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Marangolo Quartetto Orizzontale
Come sto bene qui
Studiottanta-Fortuna Records SFRC-CD028
1. Aqaba
2. Hamf
3. La distruzione di Roma
4. Ninna nanna di Gwenda
5. Hembargo
6. 600 multipla
7. Esecuzione
8. Le note bianche
9. Lune
10. L'impresario dorme
11. Sirio sirena
12. No tangram
13. El papiro alemanno
14. Picolet
Composizioni di A. Marangolo, eccetto Picolet di P. Consolmagno.
Antonio Marangolo - sax baritono, soprano
e tenore
Mirco Marchelli - tromba e flicorno
Luciano Girardengo - violoncello
Peppe Consolmagno
- percussioni, voce, effetti acustici
Il cd del Marangolo Quartetto Orizzontale si accompagna a un prodotto
editoriale di veste elegante, una pubblicazione bifronte con copertina cartonata
che da un lato contiene dei disegni di Mirco Marchelli, trombettista del
gruppo, seguiti da alcune fotografie in bianco e nero di Andrea Repetto che
ritraggono i componenti del quartetto. Dall'altro verso il bel racconto di ambientazione
africana Come sto bene qui, del critico Sandro Cappelletto, accompagnato
dalle fotografie di Enrico Minasso.
Preziose le musiche contenute dal cd inserito all'interno del volume.
Sono state registrate venti anni fa, nel 1990,
ed eseguite dal vivo lo stesso anno al festival di Montréal. Vista la qualità di
quanto registrato, rimane incomprensibile il ventennale occultamento. Si tratta
di 14 composizioni, tutte di Antonio Marangolo, tranne una del percussionista
Consolomagno.
Marangolo è nome ben noto nel mondo della musica leggera italiana, ma
poco in ambito jazzistico. È uno dei migliori arrangiatori sulla piazza, e ha impreziosito
con la sua arte – e col suono pieno, personale e inconfondibile dei suoi sassofoni
- grandi dischi di Francesco Guccini e Paolo Conte. Qui si rivela compositore intenso
e sorprendente, alla guida di un quartetto con un'immagine originale e ben definita,
che si snoda paritariamente intorno ai suoi sax, al suono barocco della tromba di
Marchelli, all'eclettico violoncello di Girardengo e alla fantasia
percussiva di Consolmagno. Un equilibrio riuscitissimo tra scrittura e improvvisazione,
con brani costruiti sapientemente intorno alle voci dei singoli partecipanti, tra
suggestioni etniche e contemporanee, musiche che sembrano immaginate per un film
(di sapore felliniano L'impresario dorme), collettivi e assoli pieni di lirismo,
in una sintesi validissima, che cattura l'attenzione dell'ascoltatore sin dalle
prime note, offrendo in ogni nuovo brano stimoli e sorprese, con freschezza e creatività.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/05/2010
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