Jazzitalia - Recensioni - Consolmagno, Salvatori, Spinaci: Flowing Spirits
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Consolmagno, Salvatori, Spinaci
Flowing Spirits



Red Records (2012)

1. Spiritual
2. Lion Heart
3. Lonely Woman
4. Baurimbé
5. Temi dei Sireni n.1
6. Segredo da Noite
7. Brother Wind

Nicola Salvatori - sax tenore
Simone Spinaci - chitarra, loops, voce
Peppe Consolmagno - percussioni, voce



Nasce dalla registrazione di un concerto del 2011 al Festival del Jazz Village di Pesaro l'album del trio marchigiano Consolmagno, Salvatori, Spinaci. Dato alla luce, nel suo packaging attuale ripulito e masterizzato, grazie alla passione che Sergio Veschi della Red Records ha nutrito subito dopo l'ascolto. Un trio caratterizzato dalla forte personalità artistica del percussionista Peppe Consolmagno studioso, amante appassionato e operaio delle percussioni, dopo anni di ricerca sui territori brasiliani, africani e asiatici ha iniziato a trasformare gli strumenti percussivi e a crearne di nuovi per adattarli alle sue esigenze ritmiche e melodiche, per renderli personali e affini alla sua visione di musica. Va da sé che l'album sia caratterizzato da una forte impronta etnica e improvvisativa, da richiami extraterritoriali. Un album che sconfina in territori lontani che prende giustamente il nome di "Flowing Spirits".

Una premessa che viene subito rinnegata dal primo pezzo dell'album, che può essere considerata l'eccezione che conferma la regola. In effetti la "Spiritual" di John Coltrane è un omaggio quasi preciso al limite dell'imitazione del bellissimo pezzo del sassofonista americano. Il tenore di Salvatori ha il marchio della scuola di Sonny Rollins, il brano è arricchito dalle percussioni e da altri oggetti che riprendono l'originale linea ritmica della batteria, senza stravolgere o prevaricare troppo sul solo del compagno. La chitarra dal canto suo, che in quest'album è chiamata al doppio lavoro ritmico, con le linee di basso, e melodico, segue il sax confondendosi con i suoi arpeggi.

Dal successivo "Lion Heart", firmato da Consolmagno, si viene trascinati in atmosfere e luoghi lontani. L'hang-drum, utilizzato dal percussionista, ne è il principale artefice, oltre al modo di utilizzare la voce quasi ancestrale e tribale. La sperimentazione dei tre musicisti ci porta quasi a non riconoscere il successivo capolavoro di Ornette Coleman "Lonley Woman" fino all'entrata del sax. Ma tutto il brano si articola in maniera alquanto libera. "Baurimbè" lo dice anche il nome stesso, è un'esecuzione di Consolmagno per berimbau, voce, e chitarra nel finale. L'arcaicità e l'etnicità del percussionista si fondono con le melodie più europee della chitarra di Spinaci, un incontro insolito ed evocativo. Le stesse atmosfere le ritroviamo nei successivi "Tema dei Sireni n.1", dove l'incontro tra i tre è preciso ed equilibrato, e "Segredo da Note" brano che rimarca le capacità tecniche e stilistiche del percussionista con il berimbau.
Finisce con "Brother Wind" di Garbarek questo interessante viaggio mistico tra paesi e ritmi inusuali da una parte, e dall'altra, un forte omaggio ai grandi del jazz del nostro secolo.

Valeria Loprieno per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 28/10/2013

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