INDICE LEZIONI
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Tightrope
Steve Khan original as
played on his recording
TIGHTROPE (Columbia Recordings - 1977)
di
Steve Khan
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Il brano qui presentato è la title track
del mio primo CD come leader per la, "TIGHTROPE";
che è stato registrato durante la fine di marzo e gli inizi di aprile del 1977
al Mediasound di New York. In quegli anni, ero solito chiamare lo Studio 'A' del Mediasound "God's guitar room"
poichè era una chiesa convertita con moltissimo legno e soffitti molto, molto
alti. Per me, era la più bella stanza in assoluto in cui registrare la mia
chitarra. Attraverso una serie sorprendente di coincidenze e circostanze, forse
per fortuna, mi fu sottoposto il contratto Columbia da Bob James con la
non così sottile insistenza di
Bobby Colomby. Sarò per sempre grato loro per avermi offerto questa
meravigliosa opportunità.
Non molto tempo prima, avevo lasciato la Brecker Bros. Band, per una
serie di ragioni varie e avrei potuto soltanto sperare di poter finalmente
registrare come leader.
In quegli anni, in effeti per la maggior parte degli anni '70,
sono stato molto orgoglioso per essere stato associato alla musica Randy & Michael Brecker
e loro, insieme a tutti i principali membri di quel gruppo: David Sanborn; Don Grolnick;
e Will Lee, hanno tutti tremendamente influenzato i miei gusti musicali,
e la mia crescita come persona. In quel periodo, ero realmente convinto che
eravamo coinvolti nel fare parte della migliore musica che si poteva ascoltare a
New York. Sebbene lo abbia detto in altre circostanze, non ci può essere alcun
dubbio che la musica che ho scritto ed eseguito suoi mie tre Cd per la Columbia: "TIGHTROPE"
('77); "THE BLUE MAN" ('78);
e "ARROWS" ('79)
è stato un tentativo di conservare la Brecker Bros. Band unita così come l'avevo
sempre ascoltata, ma con un po' di maggiore enfasi per la chitarra. L'influenza
di quella band, e specialmente delle composizioni e dello stile di scrivere di
Randy non possono essere più evidenti che su brani come "Tightrope"
che prevede la mini-sezione di fiati della band.
Inizialmente, speravo che "Tightrope" sarebbe diventato il
pezzo 'firma' dell'album e che ne avrebbe aperto la registrazione.
Tuttavia, no so se è stato meglio o peggio, ma non è stato così. Sebbene quando
entrai nello studio per registrare avevo già avuto moltissime esperienze come
musicista e anche come produttore, avevo ancora moltissimo da imparare. Come
sempre, provavo a sedermi dietro tutti e osservavo ed imparavo da ognuno mentre
non era preso dal chiedermi cosa esattamente preferissi o per ascoltare
direttamente la mia opinione. Durante questa registrazione, ho imparato
moltissimo ed a tutti i livelli. Elementi che mi sono serviti molto per tutti
gli anni successivi.
Per essere totalmente sincero, raramente ascolto qualcosa delle registrazioni
della Columbia poichè ora mi sento molto distaccato da questo stile così come
dal modo di suonare quella musica. Dopo aver rivisto il mio originale spartito
di "Tightrope"
e averlo paragonato con la registrazione, ho notato che abbiamo ovviamente
effettuato alcune modifiche durante l'effettiva registrazione. Sono sicuro che Bob
e il resto della sezione ritmica, che includeva un altro grande amico,
Steve Gadd, hanno tutti fornito suggerimenti molto utili alla struttura ed
alla forma. Dopo aver ascoltato la registrazione un paio di volte, ho deciso che
sarebbe stato meglio riscrivere lo spartito per renderlo conforme con quanto ora
potete ascoltare. Qualche volta il miglior contributo di un produttore può
essere quello di ascoltare e rilevare gli eccessi suggerendo alcuni tagli in
modo da 'ridurre il grasso'. In questo senso, ho imparato moltissimo da Bob James
riguardo come ascoltare ciò che si sta registrando, e provare ad essere
obiettivo quando ci si pone dinanzi a delle decisioni che riguardano la musica.
Pensavo anche che questo pezzo dovesse essere eseguito in presa diretta,
pertanto ho voluto "espandere" la sezione [I2] un po' di più per la sezione ritmica per
"contrarre i suoi muscoli", e perchè ci sarebbe stato almeno un solo in più.
