva contenere cinque mie composizioni e una di Randy Brecker. In quegli anni mi divertivo a "raccogliere le briciole" di Randy; suoi brani che per un motivo o per un altro non erano mai stati inclusi negli album dei
Brecker Bros. E ancora, ebbi la fortuna di essere riuscito a incidere nello Studio "A" presso la Mediasound con
Doug Epstein come tecnico del suono. Doug aveva prestato la sua assistenza professionale per "TIGHTROPE " ed era dunque molto familiare con il mio stile ed il mio approccio all'incisione. Dunque, durante il mese di maggio del '78, quando iniziammo questa incisione, volli assicurarmi che tutti i soli fossero suonati live se possibile, e dunque ciò richiese una gran mole di preparazione. Quando venne fatta questa incisione, tutto venne inciso live ad eccezione delle parti della sezione dei fiati.
Michael Brecker era con noi, oltre a Rick Marotta, tra tutti gli altri, per
aggiungere il "sabor" dei timbales. Come succede per queste cose, si è trattato
di una grande esperienza per me, ricca di molti ricordi.
Questo particolare brano venne composto, a parte la melodia della chitarra al
[B2],
sul vecchio modello Rhodes suitcase della Fender che possedevo. Qui è presentato in forma mini-score, come una parte alla tastiera che include le melodie suonate dalla chitarra e dal sax tenore, oltre che dal basso. Quando appaiono, sono state aggiunte persone per la sezione fiati (Randy & Michael Brecker
e David Sanborn). Come ogni cosa fatta assieme, Don Grolnick e
Will Lee diedero vita alle parti della tastiera e del basso, e aggiunsero dei piccoli tocchi personali a cui io non avrei potuto pensare. Se seguite la musica, potete rendervi conto delle cose meravigliose aggiunte da Don, specialmente durante (B2), dove ha incorporato parti della melodia nel suo accompagnamento.
La composizione è amalgamata assieme da sezioni di quattro misure che
iniziano da [A], [A2] e [A3]. Ognuna ha la stessa sequenza di triadi per la mano
destra che appaiono sopra a tre diversi insiemi di linee discendenti del basso,
ognuna discendente con intervallo di un tono. Nella prima misura, sebbene io abbia scritto la triade, alla mano destra, come se fosse una triade in
Ab maggiore, ho espresso l'accordo come G#/E, che potrebbe anche essere chiamato
Emaj7#5 (che risulta nel modo Lidio E eccedente). Comunque, come capita talvolta nella musica classica, decisi di nominare le note usando C, Ab, e Eb piuttosto che aggiungere confusione usando un B#. Non è stato fatto per dare una immagine più complicata di ciò che fosse in realtà. In effetti, gli "slash chords" (triadi sopra le note di basso) sono solo una specie di "stenografia" familiare per aiutare il musicista a far proprio l'accordo più alla svelta durante le prime letture ed esecuzioni. Questi interludi di quattro misure transitano a intermittenza tra sezioni di nove misure in
A minore e in E minore, dove la melodia viene ripresa dal sax tenore di
Michael Brecker.
Quando finalmente arriviamo al [B] abbiamo una sezione hit che è stata in effetti influenzata dal "Boogie Woogie Waltz" di Joe Zawinul, che compare nell'album dei Weather Report "SWEETNIGHTER". Grazie a Dio non mi sono spinto tanto in là da scrivere la sezione in
3/4!!! Come ho già spiegato prima, la sezione dei fiati era stata incisa in una giornata diversa rispetto
a quella della sezione ritmica. Sebbene noi quattro avessimo lavorato assieme per anni, la situazione era per me contemporaneamente intimorente e comica: essere seduto davanti a Randy, Michael e Dave, e doverli dirigere/condurre attraverso queste piccole parti
di fiati, che in quegli anni avevano quasi sempre una doppia traccia, per "irrobustire" il suono e per l'effetto "stereofonico". Comunque, doverli gentilmente condurre fino alla fine è stato veramente molto difficile e molto buffo. Abbiamo passato gran parte del tempo a riderci addosso, ridendo delle parti, e ridendo anche del genere musicale. Rido
ancora ogni volta che visualizzo loro tre seduti là...
