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Nat King Cole
L'interpretazione della melodia
di Giuppi Paone
giuppi@steton.net

Nat King Cole è stato uno dei cantanti più innovativi nella musica commerciale americana degli anni '40-'60. Aveva cominciato a cantare per compiacere gli avventori dei locali di Los Angeles dove si esibiva al pianoforte con il suo trio jazz, con Oscar Moore alla chitarra e Wesley Prince al contrabbasso. I brani cantati piacevano davvero e così il trio ideò un repertorio brillante in cui tutti e tre gli strumentisti cantavano all'unisono o si alternavano con Nat Cole magari rispondendogli con riff. Nat dunque cantava la parte principale e lo faceva voltato verso gli avventori, suonando il pianoforte tutto storto, di traverso, ma questo non faceva che accrescere la sua comunicativa con il pubblico. Pur essendo molto miope non portava quasi mai gli occhiali quando suonava, e così assumeva naturalmente l'aria di guardare tutti e nessuno in particolare sorridendo sempre. Aveva poi una voce calda, baritonale, sempre usata sottovoce, un po' velata, mai aggressiva, ma con una dizione nitida e precisa (e negli anni l'avrebbe sempre più perfezionata) e un fraseggio pieno di pause che si intrecciava bene con l'accompagnamento e il commento degli altri strumenti.

Come pianista Nat era un improvvisatore, un jazzista, e anzi teneva moltissimo a essere considerato un pianista di jazz (per tutta la vita partecipò a concerti e sessions in qualità di pianista). Quando cantava, invece, era meno un improvvisatore; preparava con cura una sua originale interpretazione di una certa melodia e poi la riproponeva sempre nei concerti, nelle registrazioni, anche a distanza di anni, in una maniera molto simile, senza improvvisare ulteriormente la variazione della melodia. Anche questo contribuiva a renderlo molto popolare, alla gente di solito piace riascoltare quello che già conosce, non avere troppe sorprese (questo è legge soprattutto nella musica pop: niente sorprese).

Nat King Cole non aveva una voce molto estesa, era però estrememente intonato e non lasciava trapelare eventuali difficoltà vocali e senza mai mostrare la fatica. La sua vocalità faceva il paio con i suoi modi eleganti e disinvolti di muoversi e di vestirsi. Eppure la voce era il suo punto debole: fumava moltissimo e si ammalò e morì proprio di tumore ai polmoni.

Ma veniamo alle tre songs di questa lezione: "Smile", "Unforgettable", "Sweet Lorraine".

Per imparare a interpretare una melodia, è molto importante averla studiata bene così come l'ha pensata e scritta il suo autore: quello è il testo base, da cui partono tutti gli interpreti. Col tempo ciascuno aggiunge al proprio repertorio mnemonico le versioni che più ha amato di quel brano. La nostra interpretazione non sarà né la lettura pedissequa della versione stampata, né la copia della versione di un altro cantante, ma terrà conto dell'una e dell'altra, perché nel gioco della comunicazione artistica siamo consapevoli che anche chi ci ascolta probabilmente conoscerà sia l'una che l'altra versione. E' dunque necessario studiare adesso la melodia originale dei tre brani e poi confrontarla con la versione di Nat Cole. Questo ci aiuterà sia a capire come ragionava musicalmente Nat Cole, e quindi ad avere un secondo testo di riferimento, cui accedere per l'evoluzione del nostro proprio stile interpretativo.

Smile è una bella melodia scritta da Charlie Chaplin per il film Tempi moderni del 1934; le lyrics sono state aggiunte nel 1954 proprio per l'incisione di Nat King Cole. La tonalità originale del brano è Fa maggiore ma noi la studieremo in Mi bemolle, perché Cole la esegue in Mi bemolle. La struttura del pezzo è ABAC. Studiamo dunque la melodia originale sullo spartito, eventualmente con l'aiuto del file midi. Noterete che è una melodia molto lineare, che si sviluppa in una sola ottava. Forse l'unica difficoltà sta nel prendere fiato con naturalezza, rispettando il testo.

File MIDI
File MP3



Quando siamo sicuri di saperla, ascoltiamo la versione di Nat King Cole, cantandoci (o meglio canticchiandoci) sopra la melodia originaria. L'andamento della melodia originale è caratterizzato dalle note del valore di due quarti poste in battere ogni due battute le quali ritmano la divisione delle frasi e i fiati. Nat Cole sceglie di mantenere queste note in battere solo nelle battute 1, 9, 25 (sottolineando così in modo speciale proprio le parole "smile" per due volte e poi "time"), mentre in tutti gli altri casi nel tempo forte del battere c'è una pausa.

