Lezione 4: Come migliorare tempo e ritmo - I capisaldi dell'espressione musicale di Paolo Lattanzi
Lo sviluppo di un buon tempo e ritmo dovrebbe essere una
priorità per ogni studente di musica, indipendentemente da quale sia il suo strumento.
Dopotutto è grazie al tempo che siamo in grado di distinguere diverse idee musicali,
che se non fossero organizzate in qualche modo (ritmo) suonerebbero come una collezione
casuale di suoni.
Quando dico che tempo e ritmo sono i capisaldi dell'espressione musicale, mi riferisco
al fatto che indipendentemente delle numerose strutture da noi create (generi musicali,
stili, feels, etc.) la musica non è altro che la convergenza di due elementi: cosa e quando.
In questo articolo parleremo di quest'ultimo, e se pensate alla musica in questi
termini sarà facile afferrare l'importanza di tempo e ritmo. I "quando"
della musica sono una sua parte fondamentale, al di là dei generi. Persino nel caso
limite dei tempi rubati – che potrebbero sembrare un'eccezione alla regola
– il tempo è utilizzato come strumento dinamico, con lo scopo di causare una reazione
emotiva, proprio tramite un raffinato controllo di ritmo e tempo in combinazione
con la propria sensibilità artistica.
Con questo in mente vorrei condividere alcuni pensieri e tecniche che mi sono state
utili nel corso degli anni per aumentare il mio senso del tempo ed il controllo
delle mie idee musicali.
Metodi concettuali e tecnici per migliorare tempo e ritmo
Tutto comincia dalla base: l'accuratezza ritmica. La mancanza di accuratezza
nel ritmo è sintomo di una mancanza di chiarezza, ed è spesso la causa di fluttuazioni
nel tempo. Le seguenti pratiche possono aiutare.
Fluenza Ritmica – Essere in grado di eseguire ritmi diversi (quarti,
ottavi, terzine, quartine, quintine ecc.) ed essere in grado di incorporarli
in un contesto musicale dinamico sono due cose diverse. La differenza è nel processo
mentale. Per scoprire qual è il vostro livello di fluenza ritmica, testatevi suonando
ritmi misti improvvisati ed utilizzando un metronomo. Vedete se siete
in grado di mantenere un tempo stabile. L'idea è che non dovrebbero esserci fluttuazioni,
e l'esecuzione di ritmi diversi e spontanei dovrebbe essere fluida. Se individuate
transizioni problematiche, isolatele e lavorateci sopra per un po'. Quando vi sentite
pronti effettuate un nuovo test.
Analogamente, la fluenza dinamica è altrettanto importante ma spesso
trascurata. Sperimentate con l'esecuzione di un qualsiasi brano/esercizio musicale,
questa volta improvvisate cambi dinamici da ppp a fff. Eseguite un
mix di queste dinamiche allo stesso modo in cui avete improvvisato ritmi nell'esercizio
precedente. Per sempio, una combinazione potrebbe essere mf, ppp, ff, mp, fff.
Potreste scoprire che alcune di queste transizioni interagiscono negativamente con
il vostro senso del tempo. In alcuni strumenti suonare molto piano o molto forte
richiede aggiustamenti tecnici e fisici. E' un aspetto che vale la pena esplorare.
Suonare Tempi Estremi – Essere capaci di suonare bene a 150bpm non
significa che il vostro tempo è buono se poi rallentate o accelerate a 190bpm.
Studiate tutti i tempi, da molto lenti a molto veloci. Suonare a tempi
lenti richiede dedizione e pazienza, ma ripaga. Per i tempi veloci bisogna fare
attenzione; lasciatevi guidare dal vostro corrente livello tecnico, senza esagerare.
Se non riuscite a suonare correttamente significa che state cercando di suonare
troppo veloce: suonare male ad una velocità incredibile non serve a nessuno!
Conoscere i Tempi – Un volta il grande Kenwood Dennard ha messo
il mio senso del tempo alla prova chiedendomi di suonare a determinate velocità
di metronomo senza guardarlo o sentirlo. Conoscere i tempi è importante, ed essere
capaci di avvicinarsi il più possibile a specifici bpm è un'abilità utile. Può sembrare
un approccio un po' "nerdy", ma avere una buona idea di quanto 175bpm sia veloce
aiuta di certo a tenere il tempo sotto controllo mentre si suona. Lavorare su questa
abilità è semplice con un simpatico gioco, tempo e pazienza. Mettete il metronomo
su un tempo a caso, poi indovinate la velocità (contando quarti a mente, con un
piede, schioccando le dita) prima di avviare il metronomo. Verificate di quanto
vi siete avvicinati e poi provate di nuovo con un tempo diverso. E' un buon gioco
da fare tra una cosa e l'altra, in metropolitana, sull'autobus, ecc.