La sezione di solo [C], sebbene in un'altra tonalità, è collegata a livello compositivo a
[B] per mezzo del groove della parte di basso di Will Lee. La progressione armonica che
Michael Brecker ed io ci scambiamo su ottave diverse è in effetti la stessa che ho usato nel brano "Tightrope". Temo di essermi plagiato da solo!!! Quant'è tremenda questa cosa? C'è un accordo
A/B che potrebbe anche essere pensato come un F#m7/B e potrebbe condurvi a usare sia il modo
F# Dorico (F#, G#, A, B, C#, D#, E) che il modo B Misolidio. Questo ci porta a un accordo
Am/B che potrebbe essere pensato come come un B Frigio (B, C, D, E, F#, G, A) o, come preferisco vederlo io, un
A Dorico (A, B, C, D, E, F#, G). Ma hanno chiaramente le stesse note, e dunque il mio orientamento Dorico rimane intatto. Un piccolo, molto piccolo dettaglio di arrangiamento è che man mano che arriva
[C], sarete in grado di sentire il sapiente uso dell'ARP String Ensemble
di Don Grolnick, un synth molto limitato e vecchio, ma molto efficace. Suppongo che questo semplice congegno di orchestrazione ricordi un po' le cose fatte da
Herbie Hancock nelle sue incisioni alcuni anni più tardi.
Quando [C] giunge alla conclusione, arriviamo a una ripresa di
[A2] prima di passare a [D] che era stata intesa per fungere da sezione solistica per la batteria del brillante Steve Gadd.
Questa è realmente una delle sezioni che prediligo tra tutte le mie incisioni, e mi sento immensamente fortunato per il fatto che sia successa su un "mio disco". E' talmente un piacere osservare ed ascoltare un grande artista seduto dietro alla batteria. Le parti dei fiati erano già state scritte, e Steve le aveva segnate sulle sue parti di batteria. Dunque, con un batterista come Steve, e ce ne sono altri (mi vengono subito alla mente Peter Erskine e
Dave Weckl) che possono leggere, improvvisare solisticamente e interpretare la musica a prima lettura, è talmente entusiasmante osservare quello che accade tutto in una volta. Mi ricordo che una volta effettuata l'incisione, ci siamo riuniti tutti nella sala di controllo per riascoltare, e
Rick Marotta, che Michael Brecker chiama affettuosamente "l'Elvis Jones del Rock" (grazie al suo feel piuttosto sciolto e "indietro") era seduto con la testa tra le mani. Dopo l'ultima nota del pezzo, con la sala immersa nel silenzio più assoluto, guardò il suo amico Steve Gadd e gridò "TI ODIO!!!" che ovviamente significa l'esatto opposto! Fu un grande momento, un momento per me indimenticabile.
Sebbene non sappia spiegarne
il motivo, "THE BLUE MAN" è l'album di quel periodo sul quale mi vengono fatte il maggior numero di domande. Come ho già detto in precedenza, si trattò della prima opportunità che ebbi di "produrmi", e imparai subito che avevo fatto degli errori a livello del suono nel mixaggio. Fondamentalmente è una incisione in cui i bassi, il fondo, il calore e la profondità sembrano essere assenti. Non so perché, ma a quei tempi ero piuttosto spaventato dal bass drum, e in generale dalle frequenze più basse. Per cui, al mio orecchio, l'incisione tende ad avere una qualità piuttosto "stridula" o "abrasiva" e NON per colpa di
Doug Epstein. E' chiaramente colpa mia!!! Quando alcune tracce di questo LP vennero scelte per l'uscita del CD "THE COLLECTION", fui fortunato perché mi fu permesso di assistere alla sessione di masterizzazione, e si fece il possibile per aggiungere profondità e calore ai mixaggi. Sebbene fossero stati presi degli appunti molto attenti da parte del tecnico del suono per la masterizzazione, non sapevo che questi accorgimenti fossero stati usati quando la Sony Music giapponese rimasterizzò i tre LP per l'uscita del CD. Tutto questo per dire che mi scuso per il sound perché io non so che è competitivo con le migliori incisioni degli ultimi 15 anni.