Smile - Nat King Cole

Cha cosa ha fatto Nat Cole? Perché la sua versione ci sembra più facile da cantare della melodia originale? Proviamo a leggere a tempo solo le parole prima della song originale e poi della versione cantata. Nat ha inserito l'espressività del "parlato" nella pur bella melodia originale: i fiati diventano ovvii, come le pause, perché ora il fraseggio è dato dal significato del testo. Anche la divisione ritmica, che vista sul pentagramma può sembrare complessa, in realtà segue il ritmo naturale dell'inglese parlato. Non c'è significativa variazione di melodia. Per interpretare questo brano, Nat Cole ha trovato la sua strada nella ricerca della semplicità e nell'immediatezza del parlato.

Unforgettable è una canzone scritta da Irving Gordon per Nat King Cole il quale la registrò nel 1951 con un bell'arrangiamento di Nelson Riddle. Questa canzone vinse il Grammy trent'anni dopo, cioè nel 1992, quando fu riproposta (duettando con la versione originale) da Natalie Cole, nell'album dal titolo omonimo dedicato alla memoria del padre. La tonalità è Fa maggiore, l'estensione della melodia va dal Do al Re ed è quindi di una nona: anche questa melodia non è dunque molto estesa. Struttura ABAC. Studiamoci dunque la melodia com'è stata scritta e mettiamoci nei panni di Nat King Cole che legge per la prima volta anche lui questa melodia e comincia a pensare come avrebbe voluto cantarla.

File MIDI
File MP3




Ascoltiamo ora la versione di Nat Cole, sempre cantandoci sotto la melodia originale. Come per "Smile", Nat usa un fraseggio più simile alla modalità del parlato (evidente tra le battute 9 -16 e 25 – 30) e inoltre l'allargamento e lo spostamento delle frasi nelle battute 13 – 16 crea maggiore sospensione e attesa della ripresa del tema a 17. Le uniche variazioni significative della melodia le troviamo alle battute 6 – 7 e 22 – 23 (la terzina parte dal Re, invece che dal Fa, con un effetto più bello ed efficace della melodia) e alla battuta 15, dove compare una nota bassa, rotonda e profonda, un Sol.

Unforgettable - Nat King Cole

Tutte le frasi sono più brevi che nella melodia originale, spezzate ma di senso compiuto, con lunghe pause tra l'una e l'altra. Tutto qui, variazioni semplicissime che forniscono comunque maggior respiro alla già bella melodia. Duettando a posteriori con il padre, la figlia Natalie riprende in maniera pressochè identica il suo fraseggio.

Sweet Lorraine era una canzone di successo del 1928 del compositore Cliff Burwell e del famoso paroliere di Tin Pan Alley, Mitchell Parish. E' una delle prime canzoni che Nat canta da solista con il suo trio dietro richiesta, come abbiamo visto, degli avventori dei locali di Los Angeles dove suonava tutte le sere alla fine degli anni Trenta. La incide una prima volta nel 1940, e la riproporrà molte altre volte; la versione che ho trascritto è forse la più conosciuta, quella del 1943. Struttura del brano AABA.

File MIDI
File MP3



Ascoltiamo la versione di Nat Cole. Questa volta, cantandoci sopra, ci accorgeremo di diverse differenze con la melodia originale, soprattutto nel B (battute 17 – 24). Dopo il primo chorus cantato, seguono 8 battute di assolo del pianoforte e altre 8 battute di assolo di chitarra, quindi riprende il cantato proprio dal B, cioè dalla battuta 17. Queste 16 battute del ripresa del cantato sono praticamente identiche (fatta eccezione per le ultime 3 battute del finale) alle corrispondenti del primo chorus. Nat Cole canta esattamente la stessa variazione della melodia, dunque quando canta non improvvisa.

Sweet Lorraine - Nat King Cole

Se ascoltiamo altre versioni di "Sweet Lorraine" da lui cantate anche a distanza di anni, troviamo sempre questa particolare variazione della melodia. Nat la ripetè talmente tante volte (in esibizioni dal vivo, testimoniate da registrazioni, oppure in studio) che la sua versione è più conosciuta e "autorevole" della versione scritta, così che non credo esistano molti cantanti al mondo che si cimentino con la melodia di Cliff Burwell senza tener conto di quella di Nat Cole. Per inciso notiamo invece che le improvvisazioni al pianoforte di Nat cambiavano sempre, erano dunque vere improvvisazioni.

In conclusione: Nat King Cole aveva un modo molto elegante di interpretare le canzoni. Abbiamo scoperto che preparava accuratamente la sua versione, eventualmente adattando la melodia; che sceglieva un fraseggio che fosse più vicino al parlato e dunque prediligeva la comprensione del testo (anche la sua attenzione alla dizione testimonia questa attitudine); che usava di preferenza frasi brevi, con molte pause; che non aveva una grande estensione della voce (ma nessuno se n'è mai accorto); che aveva un timbro molto personale e uno stile molto definito. Nat King Cole è stato un grande artista, un perfezionista e, nonostante la sua grande popolarità, non ha mai rinunciato ad una modalità di interpretazione che privilegiasse semplicità, immediatezza e qualità.







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Data pubblicazione: 31/03/2006

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