In questo breve video Chick Corea parla di come migliorare tempo e ritmo, decisamente
tempo ben speso per chi capisce l'inglese:
Il Metronomo
Studiare con il metronomo è un ottimo modo (se non l'unico) per esercitarsi a suonare
tempo e ritmo corretti, oltre che con omogeneità. Il metronomo è il miglior amico
dei musicisti, ma insieme ai suoi pro ha anche un contro piuttosto importante: potrebbe
causare dipendenza.
Quando ci si abitua a suonare con il metronomo si corre il rischio di trovarsi troppo
a proprio agio e – in un certo senso – il suo utilizzo tradizionale (es. impostato
in quarti) puo' indurre pigrizia. Poiché il metronomo indica un tempo perfetto,
quando ci si abitua a suonarci insieme, si può inavvertitamente imparare a "fingere",
nel senso che invece di avere autorità sul proprio tempo, si impara a seguire il
metronomo. Questo problema si può verificare persino nel caso in cui si è perfettamente
sincronizzati, nei momenti in cui si perde temporaneamente il proprio centro il
metronomo è li a dire dov'è il tempo, quindi tutto quello che uno deve fare è risincronizzarsi.
Un musicista esperto può farlo in una frazione di secondo. In un certo senso è come
imparare ad andare in bicicletta senza voler mai passare oltre la fase delle rotelle.
Per evitare questo rischio, ci sono modi diversi di utilizzare il metronomo e spostare
il peso della responsabilità su di noi. Le seguenti sono alcune pratiche comuni:
Impostare il metronomo in modo che clicchi su 2 e 4 (in
4/4), oppure su 1 e 3 (fig.1)
Se state lavorando sul vostro swing, impostate il metronomo in modo da cliccare
sui levare. Assicuratevi che i click del metronomo suonino come i levare in
swing. All'inizio non sarà facile, ma l'idea è quella di far "swingare" il metronomo
mentre voi suonate i battere (quarti). Una volta raggiunto questo obiettivo
potrete suonare ritmi e melodie più complicate. Per chiarezza: il metronomo
è impostato in quarti, come di norma. Siete voi a cambiare la vostra percezione
di dove sono i click, suonando di conseguenza. Fatelo swingare quel metronomo!
(fig.2)
Impostate il metronomo in modo che ogni click segnali solo l'1 della battuta.
Per esempio, se volete suonare a 120bpm in 4/4, mettete
il metronomo a 30bpm e contate ogni click come se fosse il primo battere di
ogni battuta (fig.3)
Come nel punto 3, impostate il metronomo in modo che clicchi solo una volta
per misura, qui pero' scegliete una posizione diversa: 2,3,4 o
un qualunque levare.
Estendete lo spazio tra ogni click in modo da avere più misure per click.
Per esempio, un click ogni due misure, quattro, ecc. Per questo esercizio potreste
aver bisogno di una drum machine o di un programma per computer.
Togliete il volume al metronomo in modo da utilizzarlo solo visivamente
(i lampeggi di ogni click, se il vostro metronomo ha questa funzione). Date
solo occhiate occasionali per controllare come state proseguendo.
fig. 1
fig. 2
fig. 3
Sperimentate con diversi metodi di impostazione per il metronomo ed utilizzatelo
in modi non convenzionali, così facendo potrete davvero assicurarvi di avere il
vostro tempo sotto controllo!
Interferenze Psicologiche
Un articolo su tempo e ritmo non sarebbe completo senza soffermarsi sulle interferenze
psicologiche, cioè il modo in cui gestiamo impulsi ed umori che si manifestano durante
o prima di una performance musicale.
Nervosismo, ansia, mancanza di interesse per la musica, insicurezza, eccessivo rilassamento
o troppa eccitazione sono solo alcuni dei numerosi fattori che possono entrare in
gioco in modo sfavorevole. Per esempio, non è insolito che un musicista acceleri
quando la musica si fa più intensa ed energica.
L'anno in cui mi sono diplomato al Berklee, il discorso alla cerimonia di laurea
è stato tenuto niente meno che dal leggendario bassista Mr. Ron Carter, ed
una cosa su cui si è soffermato è stata l'importanza di mantenere un centro emotivo
stabile. A suo avviso un coinvolgimento eccessivo con la musica rischia di avere
ripercussioni negative sull'esecuzione. Di tanto in tanto ci penso ancora. Per me
la miglior musica è sempre stata quella di chi si perde nel momento anche al costo
di fare sbagli. Quello stato di assoluto coinvolgimento mi è sempre sembrato auspicabile,
quindi nel tempo ho dovuto decidere come relazionarmi a questa idea e cosa fare
di quella lezione impartita da Ron Carter. Il fatto stesso di pensaci mi
ha aiutato a capire meglio molte cose su come suono.