Ricordo, e non con grande piacere, un tour che molti di noi hanno fatto in Giappone, "THE NEW YORK ALL-STARS" in cui figuravano
The Brecker Bros., David Sanborn, Mike Mainieri, Richard Tee,
Anthony Jackson, Steve Gadd ed io, assieme al tastierista Jun Fukumachi. Avevo sperato di eseguire "An Eye Over Autumn" durante quei concerti. Ma dopo una prova o due, non so perché, aveva un suono talmente orrendo per me, che gettai la spugna e rinunciai. Da allora, ogni volta che Anthony ed io abbiamo avuto l'occasione di rivederci, mi ha sempre rammentato questo fatto, dicendomi quanto era rimasto male per il fatto di non avere avuto l'opportunità di eseguire il brano. Lui si ricorda che io ne attribuivo totalmente la colpa alla sezione fiati, perché non entravano mai al momento giusto. Quei tre "cadetti spaziali"! Forse avrei dovuto essere più paziente? Mi frustravo troppo rapidamente!
Il titolo di questo brano deriva da un quadro di
Jean-Michel Folon
(ndr. le copertine della maggiorparte di CD di Steve Khan sono quadri di
Jean-Michel Folon) semplicemente intitolato "Autumn". Comunque nel dipinto, vi è un immenso occhio che occhieggia sopra a una montagna, e mi diede l'impressione che stesse guardando "oltre l'Autunno". Da qui il titolo "An Eye Over Autumn". Come sempre, queste lezioni su Jazzitalia cercano di
accogliervi e le vostre visite sono molto apprezzate. E' fantastico che così
tanti di voi si divertano a vedere e a scaricare queste partiture del passato.
Siate buoni e gentili gli uni con gli altri!
Addendum: Di recente ho ricevuto una e-mail dai Paessi Bassi che mi chiedeva come mai non ho inciso più cose come nel lato 2 dell'LP che lui aveva di "THE BLUE MAN". La mail continuava dicendo che gli era molto piaciuto il flauto in quella porzione di LP. Poi diceva che era in possesso di una versione europea dello stesso LP, ma che il lato 2 di quella versione era completamente diverso, più simile al lato 1. Bè, mentre stavo pensando a ciò che mi aveva scritto, mi venne in mente una storia molto inverosimile, ma che ora mi sento obbligato a condividere con tutti voi. La storia illustra come a volte le cose possano andare irrimediabilmente storte nel music business!
Quando uscì "The Blue Man" nel 1978, nutrivo enormi speranze per questa incisione perché a quel tempo, rappresentava totalmente la musica che desideravo suonare, e non quella che un direttore A&R o un altro product manager pensavano che io dovessi suonare in modo da attirare il massimo numero di persone; in altre parole "più commerciale". Nutrivo anche la grande speranza che questa incisione mi permettesse finalmente di andare in tour come leader. Ma, dato che sapevo che questo non sarebbe accaduto immediatamente, continuai a lavorare giornalmente in sala d'incisione per altri artisti, toccando tutti i generi musicali, e lavorando anche per i jingles, i film e le pubblicità.
Comunque, un pomeriggio, poco dopo l'uscita dell'LP, entrai nel famoso
A&R Studios 2 (in W. 48th Street), e il tecnico del suono Ed Rak
mi salutò dicendomi qualcosa del genere: "Hey Steve, caspita! Grande album!.....E quei brani sul lato 2, quelli con il flauto sono un contrasto incredibile con le cose elettriche!". Bè, io NON avevo idea di cosa stesse parlando, dunque dissi: "Bè, grazie Eddie, ma NON c'è nessun flauto da nessuna parte nel mio disco!". Poi gli chiesi: "DOVE hai acquistato quell'LP?". Mi disse di averlo comperato in un particolare negozio nella zona centrale di Manhattan (New York City), dunque mi recai in quel negozio e ne acquistai uno anche io. E qui la mia memoria si annebbia un po', e potrebbe essere che io abbia invece preso in prestito la copia di Ed il giorno dopo.