Inoltre, senza ulteriori domande, avrei combattuto per trovare un modo per
riprendere la [A] peima della fine del pezzo.
Una cosa che non è sostanzialmente cambiata in tutti questi anni, relativa al
mio stile compositivo, è che ancora scrivo innanzitutto dalla prospettiva dell'
"umore" (mood) e dell'"atteggiament". Alcune volte queste
qualità emergono dal 'groove', qualcosa che mi sembra naturale.
L'improvvisazione basilare che si ascolta in [I2] era il germe
fondamentale da cui questo pezzo è stato creato. Mi ricordo di essermi seduto ed
aver suonato ciò a casa e poi di averlo esteso attraverso la progressione di
accordi che si può ascoltare in [A]. Penso che siano stati i "maledetti" anni '70,
poichè ora è duro immaginare di sedersi a casa e "suonare con groove in
11/4!!!". Ogni altra cosa è venuta in seguito, e probabilmente l'uultima
cosa a cui ho pensato è stato il formato del solo, [C], che, verso la
fine, abbiamo improvvisato in studio con Bob che ci conduceva attraverso i cambi
di accordo mentre io effettuavo il solo dal vivo. Appena le cose cominciarono a
funzionare, la prima sezione diventò di 32 battute mentre tutti i changes che
seguirono erano di 16. Come sempre, Bob prese decisioni molto musicali. Comunque,
una volta completata la melodia [A], il resto del pezzo è stato costruito
intorno ad essa.
Come pensavo dovesse essere, l'Intro, [I], serve per presagire molti
degli elementi e suoni che vengono successivamente nel pezzo. Il suono della
chitarra principale, lo stile armonico la mini-sezione di fiati, sono tutti
introdotti subito e, se si osservano le battute 6 e 7, c'è anche l'ingresso
dell'11/4 che caratterizza il brano. Sebbene il Fender Rhodes e, più
specificatamente, l'approccio di Don Grolnick a quello strumento, era
fondamentale per questo brano, ogni cosa è stata composta alla chitarra.
Una dei più grandi piccoli "trucchi" di arrangiamento che ho imparato qualche
anno prima da Don Costa, uno degli arrangiatori preferito da Frank
Sinatra: mi ha spiegato che fondamentalmente qualunque voicing di 3 o 4 note
della chitarra potrebbe essere trasportato perfettamente suonato da fiati o
anche archi. Per esempio, se dovessimo, partendo dal Ab sul "middle C" (ndt.
zona tra il pentagramma in chiave di violino e il pentagramma in chiave di
basso), prendere questo voicing per quarte: Ab-Eb-Bb-F, assegnando le note in
questo modo: Ab (tromba); Eb (sax aslto); Bb (sax tenore); F (trombone) si
otterrebbe un suono meraviglioso.
Si possono interscambiare gli
strumenti o modificare la sezione, il risultato sarà lo stesso. Per esempio: 2
trombe, 2 tromboni; o 2 trumpe, 1 sax aslto, 1 sax tenore; le possibilitò sono
infinite. Tutto ciò continua ad essere vero se si assegna il voicing a 2 violini, 1 viola,
e 1 violoncello. Don Costa sapeva tutto ciò poichè era un chitarrista
egli stesso!!! Questo tipo di saggezza è senza valore per me perchè, nonostante
i nei miei anni alla U.C.L.A. ('65-'69),
laureato o no, non avrei potuto mai apprendere questo tipo di informazioni o
insegnamento. Quindi, con questo piccolo trucco in mano, mi convinsi che tutte
le mie parti di fiati avrebbero funzionato!!! Fortuna per me, perchè è molto
scoraggiante sedersi, con il proprio piccolo spartito in mano, di fronte a Randy Brecker,
Michael Brecker, David Sanborn (che può improvvisare le parti dei
fiati meglio di come chiunque di noi le possa arrangiare), avere Bob James
nella cabina di regia, e scoprire che ha scritto qualcosa di enormemente
stupido. Ma, questo è ciò che è capitato a me, casualmente, e tutto ciò che
potete fare è ridere su voi stessi e provare a rimediare!!! Normalmente, ognuno
aiuta, se gli piacete! In caso contrario, si siedono lì, vi fissano, e aspettano
che gli diciate cosa fare!
