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Carlo Aonzo
Mandolitaly
Felmay, 2019
1. Nel Blu Dipinto di Blues
- Volare (D. Modugno)
2. Ma Se Ghe Pensu (A. Margutti)
3. Baci in Quantità
- Ba Ba Baciami Piccina (L. Astore)
- Un Bacio a Mezzanotte (G. Kramer)
4. Roma
- Arrivederci Roma (R. Rascel)
- Roma Nun Fa la Stupida Stasera (A. Trovaioli)
5. Mazurka Sentimentale (C. Munier)
6. Marcia Eroica (C. Munier)
7. Voce 'e Notte (E. De Curtis)
8. Taranta Steps
- Tarantella (R. Calace)
- Giant Steps (J. Coltrane)
9. Da un Balcone Ungherese (N. Bruzzone)
10. Pagliaccio (Carosello) (traditional)
11. Toccata in La Maggiore (Intervallo) (P. D. Paradisi)
12. Nebbi'a la Valle (Amara Terra Mia) (traditional)
13. Trinacria Suite
- Tarantella (traditional)
- Ciuri Ciuri (F. P. Frontini)
- Vitti na Crozza (F. Li Causi)
14. Madunina On Broadway
- O Mia Bela Madunina (G. D'Anzi)
15. Clara's Suite
- Vulcano (M. Cavallari)
- Oh, Katia! (traditional)
Carlo Aonzo - mandolino Lorenzo Piccone - chitarra Luciano Puppo - contrabbasso e basso elettrico
Ospiti:
Claudio Bellato - chitarra e arrangiamento (track14); Tommaso Bellomore - marranzano(track13); Rodolfo Cervetto - batteria (track3,14); Antonio Marangolo - sax tenore (track4); Ismaila M Baye - percussioni africane (track 8); Fabio Rinaudo - Cornamuse, flauto dolce e tin whistle (track 12 e 13); Daniele Sepe - sax soprano (track 8); Ike Stubblefield - organo hammond (track1); Riccardo Tesi - organetto diatonico (track 2); Riccardo Zegna - pianoforte e arrangiamento(track2)
Non capita spesso di imbattersi in dischi come questo, dove la
piacevolezza di tratto, la capacità di evitare gli stereotipi senza uscire dal seminato,
l'abilità di creare musica gradevolissima, divertente, ma al contempo seria nell'impostazione,
convivono adeguatamente. In "Mandolitaly" è racchiuso tutto questo e anche qualcosa
di più a saperlo cercare. Protagonista dell'incisione è il trio di Carlo Aonzo,
un musicista che ha deciso di fare jazz, e non solo, con il suo mandolino e non
si è preoccupato di dover combattere i pregiudizi legati ad uno strumento connesso
fortemente ad un certo repertorio sentimentale un po' di maniera. Aonzo ha tirato
dritto per la sua strada con convinzione e tenacia, e i fatti gli stanno dando ragione,
raccogliendo egli consensi non solo nel suo paese d'origine, ma in tutto il globo.
L'artista savonese ha affrontato in passato le composizioni di Vivaldi con un ensemble
allargato e con il trio si è avventurato, poi, in giro per il mondo nel precedente
"A Mandolin journey", un viaggio ad ampio raggio, dal vecchio al nuovo continente
e ritorno al punto di partenza. Con questo album l'itinerario è più circoscritto.
In "Mandolitaly" si omaggiano, infatti, una serie di classici del songbook italiano,
alcuni veri e propri inni di città o di regione, altri meno celebri e celebrati,
ma sempre assai noti. Per compiere questo affascinante percorso al trio si sono
aggregati fior di musicisti selezionati ad hoc, che hanno aggiunto sapori e fragranze
ad un menù già di per sé invitante.
In "Nel blu dipinto di blues", brano di apertura del cd, è ospite Ike Stubblefield,
un maestro americano dell'organo hammond, che conferisce accenti "reggae" ad una
versione condotta per il resto su più registri, con cambi di tempo e di atmosfera
di refrain in refrain.
Riccardo Zegna,
da buon ligure di adozione, da parte sua, aggiunge delicatezza e variazioni sincopate
ad una "Ma se ghe pensu" aggraziata e swingante. "Baci in quantità" procede a passo
spedito con il propellente ritmico della batteria di Rodolfo Cervetto, che accompagna
questi motivi dell'anteguerra con il giusto piglio vintage richiesto.
L'autorevole sax di Antonio Marangolo interviene nel medley dedicato a "Roma", con
aria sorniona e passo felpato, perfettamente in carattere con la fisionomia delle
canzoni scelte. Riccardo Tesi impreziosisce, invece, con il suo organetto diatonico,
un must del ballo liscio come "Mazurka sentimentale", opera di Carlo Munier, famoso
mandolinista napoletano dell'ottocento, condotta abbastanza letteralmente, con felici
dialoghi fra l'ospite toscano ed il padrone di casa. Il sax soprano di Daniele
Sepe solca con la sua carica prepotente "Taranta steps", un curioso e geniale accostamento,
solo apparentemente azzardato, fra la nostra tarantella e uno delle composizioni
più note di Coltrane, appunto "Giant Steps". Per procurare sostanza e corpo
al pezzo si introduce in questa take pure Ismaila Mbaye, ferrato e fantasioso percussionista
senegalese.
Il polistrumentista e studioso del folklore nostrano Fabio Rinaudo, si inserisce
con flautini e cornamuse in "Amara terra mia" e in "Trinacria suite", per riaffermare
il legame con la tradizione, intendendo, ad ogni buon conto, andare oltre. E' sulla
stessa lunghezza d'onda pure Tommaso Bellomore, specialista dello scacciapensieri,
impegnato a riproporre il suono tipico dell'isola in questo contesto. Claudio Bellato
proietta, per contro,"Oh mia bela Madunina" nella patria del musical, Broadway,
per mezzo di un trattamento "old fashioned", molto americano. Nelle altre tracce,
prive di guest star, imperversano il mandolino virtuoso di Aonzo e i suoi due partners,
abili nello star dietro alle evoluzioni, a volte acrobatiche, dello strumento principale
e a garantire un sostegno ritmico e armonico in linea con quanto elaborato dal leader
del trio.
Per realizzare "Mandolitaly", come ha confessato Carlo Aonzo, è stato necessario
un lavoro lungo e meticoloso, al fine di mettere insieme tutti i tasselli dell'opera
ed evitare le soluzioni scontate, sempre possibili dovendo affrontare un repertorio
così battuto. Tanta passione per la materia e altrettanta abnegazione hanno contribuito
a produrre un lavoro intelligente, fresco e di fruizione sicuramente accessibile
a tutti.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 19/01/2020
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