An evening with Diane Schuur
Bari, teatro Forma 18 aprile 2015
di Alceste Ayroldi
Diane Schuur - voce e pianoforte
Julian Siegel - sassofono soprano e tenore
Ben Wolfe - contrabbasso
Adam Pache - batteria
Una serata con Diane Schuur
sembra non temere confronti, visto che il teatro Forma di Bari è gremito come per
le grandi occasioni. In vero, anche questa stagione è stata di grande livello, portando
nel piccolo (273 posti) teatro della fondazione Mazzitelli con la direzione artistica
di Michelangelo Busco, ma particolarmente comodo e dall'acustica che fa invidia
a qualsiasi altra sala da concerto d'Italia, nomi di grande prestigio: Jaques e
Paula Morelenbaum, Chiara Civello e
Nicola Conte,
Eugenio Finardi, Ed Motta, Raul Midón, oltre all'anteprima della stagione celebratasi
al teatro Petruzzelli con
Sergio Cammariere.
Diane Schuur, in elegante mise, così come i suoi sodali, e gli occhiali scuri a
nascondere il male che l'affligge dalla nascita (retinopatia del prematuro) sembra
non temere la concorrenza del Bam Festival che si tiene a poche centinaia di metri.
E, di fatto, il sold out lo dimostra a chiare lettere.
Il tempo, però, non è galantuomo con la cantante e pianista di Ausburn, che ha fatto
della sua voce, del suo forte vibrato e della precisione del volume sonoro, il suo
marchio di fabbrica. Però, la sua professionalità non viene meno e, nonostante il
leggendario vibrato, la potenza e le inflessioni ironiche siano solo un ricordo,
inanella, uno dopo l'altro, brani attinti da un canzoniere evergreen dedicato a
Frank Sinatra
(nel suo centesimo genetliaco) e a
Stan
Getz, suo mentore. Dalla sua voce e dalla tastiera vengono fuori "I Get
A Kick Of You", "How Insensitive", "The man I love", "I Remember
You", "Unforgettable", "Moon River", e così via che, ovviamente,
infiammano un pubblico ben disposto e qualificato che ascolta con orecchio innamorato
e qualche rimpianto nel vedere le rughe dell'età (non solo anagrafica) solcare delle
corde vocali che hanno accompagnato ampi squarci della storia della musica, anche
pop: Stevie Wonder, Quincy Jones, B.B. King con il quale ha realizzato nel 1994
il fortunato album "Heart To Heart", Barry Manilow. Il trio è all'altezza
del mainstream sciorinato, con i caldi sassofoni di Julian Siegel a fare da opportuno
controcanto alla Schuur.
Tutti contenti sì, ma con la lacrimuccia del rimpianto sulle gote e l'augurio che
questa sia solo una parentesi della grande musicista che tutti conosciamo.
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Data pubblicazione: 10/05/2015
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