Riguardo basso e batteria, come si sarebbe potuto essere più fortunato di uno
che ha Will Lee e Steve Gadd. Insieme, hanno realizzato tutto ciò
che ho scritto, che non è stato molto, lungo il corso di tre album, sia nel
suono che nel feel in modo eccellente. Ho effettivamente apportato un
paio di piccole correzioni nella sezione [B] per riflettere ciò che Will
ha suonato rispetto quanto ho scritto. Steve Gadd ha sfruttato questa
opportunità per utilizzare il suoi famoso paradiddle (ndt.
una successione di colpi distribuiti fra le due mani o piedi in colpi
singoli e doppi)
tra il charleston e il rullante
per costruire un sorprendente drum groove per questo tempo
complesso. Per coloro che non seguono la storia della batteria molto da vicino,
la prima volta che Steve Gadd ha mai ascoltato questo 'lick' è stato
durante un tour in Giappone che noi tutti abbiamo fatto (con
Yoko Ono), con una band composta da: Randy & Michael Brecker; Don Grolnick; Andy Muson (elec. bass);
e Rick Marotta. Sì, c'erano due batteristi! Rick and Steve erano grandi
amici e nutrivano grande ammirazione uno per l'altro. Durante la mia carriera,
mi è capitato di suonare un brano, "Mean Ole World,"
dall'album "THE SECOND COMING" (Mercury) di Jerry LaCroix. Jerry LaCroix
è diventato poi noto per il suo lavoro White Trash
di
Edgar Winter. In questo album c'era Rick Marotta, e sapevo essere la prima
registrazione di questo 'lick' di batteria. Appena Steve lo ascoltò sul
mio registratore, mi fece riprodurre quella benedetta cassetta molte, molte
volte. Ci suonava sopra e ogni volta, l'intensità del suo dialogo con Rick
incrementava sempre più. Alla fine, dopo un duro lavoro di braccia e gambe, Steve
lo tirò giù. Così, al successivo soundcheck, Steve fece diventare letteralmente
pazzo Rick a causa di tutte le modifiche che gli aveva apportato. Rick aveva
veramente "creato un mostro". Molta gente crede che Steve abbia
"inventato" questa tecnica di batteria quando l'hanno ascoltata per la prima
volta sul brano "Dirty Old Man" sull'album "NEW YORK CONNECTION"
di Tom Scott, ma sono in errore! ui potete dilettarvi nell'ascoltare
l'incredibile creatività di Steve su un tempo dispari.
NOTA: Rick Marotta mi dice, ora, che Steve Gadd era effettivamente presente
a quella sessione di Jerry LaCroix; pertanto lui ha visto Rick suonare quel
tanto famoso lick! How 'bout that?!?!?
Come molta musica dell'era "fusion", la melodia nella sezione [A]
è probabilmente più memorabile per la sua ripetitività che per la sua
cantabilità. Oggi come oggi, ritengo che ciò non sia una caratteristica molto
attraente. Il bridge, sezione [B], serve come parte armonica utile per
allentare la tensione creata durante la sezione [A], ma anch'essa è
troppo ripetitiva dal punto di vista melodico. Ripeto, se ciò la rende "memorabile",
allora forse non è una cosa così brutta? Strutturalmente, [B] serve come
elemento per liberare il solo. Se provassi ad eseguire questo brano oggi,
proverei a fare maggior uso della parte armonica di [B], Db major,
durante il solo. Sebbene non ricordi molto riguardo i motivi, si dovrebbe notare
che decidemmo di suonare la sezione di solo [C] in 4/4 invece che in 11/4.
Se dovessi rifarla, penso che cercherei di farla con il tempo originale.
Una delle caratteristiche di arrangiamento e composizione più
interessanti della sezione [B] è l'uso delle frasi di collegamento
effettuate da Randy Brecker. Le parti che sono apparentemente
completamente separate dal resto, sui punti chiave, sembrano tuttavia connessi.
La melodia della chitarra, le parti dei fiati, una parte specifica delle
tastiere, e una parte di basso (che Will Lee ha interpretato in modo non preciso),
sono ben integrati insieme, così come funzionano bene anche indipendentemente
uno dall'altro. L'influenza del modo di scrivere e arrangiare di Randy è molto
difficile negarla!
In conclusione, ora avete i tutto, dopo varie richieste, abbiamo alla
fine introdotto uno spartito da una delle mie prime registrazioni. Presenterò
altri miei spartiti e, come sempre, il vostro feedback e i vostri suggerimenti
sono enormemente apprezzati!
File Audio MP3 (1.1MB)
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Data pubblicazione: 27/04/2003
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