Gli stati emotivi più facili da individuare sono eccitazione, rabbia e tensione,
ma ce ne sono molti altri che possono facilmente passare sotto il radar pur avendo
un grande impatto. Riconoscere il modo in cui diversi stati mentali ed emotivi interferiscono
con le nostre prestazioni individuali è il primo passo per ottenere un miglior controllo
sulle proprie idee musicali e su come eseguirle.
Poiché questo è un soggetto molto personale, persone diverse trovano soluzioni diverse
per gestire le proprie interferenze emotive. Come per molte altre cose, il fatto
stesso di realizzare cosa sta succedendo offre una soluzione in se, ed in molti
casi essere attivamente consapevoli costituisce un grande passo in avanti.
Extra
Gli argomenti seguenti non riguardano esclusivamente tempo e ritmo, ma poiché sono
legati alle strutture musicali (che a loro volta dipendono dal flusso di tempo e
ritmo) vale la pena discuterle brevemente.
Posizionamento delle Frasi – Il posizionamento delle frasi è molto
importante nel concetto generale di tempo e ritmo. Con posizionamento delle frasi
intendo dove si decide di eseguire ogni determinata idea musicale. Per esercitarsi
sul posizionamento delle frasi, inventate una frase corta e suonatela sull'1 della
battuta, la posizione che all'inizio dovreste sentire più familiare. Successivamente
spostate la stessa frase in altre posizioni della battuta mantenendo costanti ritmo,
tempo e note. Ad un certo punto queste frasi si evolveranno oltre i limiti della
misura estendendosi su quella successiva: niente di cui preoccuparsi. Cominciate
con qualcosa molto semplice e concentratevi su come il solo fatto di spostare una
frase in altre posizioni ne cambi il suono. Questo esercizio dovrebbe essere suonato
con un metronomo, oppure con una base musicale. Esercitarsi in questo modo ha anche
il beneficio di mettere in evidenza eventuali lacune nel proprio senso delle strutture
e delle cadenze: assicuratevi di non perdere mai la consapevolezza di dove si trova
l'1 di ogni battuta!
Macro Strutture contro Mente Cosciente – Alcuni musicisti intellettualizzano
gli automatismi che creiamo attraverso esercizi e pratica chiamandoli "Memoria Muscolare".
Per esempio, conoscere la diteggiatura di una determinata scala, o i rudimenti per
batteria così bene da non doverci pensare mentre li si esegue (le mani sanno immediatamente
cosa fare) sono esempi di memoria muscolare. Un caso non musicale di memoria muscolare,
o automatismo, è il nostro senso dell'equilibrio, infatti quando camminiamo in linea
retta non abbiamo bisogno di pensarci. In musica questi frammenti di "movimenti
memorizzati" possono costituire blocchi estesi, nel senso che possono essere idee
musicali anche lunghe. La Mente Cosciente invece è la parte di noi a cui
attribuiamo la nostra volontà ed individualità. E' la parte che decide cosa suonare,
quando e come: in altre parole è ciò che definiamo come "io", noi stessi. Se andate
ad osservare da vicino cosa suonate è molto probabile che scoprirete come nel corso
del tempo avete creato una quantità di macro strutture, e che la vostra mente
cosciente non è in grado di manipolarle liberamente, ridotta al massimo a decidere
quando tirarle fuori dal cassetto, utilizzandole solo nella loro interezza.
Per capirci meglio, una buona analogia è quella del muro di mattoni. Le idee musicali
sono i mattoni che formano il muro, che a sua volta è un'esecuzione musicale nella
sua interezza (un solo, un brano, ecc.) Se dopo esservi osservati scoprite che i
vostri muri sono fatti di mattoni grandi, forse dovreste lavorarci sopra. Per aumentare
la propria libertà musicale è necessario riuscire a ridurre il più possibile la
grandezza dei mattoni, capendo di cosa sono fatti e spaccandoli in parti più piccole
fino a quando questi saranno così minuti da permettervi di costruire "un muro" idealmente
uniforme e levigato. E' un gran bel obbiettivo da porsi, e di certo uno di quelli
su cui lavorare per il resto della propria vita, ma che secondo me sono la vera
strada per raggiungere l'assoluta libertà musicale ed espressiva.
In bocca la lupo e ricordate che il tempo è sempre presente: è la tela su cui pitturiamo
la nostra musica!
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