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Prodotto da Peppo Spagnoli, Paolo Di Sabatino & Ark Trio per Splasc(h) Records
Distribuito da IRD
Registrato a Teramo nel Marzo 2003
Missato e masterizzato a Roma da Euginio Vatta
Grafica di www.sabbatman.it
Foto di Pio Mazzoni
Codice CDH962.2
Paolo Di Sabatino Ark Trio
Ostinato


1. Ostinato (Paolo Di Sabatino) 3.31
2. Horizonte (Paolo Di Sabatino) 5.04
3. A new reflection (Paolo Di Sabatino) 6.31
4. L'isola (for Isabella) (Paolo Di Sabatino) 4.39
5. Settembre (Marco Siniscalco) 3.07
6. Scene ten (Paolo Di Sabatino) 3.36
7. Someday my prince will come (Frank Churchill) 4.22
8. Scene Four (Paolo Di Sabatino) 5.25
9. Jamais Plus (Alfredo Impullitti) 3.20
10. Scene five (Paolo Di Sabatino) 5.48

Paolo Di Sabatino - Pianoforte
Marco Siniscalco - Basso elettrico e acustico
Gaetano Fasano - Batteria e tabla

The Quasar String Quartet
Giacomo Cifani - Violino
Marcello Siringano - Violino
Rita Turriti - Viola
Elizabeta Miceva - Cello



Riflessi di jazz in un caledeoscopio di note
U
na parola sola: Ark. E in questo acronimo di tre lettere (Ancestral/Rhithmical/Kaleidoscopical) tutto il senso di "Ostinato", il primo album dell'ensemble capitanato dal pianista Paolo Di Sabatino. C'è la dimensione primitiva, nell'accezione di istintuale. C'è il ritmo. E c'è la volontà di creare un caledeoscopio sonoro ricco di sfumature sempre diverse. Del resto, il tratto distintivo del disco è quello di proporre una musica che assomiglia sempre e soltanto a se stessa, e agli artisti che la interpretano.



"Nel mondo del jazz, è abitudine frequente che le formazioni si costituiscano e si sciolgano nel giro di pochissimo tempo. Io, invece, credo di avere dato vita ad un progetto di lunga durata: siamo musicisti uniti da intenti comuni. Ho voluto accanto a me Marco Siniscalco e Gaetano Fasano non solo per il loro talento, ma anche per la loro versatilità, apertura mentale e un autentico gusto per la sperimentazione". (Paolo Di Sabatino)

E' questa la ragione per cui tutte le composizioni originali, e questo vale anche per gli arrangiamenti delle cover, nascono pensando allo stile di ciascun musicista. C'è l'amore per la musica latina e l'ispirazione alla cultura classica, uno dei tratti distintivi del pianismo di Paolo Di Sabatino. C'è un approccio piacevolmente funky e l'intento di sfruttare al meglio tutte le potenzialità espressive del basso acustico, proprio alla maniera di Marco Siniscalco. E Gaetano Fasano rompe le righe del batterismo jazz tradizionale per esprimersi con un linguaggio che è assolutamente suo. (E' sulle basi di "Ostinato" che il batterista salernitano ha sviluppato il suo primo metodo didattico, edito da Bemolle Nda).

"Ho scelto d'intitolare questo album "Ostinato" perché esprime il mio stato d'animo attuale, e la mia predilezione per l'aspetto melodico, anche nei soli", commenta Paolo Di Sabatino, anche direttore artistico dello "Interamnia Jazz Festival" (Teramo) e di "Itinerari Sonori - Jazz a Bellante". Lo testimonia la title track, che si basa su un loop melodico introdotto da un basso elettrico low-fi e arricchito da un pianoforte jazz ricco di echi classicheggianti. Decisamente diversa l'atmosfera del brano successivo, Horizonte, che sa di Brasile dalla prima all'ultima nota. Da sottolineare il bellissimo solo di basso. La musica del Paese del Pan di Zucchero ritorna anche in A new reflection, ma con una più marcata alternanza dei momenti di climax. E, poi, è la volta del quartetto d'archi, che introduce e conclude L'isola. Su misura per il talento di Gaetano Fasano è la progressive-jazz Settembre, che ha un tema tanto semplice quanto efficace.

"Alcuni anni fa, lavorai ad un progetto in cui dovevo realizzare dei veri e propri ambienti sonori. Da qui, alcuni brani del disco che hanno il semplice titolo di "Scene", seguito da un numero". Paolo Di Sabatino sorride mentre spiega le ragioni di questa scelta decisamente insolita. Alle similitudini del titolo non corrispondono, però, analogie stilistiche. Si tratta, in altre parole di brani che hanno ciascuno una propria identità, tutta da scoprire. Nel terminare il racconto di "Ostinato", appare doveroso soffermarsi su due composizioni dell'album. La prima è Someday my prince will come, che ha un andamento in 4/4 (a differenza della maggior parte delle versioni, che sono in ¾ Nda) e con un groove deciso. La seconda, Jamais plus, è stata composta da quello che lo stesso Paolo Di Sabatino definisce il più grande compositore d'orchestra italiana, Alfredo Impullitti (scomparso prematuramente per un male incurabile Nda): semplicemente da ascoltare.

In ultima analisi, Ostinato è un album piacevolmente atipico in cui l'elemento della sperimentazione, per una volta, non è sinonimo di incomunicabilità. Merito del talento dei musicisti, certo. Ma anche merito di composizioni studiate per arrivare all'ascoltatore attraverso strade diverse, seppure profondamente intrecciate con quella del jazz.
Massimiliano Cerreto per Jazzitalia








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Data pubblicazione: 07/05/2006

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