Dopo essere ritornato al mio appartamento poco dopo, ascoltai subito il disco. Sul
lato 1 c'era "The Blue Man" esattamente come me lo ricordavo io, ma sul
lato 2 NON c'era la mia incisione...si trattava del disco di qualcun altro! Si trattava effettivamente del lato del disco di qualcun altro! Come poteva essere?!?! Bè, sebbene io al momento non lo sapessi, qualche idiota, (probabilmente un tecnico) presso uno degli impianti della Columbia Records aveva fatto un errore, un GRANDE errore! Chiamai la Columbia, e parlai con il mio "product manager", e gli raccontai la storia. Inutile a dirsi, nemmeno lui poté crederci!
Dunque, cerchiamo di risolvere il mistero, come è potuta accadere una cosa del gerere? E di chi poteva essere l'LP sul
lato 2 del mio disco?
Se guardate attentamente un LP, noterete che c'è uno spazio vuoto vicino all'etichetta circolare nel quale vedrete che sono incisi dei numeri. Questi numeri vengono chiamati "numeri di matrice" e quei numeri dovrebbero SEMPRE corrispondere ai numeri del catalogo dell'incisione. Dunque, per il
lato 1 di "The Blue Man", vedrete AL-35539, che è corretto. Ma su questo particolare
lato 2, avreste sfortunatamente visto un numero diverso. Su questo lato due avreste visto: BL-35339. A prima vista, l'errore critico non si nota, ma se guardate bene, individuate l'errore? 533 al posto di 553. Dunque, vedete, credetelo o meno, i due lati di un LP sono immagazzinati e archiviati separatamente. Dunque, mi pare ovvio che un tecnico abbia letto male il numero, oppure può essere che sia stato archiviato male il
lato 2 dell'altro musicista, e sia stato messo nel mio archivio. Così può essere spiegato il perché dell'errore al momento della stampa del disco. Dunque, furono stampate parecchie copie sbagliate in questo modo!
Dopo la mia telefonata al product manager, tutte quelle copie furono rimosse dai negozi ai quali erano pervenute. In quel periodo la Columbia Records aveva 3 impianti per la stampa di dischi (Pitman, New Jersey; Terre Haute, Indiana; Santa Maria, California), e questo errore fu fortunatamente fatto solo in uno di questi impianti. Ma, ovviamente la spedizione di questi LP arrivò precisa e puntuale proprio a New York City, la mia città natale! Pazzesco vero? Che sfortuna!
E comunque questo ancora non risolve il quesito di "Che cosa c'è sul lato 2 di "The Blue Man"? La risposta è la seguente: avete una incisione che è stata effettivamente fatta per la Epic Records
(una etichetta consociata alla Columbia, nel senso che entrambe fanno parte
della stessa famiglia) e si tratta di Dan Fogelberg e Tim Weisberg "Twin
Sons of Different Mothers".
Tim Weisberg suona il flauto, sentite!! In qualsiasi incisione a mio nome, non ho mai avuto un flauto! Dunque non è una storia incredibile?
Inutile dirlo, per me fu una cosa molto sconvolgente, ed io ho imparato che quando gli "incidenti" di percorso come questo accadono realmente, sono un cattivo segno. In verità, il mio disco non si "riprese" mai abbastanza da questa storia per vivere il suo momento di gloria. Quando esce un disco, tutte le ruote del carro devono essere sincronizzate e in movimento, e andare tutte quante nella stessa direzione. Se accade qualcosa che fa deragliare o inceppare questo movimento, si può perdere tutto, in un certo senso. Ecco dunque una risposta molto complessa a un interrogativo molto semplice postomi da un tizio nei Paesi Bassi!! Mi pare incredibile che una di queste copie sia riuscita ad arrivare in Europa. E chissà quante altre copie ci sono in giro, che rischiano di confondere la gente? E questa è una storia vera!
"An Eye Over Autumn" (MP3 1.3MB)
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Data pubblicazione: 16/11/2003
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